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Che ambientaccio! Sondaggio Usa, tra cattolici e non, sui cambiamenti climatici

Che ambientaccio! Sondaggio Usa, tra cattolici e non, sui cambiamenti climatici

WASHINGTON-ADISTA. In concomitanza con la pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, il Pew Research Center ha diffuso i risultati di un’indagine condotta tra maggio e giugno negli Usa, tra cattolici e no, rispetto alle questioni ambientali.

Con buona pace delle lobby Usa e della destra conservatrice, per il 68% degli statunitensi il riscaldamento climatico è un dato di fatto, una percentuale che sale al 71% tra i cattolici. Per il 45% della popolazione Usa questo riscaldamento ha origine antropica, vale a dire che è conseguenza dell’attività umana: tra i cattolici a pensarla così è il 47%. Considera la questione un problema “serio” o “molto serio”, il 69% degli statunitensi e il 74% dei cattolici.

Tutto sommato vi è quindi una sostanziale corrispondenza tra la percezione del problema tra i cattolici e la popolazione Usa nel suo complesso. Differenze notevoli si riscontrano invece utilizzando come variabile l’appartenenza politica. A fronte di un 86% di democratici che considera il riscaldamento climatico una solida evidenza, è solo un 45% di repubblicani a vederla allo stesso modo; lo stesso dicasi rispetto alle cause di questo cambiamento: la percentuale di democratici che pensa sia di origine antropica è tre volte quella dei repubblicani (64% contro 22%). Differenze che si ritrovano all’interno della popolazione cattolica: l’85% dei cattolici democratici pensa sia un dato di fatto e il 62% che sia dovuta alle attività umane a fronte di un 51% di cattolici repubblicani che la ritiene un’evidenza e un 24% che la addebita all’attività umana. La percentuale di democratici Usa che ritiene la questione un problema “serio” o “molto serio” è doppia rispetto a quella dei repubblicani (87%-44%) e un simile stacco si registra anche tra i cattolici (democratici 88%-repubblicani 52%).

Se, nel complesso, negli ultimi due anni è rimasta piuttosto stabile l’idea che il problema è un dato di fatto causato all’attività umana, ha registrato un balzo in avanti la percezione che il riscaldamento climatico sia un problema “molto serio”: nel 2013 a pensarla così era il 33% dei cittadini statunitensi, oggi è il 46%. Una percentuale ancora una volta cresciuta molto più tra i democratici (dal 48% al 67%) che tra i repubblicani (tra i quali ha comunque registrato un incremento: dal 14% del 2013 al 21% del 2015). Anche tra i cattolici si è registrato un aumento: se nel 2013 era il 32% a valutare il problema come “molto serio”, oggi è il 48%. Tra i cattolici democratici è balzato dal 44% al 64% mentre tra i cattolici repubblicani dal 14% al 24%.

In generale i cattolici si dimostrano più preoccupati dei protestanti (che ritengono il riscaldamento climatico un dato di fatto al 62%; un problema dovuto all’attività umana al 37% e un problema “molto serio” al 39%), ma meno rispetto a coloro che si definiscono “non affiliati” a nessuna confessione religiosa: per costoro infatti il riscaldamento globale è una solida evidenza al 77%; un problema causato dall’essere umano al 57% e una questione “molto seria” al 56%.

Francesco, I love you

Nell'ambito della stessa indagine, gli intervistati sono stati invitati ad esprimersi anche sull'autore dell'enciclica Laudato si', il quale è risultato molto popolare tra i cattolici Usa. L’86% ne ha infatti un’opinione favorevole (tra i cittadini Usa in generale il suo indice di gradimento è pari al 64%). Per il 69% dei cattolici statunitensi rappresenta un cambiamento in positivo, per il 3% in negativo, per il 17% nessun cambiamento di rilievo. Rispetto alla sua popolarità non si registrano differenze tra cattolici democratici e repubblicani: tra i primi è visto con favore dall’89%, tra i secondi dal 90%. Papa Francesco è dunque più amato rispetto al suo predecessore, Benedetto XVI, pur non avendo ancora raggiunto i livelli di Giovanni Paolo II.

Agli intervistati è stato anche chiesto di dire se alcune definizioni – positive e negative – calzassero o meno a papa Francesco. Per il 94% dei cattolici Usa è compassionevole, per il 91% umile; per l’89% aperto di mente; per il 19% troppo liberale; per il 15% naif; per l’11% è fuori dal mondo. Circa il 65% ha adoperato solo i termini positivi per descrivere il papa (dicendo che è compassionevole, umile o aperto o una combinazione dei tre aggettivi); circa il 35% ha espresso opinioni miste (dicendo che è troppo liberale, naif o fuori dal mondo ma anche compassionevole, umile o aperto); rimarchevole è che meno dell’1% abbia utilizzato solo i termini negativi.

Per i cattolici statunitensi il papa sta facendo un lavoro “buono” o “eccellente” soprattutto in relazione alla diffusione della fede (84%), alla difesa dei valori tradizionali (80%), alle questioni riguardanti la famiglia (79%), quelle riguardanti i poveri (79%) e ai rapporti con le altre religioni (78%). Un po’ più basse le percentuali di chi pensa che stia lavorando bene rispetto alle questioni riguardanti le donne (65%), la riforma della burocrazia vaticana (63%), lo scandalo degli abusi sessuali (55%) e le questioni ambientali (53%).

* Foto di Shever, tratta dal sito Flickr, licenzaimmagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

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