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Usa: cappellano gay cacciato scrive a papa Francesco

Usa: cappellano gay cacciato scrive a papa Francesco

Tratto da: Adista Notizie n° 28 del 01/08/2015

38222 NEWARK-ADISTA. Papa Francesco trovi il tempo, durante la sua prossima visita negli Stati Uniti (22-27 settembre), di prendere le difese delle persone Lgbt ingiustamente discriminate a causa del loro orientamento e della loro identità sessuale. Lo ha chiesto, in una lettera aperta al papa datata 14 luglio e postata su Facebook, p. Warren Hall, 52 anni, cappellano molto apprezzato alla Seton Hall University di South Orange nel New Jersey (e “coach” delle squadre sportive), che lo scorso maggio è stato licenziato in tronco dall’arcivescovo della sua diocesi, Newark, per il suo attivismo contro l’omofobia.

Lo scorso autunno, Hall aveva pubblicamente dato il suo appoggio, su Facebook, alla campagna NOH8, avviata in California per contrastare l’opposizione al matrimonio gay. Il suo gesto aveva spinto il vescovo, mons. John Joseph Myers, prima ad un rimprovero e poi, lo scorso maggio, a rimuoverlo dal suo incarico.  Lavorava all’università da diversi anni, dopo essere stato mandato via da un precedente incarico come preside di una scuola superiore privata a causa di un arresto per guida in stato di ubriachezza. Il suo sostegno alla causa dei diritti degli omosessuali ha evidentemente costituito agli occhi dell’arcivescovo un oltraggio ancora più grave. Cosa che ha indotto Hall a dichiarare pubblicamente la propria omosessualità. «La ragione del mio licenziamento – spiega Hall al papa – è stata l’aver postato sulla mia pagina Facebook una foto che appoggiava NOH8, un gruppo che difende l’uguaglianza e la lotta all’omofobia. La foto era stata scattata a un incontro sul bullismo e la violenza vissuti dai giovani Lgbt, ed è qualcosa che so bene che i giovani cui ho rivolto il mio ministero nei miei 26 anni da sacerdote hanno sperimentato. In una lettera, l’arcivescovo di Newark ha spiegato che la ragione del mio licenziamento risiedeva nel fatto che “i messaggi impropri su Twitter e su Facebook hanno sollevato seri dubbi sulla sua posizione riguardo ad alcuni importanti insegnamenti della Chiesa”. Io non condivido il pensiero e le azioni del mio arcivescovo, pur con il dovuto rispetto, e sento di essere stato punito ingiustamente». 

Caro papa, ti scrivo

Azioni del genere, scrive Hall, «alienano» i gay cattolici e coloro che li appoggiano: sarebbe dunque opportuno che, durante la sua visita negli Usa, il papa «trovi il tempo di ascoltare le sfide che le persone Lgbt stanno affrontando, specialmente quelle che sono cattoliche e desiderano continuare a essere parte della Chiesa in cui sono cresciuti, che amano e che tuttavia sembra allontanarle sempre di più». «Validi insegnanti vengono licenziati – continua la lettera –, sacerdoti e religiose dotati di spirito pastorale vengono messi a tacere e costretti ad accettare questa situazione per paura di un’azione punitiva dei loro superiori, e persone per bene, piene di fede, stanno lasciando la Chiesa di fronte a quanto sta avvenendo. In quanto prete gay, tutto questo lo sto vivendo». 

L’arcidiocesi ha smesso di pagargli lo stipendio il 1° luglio, senza conferirgli un nuovo incarico. Pur restando impegnato alla sua vocazione e al suo voto di celibato, Hall ha voluto “dichiararsi”. Se non è stata la propria omosessualità la molla che lo ha spinto a difendere i cattolici gay, la crisi esplosa gli ha fornito l’opportunità di svelarsi, suscitando le ire dell’arcidiocesi: «Chi definisce se stesso o un altro in termini di orientamento o di attrazione sessuale – ha affermato un portavoce dell’arcivescovo – contraddice ciò che la Chiesa insegna». 

«Non sono un teologo. Non sono un politico. Ma sono gay. Quindi penso di aver qualcosa da dire in questo momento», ha detto Hall secondo quanto riporta il portale di informazione religiosa statunitense Crux (21/7), che ha voluto mettere il dito in una piaga, quella dei licenziamenti di persone Lgbt dalle istituzioni cattoliche, sempre più grave. Il caso più recente è quello di un’insegnante di Philadelphia, impiegata presso una scuola religiosa, il cui matrimonio con la propria partner è stato denunciato da un genitore all’arcivescovo mons. Charles Chaput. La scuola ha licenziato l’insegnante, decisione cui il vescovo ha dato il proprio sostegno. 

Due gli obiettivi che Hall si è posto nel suo appello al papa. Il primo, mostrare ai cattolici delusi che la Chiesa può essere quella casa accogliente che Francesco ha invocato: «Rimuovere o licenziare persone Lgbt fa più danno ai fedeli della presenza di un prete o un insegnante gay», ha spiegato. Il secondo, dare il proprio sostegno ad altri cattolici gay che sono ancora nella Chiesa pur essendo da questa maltrattati: «Pensiamo a tutte le persone meravigliose che potrebbero decidere di andarsene». 

«Sono turbato e frustrato, ma vedo una grande opportunità», ha detto Hall, ilquale sarebbe felice di vedersi conferire un ministero rivolto alle persone Lgbt, come accade in alcune diocesi. Ha avuto offerte al di fuori del mondo cattolico, ma non è sua intenzione dare forfait: «Sono cattolico, non me ne vado!».

* Immagine di Danlev / Dan Leveille, tratta dal sito Wikimedia Commons, licenza e immagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

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