Nessun articolo nel carrello

154 leader religiosi alla Cop21: mobilitazione globale sul clima

154 leader religiosi alla Cop21: mobilitazione globale sul clima

Tratto da: Adista Notizie n° 37 del 31/10/2015

38311 BONN-ADISTA. «Noi, responsabili religiosi, ci uniamo per dire quanto ci preoccupano le conseguenze del cambiamento climatico sulla Terra e su coloro che la abitano, tutti affidati, come sottolineano le nostre fedi, alla nostra comune attenzione. Il cambiamento climatico è una minaccia reale alla vita. La vita è un dono prezioso di cui dobbiamo prenderci cura». È questa la premessa da cui parte la dichiarazione-appello di 154 leader religiosi di tutto il mondo, consegnata alla Segreteria generale della XXI Conferenza delle Parti (Cop21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre con l’obiettivo di giungere, dopo oltre 20 anni di mediazione da parte delle Nazioni Unite, ad un accordo vincolante e universale in materia di cambiamento climatico che venga accettato da tutti gli Stati. Mentre, a metà ottobre, i rappresentanti di 194 Paesi si riunivano a Bonn per elaborare un progetto di testo per la Convenzione, i leader religiosi hanno lanciato questo appello con lo scopo di ricordare a tutti i governi il loro dovere di impegnarsi per la riduzione di emissioni e per il contenimento del rischio climatico, promettendo un contributo sostanziale delle proprie comunità, compreso il disinvestimento nell’energia proveniente da combustibili fossili. L’appello rappresenta il culmine e il convergere in un unico testo di numerosi appelli di gruppi religiosi lanciati nel corso dell’ultimo anno, tra cui l’enciclica di papa Francesco Laudato si’ e le dichiarazioni di altre comunità religiose, espressione della preoccupazione ormai globalizzata per il tema ambientale.

Tra le centinaia di adesioni all’iniziativa (coordinata dall’Alleanza Act, dal Cidse, rete internazionale di organizzazioni cattoliche per lo sviluppo, dalla Federazione Luterana mondiale, da Religioni per la Pace e dal Consiglio ecumenico delle Chiese), vi sono quelle di Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, l’arcivescovo anglicano sudafricano Thabo Makgoba, il vescovo cattolico peruviano mons. Pedro Barreto Jimeno, l’imam Mian Tayyib, Sulak Sivaraksa, della Rete Internazionale dei Buddhisti Impegnati, Karin Kortmann, vicepresidente del Zentralkomitee der deutschen Katholiken, i vescovi francesi mons. Stanislas Marie Lalanne e mons. Marc Stenger, presidente di Pax Christi Francia; per l’Italia il moderatore della Tavola Valdese Eugenio Bernardini.

«Questa Terra e tutto l’universo – si legge nella dichiarazione – sono doni che abbiamo ricevuto dalla nostra fonte di vita, Dio. È nostro dovere rispettare, proteggere e conservare questi doni, costi quello che costi. La Cop21 è dunque il momento opportuno per tradurre la nostra responsabilità ecologica in azioni concrete per il futuro». Da questo punto di vista, le tradizioni religiose parlano di «reciprocità, che consiste nel trattare gli altri come noi vorremmo essere trattati. Ciò comprende le generazioni future: per lasciare questa terra ai nostri figli e nipoti, è nostro dovere garantire condizioni di vita futura durevoli e accettabili per tutti». La Cop21 è dunque un’occasione privilegiata per dare prova di «responsabilità intergenerazionale».

I leader religiosi parlano anche dei soggetti vulnerabili, i più esposti agli effetti devastanti del degrado ecologico. Di fronte ad essi, i governi hanno il dovere morale irrefutabile di accordarsi «su azioni concrete e verificabili che contribuiscano a una giustizia climatica globale e di impegnarsi in partenariati per la resilienza climatica». Il rispetto della natura e l’armonia con essa costituiscono, poi, elementi fondamentali per la crescita della «capacità di pace e di trasformazione», scrivono i leader religiosi: «Possiamo ancora evitare i peggiori scenari climatici se accettiamo – requisito fondamentale – di abbandonare un’economia centrata sul carbone e una crescita economica infinita, e se ci adoperiamo per porre fine allo sfruttamento dei combustibili fossili da qui alla metà del secolo». 

Per apportare ai nuovi modelli di sviluppo elementi di giustizia sociale ed ecologica, è fondamentale il contributo della teologia, sottolineano i firmatari della dichiarazione: «Consapevoli che da soli i governi e gli accordi politici non bastano di fronte alle immense sfide che ci attendono, le nostre comunità di fede possono proporre un fondamento solido, un sostegno morale, un’educazione etica e modelli di sviluppo durevoli ispirati ai nostri valori, necessari per un processo di trasformazione globale». Non si tratta solo di chiedere conto delle azioni dei governanti, si legge nella dichiarazione, ma di dare il proprio appoggio «a coloro che decidono di aprire a un accordo climatico globale ambizioso a Parigi e dopo». 

In questa prospettiva, lo scopo concreto dell’appello è quello di invocare un «accordo giusto, ambizioso, vincolante e applicabile a tutti i Paesi», con l’obiettivo a lungo termine di eliminare le emissioni di gas a effetto serra entro la metà del secolo e di impiegare un «mix energetico interamente basato sulle energie rinnovabili», per mantenere l’aumento della temperatura al di sotto della soglia di 2°C rispetto all’epoca pre-industriale. Gli Stati, è l’invito dei firmatari, devono impegnarsi a migliorare costantemente le loro politiche climatiche nazionali, in accordo con i principi di Rio, grazie a regole applicabili a tutti, trasparenti e responsabili, da rivedere ogni cinque anni seguendo un iter di progressivo rafforzamento dell’impegno. 

Tra le richieste, anche la messa a disposizione di un sostegno finanziario e la messa in opera di un transfert tecnologico e di sviluppo delle competenze necessarie, così come una road map credibile che garantisca la mobilitazione di un finanziamento per il clima di 100 miliardi di dollari, di cui possano beneficiare i Paesi poveri, meno possibilitati ad applicare una politica climatica resiliente. 

Ai governi dei Paesi più ricchi, in particolare a quelli del G20, i leader religiosi chiedono con forza di impegnarsi ad una riduzione a breve termine delle emissioni; a elaborare a livello nazionale misure di gestione dei rischi climatici; a impegnarsi ad offrire un sostegno significativo ai Paesi meno privilegiati in risorse e competenze, fermo restando che «le misure per il clima non devono limitarsi ai soli governi, ma è nostra responsabilità condividere gli sforzi». A partire da questa premessa, i rappresentanti delle varie tradizioni religiose assumono e esprimono degli impegni concreti: da un atteggiamento responsabile verso il pianeta nella vita comunitaria e individuale, alla valutazione dei modelli di consumo, con l’obiettivo di ridurre l’impronta ambientale e il consumo di combustibili fossili; dall’elaborazione di criteri e obiettivi di resilienza climatica allo sforzo di far crescere la sensibilizzazione e la consapevolezza di fronte alle sfide climatiche, sia per quanto riguarda l’interazione tra esseri umani e natura, sia per quanto riguarda la promozione della giustizia climatica presso i governi.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.