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Sulmona: inaugurata tra le polemiche una statua per Ratzinger

Sulmona: inaugurata tra le polemiche una statua per Ratzinger

Tratto da: Adista Notizie n° 35 del 15/10/2016

38703 SULMONA (AQ)-ADISTA. Dal 2 ottobre scorso chi arriva a Sulmona trova ad accoglierlo, letteralmente a braccia aperte, Benedetto XVI. Non il papa in carne e ossa ovviamente, ma una statua in bronzo a grandezza naturale che lo raffigura.

L'iniziativa è di 17 cittadini che, facendo proprio l'auspicio del vescovo di Sulmona, mons. Angelo Spina, il 30 maggio scorso hanno presentato richiesta di autorizzazione per la realizzazione di un monumento commemorativo della visita di papa Ratzinger alla città di Sulmona, avvenuta il 4 luglio del 2010. La giunta, guidata dalla sindaca Annamaria Casini (in carica dal giugno scorso quando ha vinto le elezioni sostenuta da una lista civica), ha accolto la richiesta di occupazione di suolo pubblico con deliberazione del 15 settembre scorso, esprimendo «in nome dell'intera collettività rappresentata, vivo e sensibile apprezzamento per l'iniziativa». Detto, fatto: il giorno successivo, alle spalle della cattedrale di San Panfilo, dove si è deciso di collocare la statua, già erano iniziate le opere di scavo.

Il monumento, del costo di 25mila euro, è stato finanziato in parte dal Comune di Burghausen, cittadina bavarese gemellata con Sulmona (che dista soli cinque chilometri da Marktl, paese natale di Ratzinger), e in parte dalla Fondazione Carispaq, ed è stata inaugurata il 2 ottobre dal vescovo, alla presenza della sindaca, del Prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Gänswein, e di una delegazione proveniente da Burghausen. Scarsa la partecipazione dei cittadini di Sulmona, nonostante il vescovo le abbia provate proprio tutte, arrivando persino a vietare la celebrazione della messa in tutte le chiese cittadine nell'orario dell'evento. Un flop non dissimile da quello registrato in occasione della visita che tale statua commemora: anche nel 2010 non fu infatti che una manciata di cittadini ad accogliere il papa in visita.

Sarà che non tutta la cittadinanza ha accolto l'iniziativa proprio con il medesimo animo della sindaca. Il circolo dell'Aquila dell'Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti (Uaar), appena appresa la notizia, ha inviato una lettera aperta alla giunta esprimendo sconcerto per la decisione di erigere questo monumento all’entrata della città: «È una totale mancanza di rispetto del principio di laicità riportato nella nostra Costituzione: una città intera non può essere rappresentata dalla sola religione cattolica».

«L'iniziativa – ci ha spiegato la coordinatrice del circolo, Liana Moca – desta il nostro stupore anche perché la legge italiana stabilisce che “nessun monumento, lapide o altro ricordo permanente può essere dedicato in luogo pubblico o aperto al pubblico, a persone che non siano decedute da almeno dieci anni”. Solo il Ministero dell’Interno può consentire deroghe a questa disposizione, “quando si tratti di persone che abbiano benemeritato della nazione”. In questo caso – prosegue Moca – il comitato promotore dell'iniziativa ha aggirato la norma facendo richiesta per un monumento non alla persona del papa ma commemorativo della sua visita. Per noi è una presa in giro bella e buona».

L'installazione appare inopportuna anche a don Raffaele Garofalo, prete a Pacentro (Aquila): «In occasione dell’evento è stato fatto obbligo ai parroci della città di sospendere le celebrazioni rituali nelle loro comunità perché i fedeli potessero assistere in maggior numero alla cerimonia. In verità già la manifestazione per la venuta del papa a Sulmona, il 4 luglio 2010, non aveva incontrato il successo sperato. Scarsa era stata la partecipazione dei cittadini e dello stesso clero, a causa di una città posta in stato di assedio e per ragioni di carattere organizzativo. Ugualmente poco consistente è risultata l’affluenza dei fedeli al nuovo evento». «La realizzazione della statua a Ratzinger – prosegue don Garofalo – non è stata ritenuta prioritaria, dalla maggioranza dei cittadini, rispetto ai tanti bisogni della società civile e religiosa della città. La visita del papa emerito infatti è stata abbondantemente “testimoniata” con l’immagine di Ratzinger posta nella lunetta della facciata della cattedrale, accanto a quella di Celestino V. Nell’abside del tempio troneggia inoltre un dipinto con le figure di Benedetto XVI e di mons. Spina, ad imitazione del più tradizionale costume rinascimentale degli alti prelati. In via di allestimento è inoltre un museo degli oggetti e paramenti papali usati e indossati da Benedetto XVI, che si spera sfugga ad ogni tentazione idolatrica. Quanto ai “frutti spirituali” di tali spettacoli spetterà a Dio esprimere il suo giudizio imparziale, ma è certo che la Fede evangelica percorre strade diverse da manifestazioni appariscenti che Cristo condannava nelle cerimonie dei Farisei». «Ratzinger stesso – conclude don Garofalo – non apprezzerà una iniziativa arbitraria, utile, forse, a soddisfare mire strumentali, certamente estranea ad un concetto di autentica spiritualità».

* Foto di Maria Clotilde Iavarone

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