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Palestina. Un ciclo di incontri per capire

Palestina. Un ciclo di incontri per capire

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 3 del 21/01/2017

A cavallo tra il 2016 ed il 2017 si stanno susseguendo eventi che potrebbero far sperare che la “politica” voglia affrontare la questione palestinese. 

Lo scorso 18 ottobre, il Comitato Esecutivo dell'Unesco approva una Risoluzione che richiama severamente Israele agli obblighi che gli derivano dal suo stato di “potenza occupante”; il 23 dicembre il Consiglio di Sicurezza dell’ONU approva una Risoluzione di condanna degli insediamenti israeliani in Palestina; il 13 gennaio si è aperta l’Ambasciata Palestinese presso la Città del Vaticano; per il 15 gennaio è convocata dalla Francia, a Parigi, una Conferenza per la Pace in Medio Oriente. 

Mai si era vista in così breve tempo una successione di iniziative – e di così alto livello – che affrontassero direttamente il conflitto israelo-palestinese! Forse la comunità internazionale, conscia che il conflitto portato da Israele al popolo palestinese è all’origine della instabilità dell’area mediorientale che a sua volta costituisce una minaccia per la pace nel mondo, si sta rendendo conto che è urgente imporre il ripristino della legalità internazionale?

Non c’è da farsi illusioni. Per quanta importanza possa riconoscersi sul piano simbolico ai quattro eventi citati, essi non sortiranno alcun effetto: il governo israeliano li ha sterilizzati; siamo o no in epoca di post-verità?

È riuscito infatti ad accreditare l’idea che l’Unesco negherebbe la connessione esistente tra Israele ed il “Monte del Tempio”, non ritenendo evidentemente sufficiente che la Risoluzione affermi il legame delle tre religioni monoteistiche con Gerusalemme. L’inganno ha funzionato con il governo italiano che ha immediatamente disposto che i rappresentanti italiani all’Unesco non si astengano più sulle risoluzioni di condanna di Israele. Ha poi dichiarato vergognosa - non per il destinatario che viola la legge, ma per chi l’ha approvata - la Risoluzione dell’ONU ed ha convocato il giorno di Natale gli ambasciatori dei Paesi che avevano votato a favore, nonché quello degli USA che si sono astenuti. Ha dichiarato infine che la Conferenza di Parigi è un ostacolo alla pace, la quale sarebbe perseguibile unicamente mediante colloqui bilaterali da avviarsi senza che i palestinesi esigano che si smetta di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania ed altre case per gli israeliani a Gerusalemme Est. 

Se risoluzioni ufficiali, riconoscimenti e conferenze non hanno effetti, se i tentativi di ripristinare la legalità internazionale appaiono destinati a fallire, per quale via si può perseguire la pace? 

Bisogna essere realisti: nelle attuali condizioni il richiamo al Diritto non ha presa sulla parte più “vivace” dell’opinione pubblica israeliana e neppure sui vertici politici. Basti pensare alle difficoltà che lo Stato Maggiore dell’Esercito israeliano sta incontrando nel tentativo di processare il soldato Elor Azaria che ha proditoriamente ucciso un palestinese già ferito che giaceva inerme a terra. Lo hanno impedito sinora una sollevazione popolare in difesa del militare che è arrivata a lanciare gravi minacce sui giudici militari e lo stesso Netanyahu che, sostenuto da non pochi ministri, è deciso in caso di condanna a promuovere un procedimento di grazia.

In un clima del genere il governo israeliano ha facile gioco nell’estendere gli insediamenti, ben sapendo che sono un insormontabile ostacolo alla costituzione di uno Stato palestinese. Questo è invece l’obiettivo vitale dell’Autorità Nazionale Palestinese che però, falliti gli Accordi di Oslo, non ha alcun potere negoziale nei confronti della controparte e per questo ed altri motivi non gode più del credito e del sostegno del suo popolo che sarebbero invece indispensabili. 

La via della pace va dunque cercata altrove. Forse in ciò che va maturando nelle società civili israeliana e palestinese e nelle rispettive diaspore, nelle trasformazioni che a causa ed anche malgrado l’occupazione stanno avvenendo in un campo e nell’altro, a livello sociale, economico, religioso-culturale e militare. 

È questa l’indagine che si propone di svolgere il ciclo di sette seminari promosso dalla Libera Accademia di Roma (LAR) e dall’Università Popolare dello Sport su “Le trasformazioni sociali economiche e politiche in Palestina ed in Israele dal 1945 ad oggi”. Inizierà il 20 gennaio con una panoramica sulla situazione dell’area mediorientale dove la questione palestinese rischia di venire occultata dalle “guerre per bande” delle potenze regionali e, per interposte bande, degli Usa e Russia. Si concluderà il 28 aprile con un’analisi dello scenario internazionale.

Il 12 maggio, dopo un viaggio in Palestina che costituirà una sorta di verifica sul campo, una Tavola Rotonda proverà a verificare se un barlume di pace, che sembra improbabile possa nascere sul piano politico, davvero possa sorgere dall’evoluzione delle società civili. 

* della Rete romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese

LE TRASFORMAZIONI SOCIALI ECONOMICHE E POLITICHE IN PALESTINA E IN ISRAELE DAL 1945 AD OGGI

Programma

20 gennaio

Le Trasformazioni dello Scenario Mediorientale – Tommaso Di Francesco

Occidentalismo e Orientalismo a confronto – Marco Ramazzotti Stockel

3 Febbraio 

Le Trasformazioni nella Società Palestinese – Chiara Cruciati

Le Trasformazioni nella Società Israeliana – Maria Grazia Enardu

24 Febbraio 

Le Trasformazioni in campo religioso 

•Nei gruppi minori (Drusi, Armeni, Ortodossi, Baha’i Sciiti) e nei rapporti tra Cristiani ed Ebrei – Franco Dinelli

•Nei rapporti tra cultura ebraica tradizionale della Diaspora e il Sionismo – Shmuel Gertel

•Tradizioni antiche con significati moderni: dalla Fratellanza Musulmana ad Hamas, Salafiti, Al Qaeda, Califfato – Mostafa El Aiubi

10 Marzo 

Le Trasformazioni in campo culturale 

Letteratura, Teatro, Cinema, Architettura, Arti Figurative, Giornalismo su carta e su internet

•In Palestina: Michele Di Carlo 

•In Israele: Simonetta Sermoneta

24 Marzo 

Le Trasformazioni in Campo Economico

•Nell’economia e nei riflessi sulla borghesia del paese. 

In Israele: Giorgio Gomel In Palestina – Michele Giorgio

•Le risorse idriche ed energetiche – Vincenzo Palmieri

7 Aprile 

Le Trasformazioni negli Assetti Politici Interni

Movimenti e partiti politici in Israele. Le opposizioni interne a livello politico e nella società 

•In Israele: Maria Grazie Enardu 

•In Palestina: Janiki Cingoli

28 aprile 

Le Trasformazioni nello scenario internazionale – Tommaso Di Francesco

•Le Trasformazioni in Campo Militare – Marco Ramazzotti Stockel

Incontro conclusivo 12 maggio 2017

Informazioni e iscrizioni

Contributo partecipazione al ciclo di seminari: 100€ (compresa tessera associativa LAR-UPS).Studenti e cittadini delle comunità straniere: contributo 50€ compresa tessera. Info e iscrizioni segreterie viale Giulio Cesare 78 e via Flavio Stilicone 41

tel. 06.37716363/304 e 06.99702866 info@accademialar.it info@universitapopolaredello sport.it

www.accademialar.it www.universitapopolaredellosport.it

Gli incontri si terranno nella sede della Libera Accademia di Roma e dell’Università Popolare dello Sport di Via Palermo 28, dalle ore 18 alle 19.30 a partire dal mese di gennaio 2017 e secondo il calendario indicato

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