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Israele-Palestina. Cinquant'anni di occupazione esigono azione

Israele-Palestina. Cinquant'anni di occupazione esigono azione

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 5 del 04/02/2017

Il Coordinamento Terra Santa 2017 è emanazione del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (CCEE), con sede a St. Gallen, in Svizzera. 

Il comunicato che segue, diffuso in cinque lingue, è pubblicato sul sito internet del Ccee (www.ccee.eu/it)

Per cinquant’anni la Cisgiordania, Gerusalemme-Est e Gaza hanno languito sotto l’occupazione, violando la dignità umana sia dei palestinesi che degli israeliani. Questo è uno scandalo a cui non dobbiamo mai abituarci.

Il nostro Coordinamento ha rivolto un appello per la giustizia e la pace ogni anno a partire dal 1998, ma la sofferenza continua. Quindi questo appello deve farsi sentire più forte. Come vescovi imploriamo i cristiani nei nostri paesi d'origine a riconoscere la nostra responsabilità in termini di preghiera, consapevolezza e azione.

Tantissime persone nella Terra Santa hanno trascorso tutta la loro vita sotto l'occupazione, con la sua segregazione sociale polarizzante, ma ancora professano la speranza e la lotta per la riconciliazione. Ora più che mai, costoro meritano la nostra solidarietà.

Tutti noi abbiamo la responsabilità di opporci alla costruzione degli insediamenti. Questa annessione de facto di terre non solo mina i diritti dei palestinesi in aree come Hebron e Gerusalemme Est, ma, come ha recentemente riconosciuto l'Onu, mette in pericolo anche le possibilità di pace.

Tutti noi abbiamo la responsabilità di fornire assistenza alla popolazione di Gaza, che continua a vivere in mezzo a una catastrofe umanitaria generata dall'uomo stesso. Ormai hanno trascorso un intero decennio sotto assedio, aggravato da uno stallo politico causato da una mancanza di buona volontà di tutte le parti in causa.

Tutti noi abbiamo la responsabilità di incoraggiare la resistenza non violenta che, come ci ricorda Papa Francesco, ha ottenuto grandi cambiamenti in tutto il mondo. Ciò è particolarmente necessario di fronte a ingiustizie quali l’incessante costruzione del muro di separazione in terra palestinese, inclusa la Valle di Cremisan.

Tutti noi abbiamo la responsabilità di promuovere la soluzione dei due Stati. La Santa Sede ha sottolineato che «se Israele e Palestina non accettano di coesistere gomito a gomito, riconciliati e sovrani all'interno di confini concordati e internazionalmente riconosciuti, la pace rimarrà un sogno lontano e la sicurezza un'illusione».

Tutti noi abbiamo la responsabilità di aiutare la Chiesa locale, le sue agenzie, i volontari e le Ong. Nelle circostanze più difficili mostrano una grande resilienza e svolgono un lavoro che cambia la vita. È la nostra fede in Dio che ci dà speranza. È la testimonianza dei cristiani in Terra Santa che abbiamo incontrato, soprattutto quella dei giovani, che ci ispira.

La Bibbia ci dice: «Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti» [Levitico 25,10]. Nel corso di questo cinquantesimo anno di occupazione dobbiamo pregare per la libertà di ognuno in Terra Santa e sostenere in modo concreto tutti coloro che lavorano per costruire una pace giusta.

Vescovo Declan Lang, Inghilterra e Galles (Presidente del Coordinamento Terra Santa)

Arcivescovo Riccardo Fontana, Italia

Vescovo Stephen Ackermann, Germania

Vescovo Peter Burcher, Conferenza episcopale dei Paesi Nordici

Vescovo Oscar Cantú, Stati Uniti d'America

Vescovo Christopher Chessun, Chiesa d'Inghilterra

Vescovo Michel Dubost, Francia

Vescovo Lionel Gendron, Canada

Vescovo Felix Gmür, Svizzera

Vescovo Nicholas Hudson, Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea

Vescovo William Kenney, Inghilterra e Galles

Vescovo William Nolan, Scozia

Con il sostegno di:

Mons. Duarte da Cunha, Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa

P. Peter-John Pearson, Conferenza episcopale Sudafricana 

* foto tratta da Flickr licenza e immagine originale

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