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Conversioni maggioline

Conversioni maggioline

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 19 del 20/05/2017

Fra il post-comunismo russo e la post-democrazia statunitense, con fedeltà renziane, insofferenze mediterranee e distacchi britannici, l’asse Macron-Merkel dovrebbe ora garantire la permanenza di un würstel neoliberal nel nuovo sandwich geopolitico europeo.

La notizia odierna porta un po’ di ossigeno ai moderati Usa, martellati dalle iniziative legislative trumpiane. Descrivere le quali diviene impresa sempre più ardua, fermo restando che, per il momento, le più odiose si stanno arenando fra beghe legali e che quindi, per esempio, c’è ancora speranza che nemmeno la Trumpcare 2.0 giunga a termine. Anche se “Controriforma”, nei fatti, era già l’Obamacare, questa ne è un peggioramento, continuando

con la privatizzazione spietata dei servizi e la gestione assistenziale e radicalizzando

l’idea che ciascuno debba badare a se stesso. Così, se la nuova legge entra in vigore nella

versione attuale, chi è giovane, ricco e sano pagherà molto di meno, mentre chi è vecchio, povero e malato pagherà molto di più (o sarà abbandonato alla pubblica carità o a nostra sorella morte). 

Mi dicono, però, che stanno aumentando e prosperando le Bible Clinics, dove, accanto alle terapie mediche, a malati e soprattutto anziani si propone un itinerario di conversione, o ritorno alla propria fede. È noto infatti che chi crede affronta la morte, se non proprio in allegria, con meno depressione. Non è una gran novità: passato da poco il 5 maggio,

ricorderanno i lettori la fede avvezza ai trionfi sulle còltrici deserte di moribondi illustri; la novità è l’intuizione che costi meno del Prozac e persino della marijuana. 

D’altro canto, è da mo’ che qui si lavora sull’interazione tra fede e assistenza medica. Anni fa, la ricchissima Templeton Foundation investì milioni, pare, di dollari per uno studio scientifico sull’efficacia terapeutica della preghiera. Furono scelti tre campioni di malati gravi

e/o terminali e vari gruppi di preghiera. Il primo fu tenuto solo per il confronto; il secondo era di malati all’oscuro di tutto, mentre il terzo era costituito da persone che sapevano di essere oggetto di preghiere. Il risultato fu un boomerang: non risultarono differenze significative fra il primo e il secondo campione, mentre ci fu un indice di mortalità leggermente superiore nel terzo. Si disse che quanti si sentirono offrire l’opzionepreghiera si convinsero che la propria situazione era disperata e che questo non avrebbe aiutato. In questi giorni, tuttavia, la conversione di cui più si parla è la cosiddetta conversion therapy. Si tratta di prendere giovani omosessuali (di solito casi in cui i genitori sono sconvolti dalle scelte sessuali dei figli) e, con l’ausilio di supporto spirituale, psicologico e medico, “convertirli” all’eterosessualità.

Il vice-presidente Mike Pence, egli stesso cattolico born again evangelico, ritiene che anche l’elettroshock sarebbe utile alla conversione. Sempre meglio che in Cecenia. Comunque, tutto sempre accade in nome della libertà di religione, garantita dal Primo Emendamento

alla Costituzione e ribadita dal Presidente con un decreto appena firmato. Essa permette già

a scuole, università, ospedali, chiese (oltre ad essere esentasse) di assumere dipendenti in deroga alla normativa sul lavoro: la non conformità con il creduto dell’ente comporta la non assunzione o il licenziamento. Ora il Presidente ha sancito quanto era già tollerato, anche se non esplicitamente ammesso: ogni ente religioso può non solo sostenere a parole

un candidato a qualsiasi elezione, ma può finanziarne direttamente la campagna elettorale.

La libertà religiosa, dunque, è ampiamente garantita: bisogna solo vedere quale e di chi.

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