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Cristiano sociali: un’esperienza compiuta

Cristiano sociali: un’esperienza compiuta

Tratto da: Adista Notizie n° 20 del 27/05/2017

Con un'Assemblea straordinaria svoltasi a Roma il 6 maggio scorso, i Cristiano sociali hanno deciso di sciogliere il Movimento fondato nel 1993 da Pierre Carniti ed Ermanno Gorrieri insieme ad una nutrita schiera di esponenti del cristianesimo progressista di quegli anni. Ricordo, tra gli altri, Ardigó, Zizola, Cabras, Guerzoni, Casadei Monti, Carlo Alfredo Moro, il pastore valdese Maselli, Paolo Prodi, Manghi, Carla Passalacqua, Enrica Pietra Lenzi, Della Rocca, Giacomantonio, Colombo, Tonini. A questi si aggiunsero, strada facendo, Scoppola, Passuello, Gabaglio, Corsini, Ceccanti, Valentino Castellani, Livio Labor.

I Cristiano sociali si assegnarono lo scopo di assicurare uno sbocco politico nuovo ad una presenza sociale e civile di credenti prevalentemente impegnati nella Cisl, nelle Acli, nell'Azione Cattolica, nell'Agesci, nella Confcooperative e nel variegato mondo del volontariato. Gli obiettivi erano due: da un lato la costituzione di un soggetto unitario dei riformisti, con una forte presenza di matrice cristiana; dall'altro, fare delle politiche sociali e della redistribuzione delle risorse gli elementi centrali del programma del nuovo soggetto.

Nel corso degli anni, a questi due indirizzi fondamentali si è aggiunto quello della costruzione di un nuovo rapporto tra etica, laicità e politica. I Cs parteciparono da protagonisti, accanto a Prodi, all'esperienza dell'Ulivo, poi alla costituzione dei Democratici di Sinistra e, infine, al più recente approdo del Pd. Ci siamo impegnati affinché il contributo dei tanti credenti cresciuti sotto l'egida del Concilio, fondato sul principio di laicità e sulla scelta degli ultimi e dei poveri come destinatari privilegiati del messaggio evangelico, non risultasse irrilevante nel dibattito pubblico e nell'azione politica, di fronte alla disgregazione del cattolicesimo democratico. 

I Cristiano sociali hanno segnato, in Parlamento, nelle amministrazioni locali e nella società italiana, i tratti di un impegno politico libero e coraggioso sui temi della pace, del lavoro, delle politiche sociali e dei diritti civili, dell’immigrazione e della libertà religiosa, della sussidiarietà e dello sviluppo del Terzo settore, in un tempo in cui certe cose nella Chiesa dei card. Ruini e Bertone non si potevano neppure pensare. Il bilancio, dunque, è positivo. I Cs non si sciolgono a causa di un fallimento. Al contrario, lo fanno perché con la nascita e il consolidamento del Pd, nonostante le difficoltà più recenti, hanno raggiunto l'obiettivo principale per il quale sono nati: unire i riformisti democratici e rendere pienamente legittima la presenza dei credenti nella sinistra italiana. Adesso, però, per stare in quel campo non servono più le casacche identitarie del passato, occorre un pluralismo culturale e politico capace di alimentare una comune identità riformista in cui credenti e non credenti si riconoscano, si uniscano o si distinguano sulla base dei contenuti programmatici, sulle idee, sulla capacità di cogliere il senso delle novità emergenti nella società che cambia. D'altra parte, il mondo che un tempo ha costituito le fondamenta dei Cs, oggi, è profondamente cambiato. Io non dimentico l'operazione avviata dai principali leader della Cisl e dell'associazionismo cattolico con i convegni di Todi, a sostegno di Scelta Civica di Luca Di Montezemolo e Mario Monti, molto lontana dal nostro vissuto e dal nostro percorso politico. Quelle realtà che, un tempo, hanno dato origine ai Cristiano sociali, adesso vivono e sviluppano più direttamente il rapporto con la politica e le sue istituzioni, pongono meno l'accento sulla rappresentanza e puntano più direttamente sul dialogo negoziale con il Governo nazionale e locale. 

Detto questo, l'avventura dei cristiano sociali, senza la maiuscola, non si arresterà. Essi non sono un ceto politico da rottamare, ma il tracciato di una storia in cui si potranno riconoscere le esperienze, le testimonianze e le speranze ricche di senso e di passione di tante realtà dell'impegno sociale, sindacale e politico del futuro, sostenute dai valori di una fede vissuta nel costante riferimento al Vangelo dei piccoli e degli ultimi.

* Mimmo Lucà è ex deputato Pd, già coordinatore dei Cristiano sociali

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