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Un ricordo. Don Renzo Fanfani: un uomo  (1935-2017)

Un ricordo. Don Renzo Fanfani: un uomo (1935-2017)

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 25 del 08/07/2017

Nella chiesa grande di Empoli da cui traboccava in piazza la folla convenuta, il funerale di don Renzo Fanfani, prete operaio, spentosi il 30 maggio scorso, seguiva la traccia consueta e anonima del rito. «Don Renzo è nostro», aveva affermato il giorno prima un prete della città tagliando corto di fronte ai tentativi di Nicoletta Montemagni, che aveva accompagnato Renzo e Carla Franceschini (la Carlina) lungo gli anni del progressivo invecchiamento, di prendere in considerazione le sue ultime volontà. Così di Renzo, nelle parole del celebrante, era rimasto il freddo curriculum vitae di un uomo ridotto alle sue funzioni. Prima di uscire dalla chiesa è andato al microfono un amico venuto da Trento che ha concluso il suo breve intervento con le parole cadenzate di un popolo che porta ancora un sogno nel cuore: «Fischia il vento, urla la bufera, scarpe rotte eppur bisogna andar...». A quel punto è venuto giù il loggione! «Bravo, bene così, finalmente!», applausi a scroscio di un desiderio finalmente liberato di riprendersi Renzo dalle mani di quella istituzione sentita sempre lontana e ritrovarlo come l'hanno da sempre conosciuto. Come al corteo dei 1° maggio a Empoli, quell'uomo alto, sorridente, pronto alla battuta, la camicia a quadri e l'immancabile granata (la scopa toscana di saggina) per spazzar via lo sfruttamento, le lacrime e il sangue di un lavoro strappato come un diritto da rivendicare sempre: Renzo è nostro!

Un Renzo Fanfani giovanissimo era entrato nel mondo del lavoro come impiegato contabile alla grande fabbrica “Galileo” a Firenze negli anni '50. Sedotto dalla pubblicità, poco dopo, entrò alla Scuola Ufficiali e intraprese la carriera militare conservando fino all'ultimo rapporti con i suoi colleghi nel frattempo giunti ai vertici del percorso. E, oltre l'amicizia dei suoi commilitoni, da quella esperienza Renzo portò un attaccamento alla Costituzione Italiana che lo ha contraddistinto fino all'ultimo. Attivamente partecipe di tutte le battaglie per difenderla, ma anche interessato sempre a divulgarla specie con i giovani.

Una conversione, intorno alla quale ha sempre mantenuto un discreto riserbo, lo portò in seminario dopo alcuni anni di vita militare. La diocesi fiorentina conosceva ancora bagliori di ricerca viva e Renzo si schierò – lui ex militare – in difesa di don Lorenzo Milani nel processo da questi sostenuto in difesa dell'obiezione di coscienza. 

Carattere socievole e aperto, non si chiuse in sacrestia. Frequentò sempre le Case del Popolo, aggregazioni rosse tipiche delle periferie fiorentine, dove cercava il contatto diretto specie con i giovani, fino a respirare direttamente lui come operaio le polveri sabbiose della fonderia e della vetreria. Anni dopo lo ritroviamo alla Tinaia, piccolo grumo di case sparse, con una piccola officina dove lavora il ferro forgiato. L'officina raccoglie e ricicla non solo ferro di risulta, ma giovani in ricerca, inariditi da percorsi arresi alla droga e altre dipendenze, in sempre difficili esperienze di condivisione di un tetto, di un piatto di minestra, di un lavoro. Alla Tinaia lo raggiunge Carla Franceschini che in un camper cerca per l'Italia ragioni di vita.  Si fermerà una sera, lascerà il camper e condividerà con Renzo una vita votata alla accoglienza. Insieme sono in grado di completarsi a vicenda e la loro casa conosce un pellegrinaggio continuo di persone spiaggiate da difficoltà della vita cui non hanno saputo o voluto porre rimedio. 

Ancora di più nel passaggio dalla Tinaia alla parrocchia di Avane, periferia popolare di Empoli.  Renzo allarga il suo giro, trova il tempo di seguire come cappellano il carcere femminile, diventa punto di riferimento dei tentativi di dare dignità a diverse forme di scuola popolare. Carla custodisce la casa, abitata da persone spesso problematiche che richiedono costanza e disciplina educativa. Renzo continua ad andare all'officina della Tinaia, ma si prospettano per lui nuovi incontri, all'altra estremità del mondo.

Richiesto dai compagni preti operai di far parte della segreteria nazionale del gruppo, propone a due di essi di partecipare all'incontro mondiale del CEC a Seul, giustizia e salvaguardia del creato. Due anni prima aveva incontrato un giovane sacerdote coreano, studente nelle facoltà romane, che passava ormai il tempo libero dalle lezioni ad Avane con Renzo. Così i due prepararono un incontro con il cardinale di Seul che propose una convenzione approvata anche dal cardinale di Firenze, per la permanenza di preti coreani, studenti a Roma e impegnati a conoscere da vicino ad Avane quella forma caratteristica dell'occidente europeo che è stata l'esperienza dei preti operai. Contemporaneamente un gruppo di Piccole Sorelle coreane si stabilì ad Avane con lo stesso scopo e le sorelle vivono ancora lì. Renzo, scherzando ma non troppo, diceva che in parte si era avverata la profezia di don Milani secondo la quale sarebbe venuto il giorno in cui missionari provenienti dalla Cina avrebbero evangelizzato Firenze. «Beh – concludeva Renzo – cinesi no, ma sempre con gli occhi a mandorla... !».

E venne il tempo della vecchiaia e della malattia. Carla, per prima e la coppia divenne un terzetto. Si aggiunse nel ruolo di badante Nicoletta Montagnani, conoscenza di Limite sull'Arno, proprio di fronte alla Tinaia oltre l'Arno. Dopo una parentesi a Trento il terzetto sbarcò a Limite dove Carla – e poi poco tempo fa anche Renzo – morì a 82 anni con il cuore che ha retto fin quando ha potuto, entrambi assistiti fino all'ultimo con affetto e capacità da Nicoletta. La casa di Limite espresse il meglio di sé in un quotidiano nascosto, ma sempre attento e disponibile all'amicizia, alla testimonianza, alla condivisione della vita anche nei suoi aspetti fragili della decadenza. Alessandro Santoro, il prete delle Piagge, Gigi Ricciarelli e la moglie Beppina sono stati tra gli amici più vicini in questa fase della vita in cui l'unica cosa che veramente conta è che ognuno abbia accanto persone che ti aiutano a lasciarsi andare. 

* Luigi Sonnenfeld è  prete operaio a Viareggio

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