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IRLANDA: UN PRETE DI FRONTIERA  SI SCHIERA  PER IL MINISTERO ORDINATO FEMMINILE

IRLANDA: UN PRETE DI FRONTIERA SI SCHIERA PER IL MINISTERO ORDINATO FEMMINILE

Tratto da: Adista Notizie n° 30 del 09/09/2017

39059 LIMERICK-ADISTA. «Una donna può celebrare l’Eucaristia anche meglio di un uomo, perché ha più familiarità con il sangue versato. Una donna che dica “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue” può dare maggiore significato all’Eucaristia di qualsiasi maschio celibe». Lo ha affermato, in un appello per l’introduzione del sacerdozio femminile, il prete irlandese p. Roy Donovan, parroco di Caheronlish nella contea di Limerick, ricadente nell’arcidiocesi di Cashel, affermando, allo stesso tempo, la propria opposizione all’introduzione di un diaconato permanente soltanto maschile, su cui sta lavorando un gruppo diocesano composto di preti e laici, creato dal vescovo mons. Kieran O’Reilly. Donovan, da tempo impegnato sul fronte della promozione della parità di diritti e di ruoli nella Chiesa (nel 2015 aderì all’appello diffuso in proposito da p. Tony Flannery, già punito dal Vaticano per le sue affermazioni in materia di ordinazione femminile e morale sessuale), ha affermato di conoscere diverse donne «che sentono anima e corpo di avere una vocazione sacerdotale» e si è detto «spiazzato» e «sbalordito» dal progetto del vescovo, proprio nel momento in cui papa Francesco ha voluto una commissione di studio sul ruolo del diaconato femminile. In definitiva, ha aggiunto, spetterebbe alle comunità locali prendere decisioni in materia, tanto più dopo il fallimento di una analoga iniziativa di mons. O’Reilly nella diocesi che guidava in precedenza, Killaloe (nel 2014, un paio di mesi prima della sua nomina a vescovo di Cashel, mons. O’Reilly annunciò che il progetto di introdurre diaconi permanenti sarebbe slittato a causa della intensa opposizione espressa soprattutto dalle donne).

«Il diaconato permanente esclude le donne. Introdurre il diaconato permanente senza donne significa estendere il patriarcato nell’arcidiocesi», afferma Donovan nel suo appello, leggibile sul sito dell’Association of Catholic Priests, organismo che da alcuni anni chiede alla gerarchia ecclesiastica riforme e strumenti per aggiornare la Chiesa (v. Adista Notizie n. 75/10). «La strada per portare a compimento l’originalità del Vangelo di Gesù, un ministero di pari tra pari – prosegue – è molto lunga. Dopo tutto, Maria Maddalena, nota come l’apostola agli apostoli, è stata il primo ministro della Buona Novella, proclamando che Gesù era vivo!».

Senza le donne la Chiesa perde

L’appello di p. Donovan è stato immediatamente raccolto e rilanciato dalla Association of Catholic Priests, che l’11 agosto scrive: «Supportiamo pienamente p. Roy Donovan nella sua dichiarazione sulla decisione dell’arcivescovo di Cashel di dare vita a un gruppo per studiare il diaconato permanente nella sua diocesi. L’obiezione di Roy si basa sul fatto che attualmente la Chiesa limita il diaconato agli uomini, anche se papa Francesco ha una commissione che sta lavorando sulla storia delle diaconesse nella Chiesa delle origini, con la eventuale possibilità di aprire il diaconato anche alle donne». L’Associazione richiama con forza ogni diocesi irlandese ad astenersi dall’introdurre il diaconato permanente fintanto che la Commissione vaticana non avrà pubblicato le sue conclusioni sul tema, e papa Francesco non avrà preso una decisione basata su tali conclusioni. «Riteniamo – si legge nel comunicato - che procedere con l’introduzione di un diaconato permanente maschile, aggiungendo con ciò un altro livello clericale maschile al ministero, sia segno di insensibilità, di non rispetto delle donne, e controproducente in questo momento critico».

Positiva è stata anche la risposta della base alle parole di Donovan. Secondo quanto egli stesso ha riportato al quotidiano irlandese Irish Times, la reazione è stata «tutta molto positiva, anche da parte degli uomini». Nessuna parrocchia in cui ha lavorato, ha detto, avrebbe potuto funzionare senza l’apporto delle donne. «È molto difficile far partecipare gli uomini, persino nei consigli pastorali». La difficoltà fu analoga quando si trattò di trovare ministri della Parola e dell’Eucaristia. Facendo riferimento a un recente studio statunitense, Donovan ha rilevato come il 66% dei ruoli parrocchiali sia ricoperto da donne. «La Chiesa ha solo da perdere se le donne vengono escluse dal tavolo, specialmente quando si tratta di donne più giovani».

 

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