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Elezioni in Sicilia: un bilancio amaro

Elezioni in Sicilia: un bilancio amaro

Tratto da: Adista Notizie n° 39 del 18/11/2017

Se uno non soffre di dislessia non può che vedere nei risultati del voto siciliano un bilancio amaro: 36/70 seggi al Centro-destra (guidato da un esponente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale e comprensivo di quattro Leghisti del Nord); 20 seggi al Movimento 5 Stelle (che, in quanto partito, è risultato il più votato); 13 seggi al PD & soci; 1 seggio alla lista a sinistra del PD (riservato allo stesso Claudio Fava, candidato presidente.

Davide Faraone, proconsole renziano in Sicilia della prima ora, sui canali telematici prova a smussare la batosta chiamando in correità personaggi come Piero Grasso, colpevole di non aver accettato il ruolo di kamikaze in una campagna elettorale schizofrenica (a dispetto del principio di non-contraddizione, Crocetta veniva invocato come esempio di amministratore esemplare e, a un tempo, disastroso).

Vogliamo vedere con un po’ di attenzione il bollettino di questa Caporetto? Primo punto: ha vinto Nello Musumeci, personalmente integerrimo, ma ha portato con sé a Palazzo dei Normanni personaggi che in una democrazia matura non si sarebbero azzardati neppure a presentarsi (penso a Luigi Genovese il cui padre, sommerso da guai giudiziari sino al collo, ha traslocato dal PD a Forza Italia l’ingente patrimonio

di voti facendone dono al figlio ventunenne non ancora laureato; o a Cateno De Luca, esponente dell’UDC, che essendo stato arrestato a poche ore dalle elezioni ha segnato un record nazionale difficilmente superabile). E sia chiaro: l’amarezza per il fatto che questi soggetti si propongano come candidati non è nulla in confronto all’amarezza di constatare che centinaia di migliaia di elettori – per ragioni clientelari – li votino. Magari fossero costretti dalla lupara alla nuca! Il condizionamento mafioso delle elezioni c’è, ma molto differente dalle modalità violente: il sistema di potere non ha bisogno di minacciare chi si mette in vendita a poco prezzo.

Secondo punto: il Centro-destra ha vinto perché ha trovato modo di coalizzarsi. Ma pochi aggiungono che si è trattato di un capolavoro di cinismo tattico: Berlusconi, Salvini e Meloni hanno rinnegato le proprie convinzioni e le stesse aspre critiche reciproche. Se il “patto dell’arancina” sarà riprodotto a livello nazionale, e imitato dallo schieramento avversario, la coerenza politica farà un altro passo indietro.

Terzo punto: i suffragi della Sinistra sono stati così risicati (ha superato per un soffio la soglia minima del 5%) da rischiare di gettare nello sconforto quanti si erano spesi nella speranza di risultati migliori. Molto dipenderà dalle scelte di Fava: si eclisserà come da tradizione (Orlando e Finocchiaro, quando sconfitti, lasciarono l’opposizione senza guida) o ricomincerà, pazientemente, da uno? L’arte dell’opposizione è più difficile della stessa arte di governo: ma non meno nobile.

Quarto punto (ultimo solo per ragioni di spazio): nonostante i Grillini abbiano raccolto e canalizzato parte della protesta popolare contro la classe politica siciliana, l’astensionismo si è attestato sul 53%.

Capisco che nell’euforia della vittoria e nello scoramento della sconfitta nessuno ha voglia di preoccuparsi dell’astensionismo in crescita. Ma, a luci della festa (e del funerale) spente, la nuova maggioranza e la nuova opposizione faranno bene a guardare un po’ più lontano del proprio naso: altri cinque anni di chiacchiere inconcludenti come gli ultimi potrebbero accompagnare la democrazia in Sicilia verso una fine lenta, ma inesorabile. E allora si capirebbe che l’anti-politica non sono i ragazzi di Grillo che trovano il coraggio di candidarsi anche senza la pazienza di studiare la storia e il presente, ma sono i due milioni e mezzo di cittadini che, se non sono sollecitati né da grandi ideali né da piccoli interessi privati, preferiscono marinare le urne per godersi un sole beffardamente splendente su una Sicilia che minaccia di essere, ancora una vota, ologramma del Paese.

* Augusto Cavadi è teologo, saggista, docente di storia e filosofia nei licei (www.augustocavadi.com)

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