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Fine d’anno in Congo: la repressione insanguina le strade di Kinshasa

Fine d’anno in Congo: la repressione insanguina le strade di Kinshasa

KINSHASA-ADISTA. 7 morti, sacerdoti inclusi, e almeno 120 persone arrestate sono il bilancio provvisorio della repressione messa in atto nella capitale del Congo dalle forze di polizia contro la manifestazione pacifica del 31 dicembre, indetta dai cattolici laici di circa 150 parrocchie, riuniti nel Comité Laïc de Coordination, e dalle opposizioni per chiedere la fine del governo del presidente Joseph Kabila (il cui mandato è scaduto il 20 dicembre 2016) e l’applicazione del cosiddetto accordo di San Silvestro, raggiunto il 31 dicembre 2016 con la mediazione dei vescovi, in base al quale le elezioni presidenziali si sarebbero dovute svolgere entro la fine del 2017. Oltre che nella capitale, la marcia è stata organizzata, e poi repressa, in altre città come Bukavu, Goma, Kananga, e Lubumbashi. Riferisce l’agenzia Fides, che dall'alba di domenica 31 dicembre tutte le parrocchie della capitale sono state assediate dalla polizia e dai soldati armati, che hanno impedito ai fedeli di accedere alle chiese, o hanno permesso loro di entrare per disperderli alla fine della messa. Don Donatien Nshole, segretario generale della Conferenza episcopale congolese, ha qualificato l’attacco alla marcia pacifica come «un serio attacco alla libertà di culto e di manifestazione», ha confermato l’arresto di alcuni sacerdoti e ha deplorato la perdita di vite umane: «Siamo ancora più tristi – ha sottolineato - perché ci troviamo in una situazione di tensione come alla fine del 2016, quando grazie all’ottimo lavoro era stato trovato un buon risultato. Bastava applicare l’accordo in buona fede per potere passare la fine dell'anno in modo pacifico». La Conferenza episcopale congolese (Cenco) ha ribadito – in una nota – l’esigenza di applicare le intese e ha chiesto la tenuta di elezioni credibili e trasparenti in un tempo ragionevole.

Il 27 dicembre, intanto, è stato chiamato a comparire a processo p. Vincent Tshomba, uno dei decani della Chiesa cattolica di Kinshasa, per il cosiddetto «sciopero delle campane» e in conseguenza di una denuncia per «schiamazzi notturni» presentata dal partito nazionalista vicino al presidente. P. Tshomba – riferisce ancora Fides – aveva chiesto a tutti i sacerdoti di Kinshasa di suonare le campane per 15 minuti ogni settimana per chiedere l’applicazione dell’Accordo di San Silvestro.

* Foto di Kim Yi Dionne tratta da Flickr, immagine originale e licenza

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