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Ora di religione: parte la campagna Uaar contro l’«indottrinamento» dei bambini

Ora di religione: parte la campagna Uaar contro l’«indottrinamento» dei bambini

ROMA-ADISTA. L’obiettivo è «attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul diritto dei più piccini a crescere senza imposizioni, senza dogmi di alcun tipo». Così Roberto Grendene, responsabile delle campagne dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), ha motivato il lancio della seconda fase della campagna contro l’indottrinamento dei bambini “Posso scegliere da grande?”, che promuove il valore “democratico” dell’ora alternativa all’Insegnamento della Religione Cattolica (Irc) per rispettare i tempi dei bambini nella definizione dell’identità spirituale e rinviare all’età adulta la decisione di aderire o meno ad una confessione religiosa.

La prima fase si è svolta sui social network a novembre, in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, riscuotendo un grande successo mediatico e ben 735mila adesioni solo su Facebook.

La seconda fase, invece, è stata lanciata proprio ieri, ha spiegato ancora Grendene, perché dal 16 gennaio al 6 febbraio «sono aperte le iscrizioni per l’anno scolastico 2018/19 e i genitori dei piccoli studenti che frequenteranno una prima classe dovranno dunque scegliere se far subire ai propri figli l’insegnamento della religione cattolica oppure offrire loro una educazione laica». Il responsabile Uaar ha poi ribadito la posizione dell’associazione sull’ora di religione: «Riteniamo che un’ora in cui tutti si possano a sentire a loro agio senza discriminazioni sia la scelta educativa migliore: non è forse più appropriato che i bambini possano, autonomamente e nel tempo necessario, sviluppare proprie convinzioni invece di essere indottrinati tra le mura scolastiche?».

Resta però una grande differenza di visione: quello che l’Uaar boccia come “indottrinamento dei bambini” rappresenta, in realtà, per il mondo cattolico, una delle più importanti libertà di una famiglia, ovvero quella ad educare i propri figli in linea con i valori e la cultura "di casa". Diritto che un genitore cattolico ritiene “sacrosanto”, al quale difficilmente rinuncerebbe.

La Campagna avrà diffusione nazionale – in particolare verranno coinvolte maggiormente alcune città come Ancona, Avezzano, Bari, Bergamo, Bologna, Camponogara, Casalecchio di Reno, Catania, Chioggia, Comiso, Cosenza, Genova, Imola, Ispica (RG), L’Aquila, La Spezia, Livorno, Mestre, Milano, odica (RG), Novara, Padova, Palermo, Parma, Perugia, Pordenone, Ragusa, Ravenna, Rimini, San Lazzaro di Savena (BO), Siena, Sulmona (AQ), Udine, Venezia, Verbania, Vittoria (RG) – e si avvarrà, garantiscono i promotori, di una massiccia diffusione pubblicitaria che avverrà attraverso volantini, manifesti per le strade, poster sugli autobus ecc.

* Sara è la giovanissima "testimonial" scelta dall'Uaar per la campagna, «non ha ancora alcuna convinzione religiosa o non religiosa. E ha tutto il diritto di continuare a non averne finché lei, e soltanto lei, non deciderà altrimenti. È una considerazione semplicissima, eppure rivoluzionaria. Perché, ancora oggi, la possibilità che bambini come Sara abbiano diritti del genere non passa nemmeno per l’anticamera del cervello, a gran parte della popolazione».

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