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Vescovi tedeschi: lasciamo la traduzione del Padre Nostro così com'è

Vescovi tedeschi: lasciamo la traduzione del Padre Nostro così com'è

BONN-ADISTA. Non c’è nessun bisogno di una nuova traduzione del “Padre Nostro”: lo hanno dichiarato i vescovi cattolici tedeschi il 25 gennaio, affermando di aver discusso il suggerimento di papa Francesco riguardante la modifica della traduzione del Padre Nostro, e di aver deciso di non adottarla. Mentre in Francia, dunque, l’espressione «non ci indurre in tentazione» diventerà «Et ne nous laisse pas entrer en tentation», facendo cadere l’idea di un Dio che induce l’essere umano al peccato, la Conferenza episcopale tedesca ha deciso altrimenti: vi sarebbero, ha affermato il 25 gennaio in un documento di 5 pagine, forti ragioni «filosofiche, esegetiche, liturgiche e, non da ultimo, ecumeniche» che consiglierebbero di non modificare l’espressione così come è sempre stata tradotta. La richiesta di papa Francesco, hanno scritto, rappresenta certo un’opportunità per «approfondire il significato della preghiera del Padre Nostro nel contesto dell’immagine cristiana di Dio e della comprensione cristiana della relazione tra l'uomo e Dio».

Tre gli argomenti avanzati dai vescovi: il primo, di carattere esegetico, è che la traduzione classica discende direttamente dal testo greco e da quello latino, importanti per la tradizione cattolica; il secondo, ecumenico, è che «nella traduzione luterana e nelle altre Bibbie evangeliche la preghiera è tradotta nello stesso modo della versione cattolica», e questa  omogeneità del testo nei Paesi germanofoni non è irrilevante». Infine, la terza argomentazione, teologica: la preghiera viene pronunciata perché si sa già che Dio la realizzerà. Nel Padre Nostro, cioè, non vi è il sospetto che Dio voglia che una persona fallisca, ma la fede nella sua giustizia e nella sua misericordia».

La stessa posizione era stata assunta qualche settimana fa in ambito protestante: «Se iniziamo ad aprire un dibattito sulle possibili modifiche, - ha detto la pastora Margot Käsemann, ex presidente del consiglio della Chiesa protestante in Germania (Ekd) in un articolo pubblicato sul numero domenicale del quotidiano “Bild” del 17/12 -  allora ci sarà un numero infinito di richieste, proposte, controversie. Lasciamo piuttosto così come è oggi l’unica preghiera comune a tutta la cristianità».

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