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Mons. Chaput di Philadelphia risponde al card. Marx: no alla benedizione delle coppie omosessuali

Mons. Chaput di Philadelphia risponde al card. Marx: no alla benedizione delle coppie omosessuali

PHILADELPHIA-ADISTA. «Voglio ricordare a noi tutti che in nessuna circostanza un prete o un diacono dell’arcidiocesi può prendere parte, fare da testimone o celebrare alcuna unione civile  di persone omosessuali, né alcuna cerimonia religiosa mirante a benedire tale unione». Suona come una risposta chiara alle affermazioni recenti del card. Reinhard Marx il divieto sancito dall’arcivescovo di Philadelphia, mons. Charles Chaput, in una lettera inviata il 7 febbraio ai preti e ai diaconi dell’arcidiocesi, riportata dalla Catholic News Agency (8/2). Ai primi di febbraio Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera nonché presidente della Conferenza episcopale tedesca ma soprattutto uno dei cardinali che compongono il C9, il gruppo che aiuta papa Francesco nel suo disegno di riforma, aveva affermato, in un’intervista alla Radio statale bavarese in occasione dei suoi dieci anni di incarico a Monaco, che si può pensare a una benedizione in chiesa per le coppie omosessuali, e che in questo, come in altri ambiti, non si può applicare una regola generale ma si deve decidere caso per caso. Chaput rifiuta in toto questo approccio, affermando che «non si tratta affatto di rifiutare persone che tendon a un’unione di questo genere, ma di rifiutare di ignorare ciò che riconosciamo come vero sulla natura del matrimonio, della famiglia e della dignità della sessualità umana». Facendo esplicito riferimento alle affermazioni di Marx, Chaput ha detto che «l’imprudenza di queste dichiarazioni pubbliche è stata motivo di grande preoccupazione. Come sapete, benedire persone nel loro particolare stile di vita non fa incoraggiarle nella loro condizione, in questo caso unioni sessuali omosessuali». In un articolo sul giornale diocesano, il 6 febbraio aveva affermato anche che «non vi è amore – non vi è carità – senza verità, così come non vi è vera misericordia disgiunta da una cornice di giustizia informata e guidata dalla verità»; « Qualsiasi cosiddetto rito di benedizione sarebbe parte di un atto moralmente proibito». «Creare confusione intorno a verità importanti della nostra fede – ha aggiunto – a prescindere dall’intenzione positiva, non fa che rendere più difficile un compito difficile».

Marx non era stato che l’ultimo, in ordine di tempo, a sollevare la questione dell’opportunità di concedere benedizioni alle coppie omosessuali. P. Johannes Zu Eltz, decano della Chiesa cattolica a Francoforte, aveva affermato, il mese scorso, che la Chiesa dovrebbe prendere in considerazione «cerimonie di benedizione teologicamente fondate» per le coppie che non hanno i requisiti per il matrimonio sacramentale, tra cui le coppie omosessuali. Sul tema era intervenuto anche mons. Josef Bode, vicepresidente della Conferenza episcopale tedesca e vescovo di Osnabrück, chiedendosi se non fosse arrivato il momento di «essere più giusti, visto che c’è molto di positivo, buono e corretto» nelle relazioni omosessuali, e dunque di «considerare qualcosa, magari una benedizione». Uniformità di vedute anche da parte del vescovo ausiliare emerito di Münster, mons. Dieter Geerlings: «Non sono propenso al “matrimonio per tutti’”, ma se due omosessuali avviano una relazione omosessuale, se vogliono prendersi cura l’uno dell’altro, io posso benedire questa reciproca responsabilità. Si tratta di una relazione preziosa e da elogiare, anche se non in completo accordo con la Chiesa» L’orientamento di apertura da parte ecclesiastica ha suscitato il plauso dello ZdK (Zentralkomitee der deutschen Katholiken), il massimo organo di rappresentanza dei laici tedeschi. (ludovica eugenio)

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