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Etica del lavoro. Centralità della persona e delle sue relazioni

Etica del lavoro. Centralità della persona e delle sue relazioni

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 8 del 03/03/2018

Un confronto che ha radici storiche profonde quello tra sindacato e dottrina sociale della Chiesa, di cui si è avuto un momento significativo nell’incontro di febbraio del “Cantiere” del Cipax (Centro Interconfessionale per la pace) sul tema ”Etica del lavoro”. Monsignor Fabiano Longoni, direttore dell’Ufficio Nazionale dei problemi sociali e il lavoro della Cei, teologo morale con una formazione anche socioeconomica, e Francesca Re David, segretaria generale della Fiom/Cgil, hanno dialogato, ciascuno dalla sua prospettiva, sul concetto stesso di lavoro e sul suo “senso” nella vita individuale e pubblica.

«È questo il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale», ha detto monsignor Longoni, riprendendo il titolo della “Settimana sociale dei cattolici italiani” dello scorso ottobre a Cagliari. Richiamandosi all’Evangelium Gaudium e alla Laudato Si’, ma anche alla nostra Costituzione e in particolare all’art. 1, ha sottolineato che il lavoro è soprattutto capacità di cambiamento, è agire per incidere concretamente nella realtà ed è così che si esprimono anche il suo valore, la sua dignità. E anche la sua valenza spirituale, perché il lavoro concorre al progresso in questo campo, e non è certo finalizzato solo ad ottenere un “prodotto”.

Al centro deve essere sempre la “persona” che lavora: il lavoro dà dignità se è interpretato da “persone” che sono anche in “relazione” tra loro. Connettere per uno sviluppo integrale, e anche spirituale, non solo economico del singolo e della società. Sul piano pratico, la proposta è di ricercare i luoghi delle “buone pratiche”, le esperienze positive per un agire concreto ed efficace. Anche la solidarietà, come suggerisce l’etimologia della parola – da “solido” – è un vaso comunicante che crea bene.

Centralità della persona per Francesca Re David vuol dire prendere coscienza di come negli ultimi anni sia stata operata una decisa “svalorizzazione del lavoro”, un’“inversione di senso” per cui al centro della legge e della politica ora è soltanto l’impresa. Con il movimento dei lavoratori frantumato, di fronte a un capitale più forte, chi lavora è sempre più solo. Mentre con il giuslavorismo la legge si faceva garante di sostenere il lavoro e tutelare il lavoratore, ora si va in direzione contraria e si è tornati a far politiche che mortificano il lavoro stesso e il lavoratore. Nel racconto collettivo il lavoro è scomparso, e forse si ritiene che si avvii a scomparire anche concretamente, almeno quello manifatturiero, per l’innovazione tecnologica. Ci si preoccupa del costo del lavoro e non del valore del lavoro: una persona è solo uno strumento di produzione e si cambia appena non va, mentre la difesa delle condizioni di lavoro (orari, modalità delle attività alla catena di montaggio, ecc.) è sempre più precaria. La crisi è ancora in atto, perché la riorganizzazione delle aziende a livello globale comporta mobilità, delocalizzazione e quindi cassa integrazione e perdita di posti di lavoro, in particolare in Italia per la scarsa capacità d’innovazione delle nostre imprese. Crescono le differenze di condizione anche all’interno dello stesso settore. Se il lavoro è capacità di intervenire sulla natura, si può – e si deve – intervenire collettivamente per migliorarlo. Invece, in un mondo in cui sono le dinamiche del mondo finanziario a dominare, si punta a spezzettare la coalizione del lavoro e diminuisce la capacità di contrastare. Quale è il segno del benessere di una società? Si può valutare dal solo PIL? La ricchezza va ridistribuita o solo finanziarizzata? Le Costituzioni come la nostra, che garantiscono i diritti della persona, non sono compatibili con il quadro globale, e infatti si assiste al tentativo di cambiarle.

Prossimi appuntamenti del Cantiere del Cipax, quest’anno dedicato alle “Sfide dell’etica”, 16 marzo, "Nuove famiglie e genitorialità", con Paola Schellenbaum, della Commissione famiglie della Tavola Valdese, e Andrea Rubera, Famiglia arcobaleno, 26 aprile, “Religions in Love”, con Rania Ibrahim, sulla sessualità femminile nell’Islam.  

* Cristina Mattiello è insegnante, giornalista e americanista, direttora del Cipax  

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