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La verità,vi prego, sui rifugiati. Contro la «facile propaganda», i numeri di “Carta di Roma”

La verità,vi prego, sui rifugiati. Contro la «facile propaganda», i numeri di “Carta di Roma”

Tratto da: Adista Notizie n° 9 del 10/03/2018

39275 ROMA-ADISTA. La Campagna elettorale si è ormai conclusa e il Paese si avvia verso l'insediamento di un nuovo governo. A segnare gli ultimi mesi del dibattito politico è stato, in maniera quasi ossessiva, il tema delle migrazioni, affrontato il più delle volte senza cognizione di causa, con argomentazioni che hanno parlato più alla pancia che alla testa del Paese. Tra mezze verità, semplificazioni, autentiche bugie e numeri sparati un po' a casaccio, la capacità di smuovere e cavalcare l'aspetto emotivo della questione è stato il vero banco di prova del mondo politico in vista del 4 marzo, tanto che molti candidati, anche di provenienza non proprio destrorsa, hanno pensato bene di rincorrere e spesso superare a destra l'umore dell'elettorato.

Per esempio, la candidata alla presidenza della Regione Lazio Roberta Lombardi, in quota 5 Stelle, ha scritto: «Quando penso alle province del Lazio e ai suoi borghi penso ad accogliere più turismo, che rilancia l’economia locale, e meno ai migranti, che invece pesano sull’economia locale. Non è questione di destra o di sinistra ma di buon senso». Ovviamente Lombardi, che già in passato si era distinta per alcune sortite “nere”, ignora che turismo e migrazioni non sono fenomeni che si escludono a vicenda, e ignora anche tutta una vasta letteratura che ricorda, al contrario di quanto affermato nel post del 22 febbraio, l'esigenza di quote crescenti di immigrazione stabile e integrata per compensare gli indicatori in calo del nostro sistema produttivo, previdenziale e demografico. Ancora a titolo di esempio, le dichiarazioni allarmiste di Silvio Berlusconi al Tg5 del 4 febbraio: «L'immigrazione è una questione urgentissima. Oggi in Italia si contano almeno 630mila migranti di cui solo il 5%, e cioè 30mila, ha diritto di restare in quanto rifugiati e cioè fuggiti da guerra e morte. Gli altri 600mila sono una bomba sociale pronta a esplodere, perché vivono di espedienti e di reati». Evidente il tentativo del leader forzista, in barba alla correttezza dell'informazione, di acciuffare qualche voto in più nelle masse malpanciste, in un clima di accesa competizione esterna, con centrosinistra e Movimento 5 Stelle, ma anche interna, con gli scomodi alleati Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che della guerra ai migranti sono maestri.

Il 28 febbraio, a pochi giorni dal voto, l'associazione Carta di Roma – nata nel 2011 per attuare il protocollo deontologico per una corretta informazione sull'immigrazione – ha pubblicato 5 infografiche per ridimensionare la narrazione pubblica sul fenomeno dei rifugiati, che suscita inquietudine nell'opinione pubblica nonostante costituisca una quota del tutto residuale rispetto alla presenza di circa 5 milioni di stranieri regolari e integrati in Italia. A partire proprio da quei 600mila “irregolari” che Berlusconi, e poi altri del centrodestra, hanno detto di voler cacciare dall'Italia: «Una cifra enorme che pure, ammesso e non concesso, si rivelasse fondata, avrebbe delle difficoltà logistiche notevoli e dei costi esorbitanti ». In verità, quella cifra le destre l'hanno ottenuta, si legge nell'articolo di Alessandro Lanni su Carta di Roma, «sommando gli arrivi via mare degli ultimi anni con il picco nel 2016 e la diminuzione negli ultimi mesi». Operazione di sicuro effetto mediatico ma di dubbia correttezza, perché non tiene in giusta considerazione il fatto che, per la stragrande maggioranza dei migranti, l'Italia rappresenta solo un Paese di approdo e di transito, dove fermarsi, sostare per un periodo il più breve possibile, e ripartire alla volta del Nord Europa. «In Italia – si legge infatti su Carta di Roma – risiedono circa 131mila persone che negli anni hanno ricevuto protezione internazionale. Se si ritrovassero al Circo Massimo di Roma non ne occuperebbero la metà».

Berlusconi poi assume che solo il 5% dei nuovi arrivati abbia diritto a rimanere nel nostro Paese, «ma le cose stanno davvero così?». No, e per questo l'associazione ha realizzato infografiche con «numeri e definizioni che possano aiutare a fare un po’ di luce» sul fenomeno dei rifugiati, «al di là della propaganda facile». Nel 2017 sono state esaminate 81.537 domande, delle quali 33.873 accolte in prima istanza. Si tratta dunque del 40% del totale dei richiedenti protezione, che in virtù dello status acquisito non può essere espulso. Ma c'è di più: i migranti cui non è riconosciuta tale protezione internazionale possono comunque fare ricorso e i dati dell'Agenzia Onu per i rifugiati confermano che il 50% dei ricorsi ha esito positivo già in primo grado.

A campagna elettorale quasi conclusa è stato diffuso anche il dossier di Caritas Italiana dal titolo: “10 cose da sapere su migranti e immigrazione” (scaricabile gratuitamente su www.caritasitaliana.it nella sezione “Studi e ricerche”), che smonta i 10 luoghi comuni più diffusi nell'opinione pubblica (v. Adista Documenti allegato) e più cavalcati dai politici in competizione: i salvataggi in mare incentivano le partenze, i migranti sono troppi, vengono tutti in Italia e non pagano le tasse, hanno tutti il telefonino, “aiutiamoli a casa loro”, il terzo settore e la Chiesa guadagnano sull'accoglienza, ecc. A partire da questi luoghi comuni, il dossier presenta una carrellata di dati e numeri incontrovertibili, che testimoniano lo scostamento tra il sentire comune e la realtà dei fatti. Ormai i giochi sono fatti, le bugie e la propaganda possono portare voti, ma per gestire un fenomeno complesso come quello migratorio, che oltre alla domanda sulla sicurezza solleva anche quella sul rispetto dei diritti umani e delle leggi internazionali, serve ben altro.  

Immigrati a Lampedusa in una foto di Vito Lanzari, scattata nel 2006, tratta da Flickr, immagine originale e licenza

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