Vincono paura e povertà: su “Sbilanciamoci!” analisi all'indomani del voto
Interessante analisi del voto proposta da Sbilanciamoci!. Secondo Mario Pianta i due grandi motori del voto sono stati paura e povertà, geograficamente contestualizzati a Nord e a Sud: «Quelli di Centrodestra e Cinque stelle sono successi paralleli, alimentati da ingredienti comuni: il voto di protesta, la retorica populista, la critica all’Europa, l’astio contro gli immigrati. Nel Centrodestra queste spinte coesistono con interessi molto distanti (quelli del potere economico intorno a Berlusconi) e la definizione dei rapporti di forza interni alla coalizione sarà complicata, in termini di egemonia politica prima ancora che nella formazione del governo. Nei Cinque stelle quegli ingredienti convivono con il tentativo di passare da movimento di protesta a partito di governo, anche qui con un’evoluzione dell’identità e dell’agenda politica ancora tutta da definire».
Poi c'è il Paese reale, con un reddito medio procapite precipitato negli ultimi anni. Un crollo generale che ha colpito principalmente le fasce più povere di popolazione e il Mezzogiorno. «Il voto ai Cinque stelle – spiega Pianta – riflette la povertà del Sud, e si comprende bene il richiamo della loro richiesta di reddito minimo. Il voto alla Lega esprime la paura di impoverirsi del Nord». E questo spiega anche perché il Pd e Forza Italia resistono nei centri delle grandi città, dove i redditi sono mediamente più elevati così come più alta è l'istruzione». Alla povertà si affianca infine la paura (catalizzata contro i migranti), la percezione di un Paese che “accoglie” nuovi poveri, potenziali concorrenti nei lavori a basso profilo e nei servizi pubblici. «Paura e povertà, in questo strano intreccio, sono diventate le forze che disegnano la politica italiana» e che soppiantano le parole d'ordine tradizionali della destra e della sinistra. In particolare, «la tragedia della sinistra è che uguaglianza, sicurezza sociale e solidarietà sono state per duecento anni le sue insegne. Via via smarrite nella perdita di identità collettive, in pratiche politiche sempre meno coinvolgenti, in politiche di governo sempre più in contrasto con quei valori».
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