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Camerun: la Santa Sede si rifiuta di nominare il nunzio

CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. La Santa Sede si sta rifiutando di nominare il nunzio apostolico in Camerun. Secondo Jeune Afrique, che ne dà notizia oggi 21 marzo, è una forma di pressione sulle autorità del Paese africano per lo stallo in cui giacciono le indagini sulla morte di mons. Jean-Marie Benoît Bala, vescovo di Bafia, avvenuta il 2 giugno scorso. Forti sono gli indizi che il prelato, il cui cadavere è stato ritrovato mutilato nelle acque del fiume Sanaga a un centinaio di chilometri dalla capitale Yaoundé, sia stato assassinato. Di tanto continua ad essere convinta la Chiesa camerunense, che non è rimasta per nulla soddisfatta dei risultati autoptici sul corpo del confratello: “morte per annegamento”, è stato il referto, pur se pare non sia stata trovata acqua nei polmoni. La Conferenza episcopale ha sporto denuncia contro ignoti, ma non un passo in più sarebbe stato fatto dagli organi giudiziari.

All’epoca era nunzio nel Paese africano mons. Piero Pioppo, che lo scorso 8 settembre è stato inviato a fare il diplomatico in Indonesia e che il 19 marzo appena trascorso è stato nunzio apostolico anche presso l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN). Da sei mesi la rappresentanza diplomatica vaticana a Yaoundé è affidata all’incaricato d’affari Cosma Ambrosini.

Sono incomprensibilmente vari i sacerdoti morti di morte violenta in Camerun. Fra questi, p. Armel Djama (giugno 2017), p. Augustin Ndi (maggio 207), mons. Yves Plumey (Ngaoundéré, 1991), abate Joseph Mbassi (Yaoundé, 1988), p. Antony Fontegh (Kumbo, 1990), le suore di Djoum (1992), p. Engelbert Mveng (Yaoundé, 1995) (v. Adista Notizie n. 23/17 e, in particolare per la morte di mons. Bala, nn. 22, 27, 29, 30/17).

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