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Don Sciortino: il problema non sono gli immigrati ma i giovani che lasciano il Paese

Don Sciortino: il problema non sono gli immigrati ma i giovani che lasciano il Paese

È una denuncia senza appello quella scagliata contro il mondo politico da don Antonio Sciortino, direttore di Vita Pastorale, nell'editoriale di aprile. Dopo una delle peggiori campagne elettorali degli ultimi anni – «segnata da insulti, risse e falsità» diventate vere agli occhi dei disillusi della politica – il Paese si trova oggi con uno stuolo di parlamentari che ha «promesso di tutto e di più. Pure l’impossibile. Anche se è immorale promettere quel che si sa già che non si potrà mai mantenere». Irresponsabili che scaricano il peso delle loro promesse sulle future generazioni, perché è vero che «suscitare sogni aiuta a vivere», ma solo se dietro ai sogni ci sono progetti chiari e onesti da mettere in campo. Altrimenti, ammonisce il direttore, «anche i bei sogni svaniscono come neve al sole. Soprattutto a primavera. O si trasformano in incubi, accrescendo il senso di frustrazione della gente». Nel Paese reclama solidarietà e senso del bene comune, prime vittime della politica attuale, anche i media sembrano ormai «asserviti a interessi di parte. Anche quando confliggevano con la verità».

Insomma, sottolinea Sciortino, a scomparire dalla scena non sono tanto le ideologie quanto gli «uomini di cultura», capaci di visione, di lungimiranza, di onestà intellettuale. A preoccupare più di tutto «è la generale assenza di idee e progetti per le nuove generazioni. Non basta elargire un reddito, come una sorta di elemosina, per tacitarle o conquistarle». L'Italia si avvia verso il «suicidio demografico», che non sarà arginato neppure da «quei “nuovi italiani” che ci impuntiamo a non riconoscere». I giovani che potranno permetterselo partiranno, testimoni di quel «genio italiano» tanto apprezzato all'estero; gli altri invece resteranno, abbandonati e senza speranza di futuro, a sobbarcarsi il «fardello» sempre crescente di anziani e molto anziani.

L'ultimo pensiero del direttore va agli «immigrati, gli stessi che hanno permesso ad alcuni di vincere le elezioni». «Non sono un’emergenza», ribadisce, né «tanto meno il vero problema del Paese. Che è, invece, la povertà crescente». I flussi vanno governato bene, con intelligenza, «con accoglienza e integrazione», perché «gli stranieri sono una risorsa, di cui non possiamo fare a meno», a livello economico, previdenziale e demografico. In questo senso la preoccupazione della politica dovrebbe centrarsi non tanto su quelli che arrivano, quanto piuttosto sui giovani italiani che lasciano il Paese e si costruiscono un futuro oltreconfine. «Anche per la Chiesa – suggerisce infine – i giovani sono quella “parte che gli manca”». E se questa sarà una prima preoccupazione del prossimo Sinodo dei vescovi, «nel Paese, invece, “tabula rasa”».

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