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Comunità di Base e Noi Siamo Chiesa: solidarietà a don Alberto Vigorelli querelato daSalvini

Nel novembre del 2016 don Alberto Vigorelli, della Comunità parrocchiale di S. Francesco di Mariano Comense, disse durante l’omelia «O si sta col Vangelo o si sta con Salvini» a proposito dell’accoglienza allo straniero, dovere per ogni cristiano.

Matteo Salvini lo ha querelato per diffamazione. La procedura giudiziaria, che don Alberto ha accolto con assoluta serenità, non si è fermata: la richiesta di archiviazione è stata infatti respinta nonostante il parere del pm. Don Alberto Vigorelli perciò andrà a processo con l’accusa di aver diffamato il leader della Lega, .

Il 17 aprile, le Comunità cristiane di base della regione lombarda e “Noi Siamo chiesa”, conosciuto il prosieguo processuale, hanno reso noto un comunicato in cui «esprimono la loro completa e partecipe solidarietà a don Alberto per questa sua presa di posizione durante la celebrazione eucaristica. Sperano che essa sia condivisa in modo esplicito da tante realtà associative del mondo cattolico e dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini».

Si dichairano «delusi e amareggiati per la dissociazione di monsignor Patrizio Garascia, vicario episcopale di Monza, dalle chiare ed evangeliche parole di don Alberto. A nostro avviso questa sua opportunistica e calcolata prudenza politica contraddice il dovere cristiano di esercitare coraggiosamente il dovere della testimonianza, giudicando esplicitamente i fatti della cronaca e della storia sulla base dell’irrinunciabile criterio evangelico della fratellanza universale proclamata dal Padre»; ed inoltre «accredita la liceità di quell'egoismo  sociale che papa Francesco non si stanca di additare come uno dei maggiori peccati dei nostri tempi. Le parole di don Alberto ricordano interventi simili del Card. Tettamanzi che pure furono a suo tempo clamorosamente contraddetti da esponenti leghisti». 

«Le parole di don Vigorelli - sostengono le comunità firmatarie - sono scaturite da autentico amore anche per Salvini e i leghisti, non usando contro di loro», «come vuole far credere Garascia», chiosano, «ma a loro favore (chiedendo autentica conversione all'amore cristiano) quel Vangelo che lo stesso Salvini ha peraltro così ostentatamente (e ipocritamente) esibito durante il suo ultimo comizio in piazza Duomo».

 

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