Speciale di Vita Pastorale dedicato a don Tonino Bello

redazione 21/04/2018, 18:54

in occasione del viaggio di papa Francesco ad Alessano e a Molfetta (il 20 aprile), il mensile dei paolini diretto da don Antonio Sciortino Vita Pastorale dedica, sul numero di aprile uno dedicato alla figura di don Tonino Bello.

Allo Speciale hanno contribuito firme legate a don Tonino Bello: Mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento - Santa Maria di Leuca, ("Col profumo di popolo e il passo degli ultimi" ; Giancarlo Piccinni, presidente Fondazione don Tonino Bello ("Profeta e "poeta di Dio"); Tonio Dell'Olio, presidente della Pro Civitate Christiana, ("Una vita dedicata alla pace"); Rosanna Virgili, biblista, ("Buona giornata, Maria").

Nel suo intervento Tonio dell'Olio sottolinea come il tema della pace fosse per don Tonino strettamente collegato ai temi della riconciliazione, perdono, nonviolenza, giustizia, salvaguardia del creato. «Per questo sentirà la necessità di precisare: "Con questo non si vuol dire che il termine 'pace' indichi, inequivocabilmente, una realtà così precisa e dai contorni così ben definiti, da escludere nettamente zone di valori limitrofi. È difficile tracciare la linea di demarcazione che distingue l’area della pace da quella propria della libertà, o della giustizia, o della comunione, o del perdono, o dell’accoglienza, o della verità. Ed è fatica improba disegnare sulle mappe lessicali gli spartiacque di questi valori. Sicché, se le immagini possono aiutarci a capire, dovremmo dire che la pace più che una stella è una galassia, più che un’isola è un arcipelago, più che una spiga è un covone". La pace, pertanto, più come vocabolario che come vocabolo, perché è per sua natura creativa e non conosce il perimetro ristretto nel quale le nostre precomprensioni la vogliono recintare in modo rassicurante. Per questo don Tonino elencherà una pace su cui scommettere più come sfida e provocazione che come dato acquisito e certo». Anche la definizione della pace come “convivialità delle differenze”, non è una formula «ma piuttosto attinge alla Parola col desiderio di tradurla in una vera e propria “teologia della pace”, di cui la nostra riflessione comunitaria è ancora orfana, nonostante la Pacem in terris, i messaggi per la Giornata mondiale della pace. Per tutte queste ragioni, c’è una coerenza di fondo assoluta tra l’esposizione teorica di quel “Credo nella pace” che egli ha proposto negli anni (1985- 1993) di presidenza diPax Christi e la prassi che l’ha accompagnato, le scelte che ha operato, il prezzo che gli è toccato pagare in termini di incomprensione, richiami ufficiali, opposizione, attacchi anche sprezzanti e ostili giunti da ogni parte. Fino a osare proporre e realizzare quell’azione di pace a Sarajevo, che resta unica nella storia della nonviolenza italiana e mondiale; ovvero l’ingerenza pacifica di un “esercito” disarmato in una zona di guerra. Segno di intelligenza e profezia, di coraggio e creatività, di servizio e di fedeltà assoluta al Vangelo della pace, tratti che rendono originale (e finora unico) l’impegno di questo vescovo del Sud per la pace».