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Commercio illegale di armi e uccisione di civili: denuncia penale contro Italia e Rwm

Commercio illegale di armi e uccisione di civili: denuncia penale contro Italia e Rwm

Tratto da: Adista Notizie n° 16 del 05/05/2018

39346 ROMA-ADISTA. Italia e Rwm a processo per esportazione illegale di armi all’Arabia Saudita? È presto per dirlo. Intanto, però, c’è una denuncia penale, presentata lo scorso 17 aprile alla Procura della Repubblica di Roma, da Rete italiana per il disarmo, European Center for Constitutional and Human Rights (Ecchr) e Mwatana Organization for Human Rights (organizzazione umanitaria yemenita) contro l’Unità per le autorizzazioni dei materiali d’armamento (Uama, l’autorità italiana che autorizza le esportazioni di armamenti) e gli amministratori della società produttrice di armi Rwm Italia S.p.A. per le esportazioni di armamenti destinate ai membri della coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita coinvolti nel conflitto in Yemen (v. Adista notizie nn. 40 e 43/15; 6, 7, 9, 31 e 36/16; 19, 30 e 34/17; 12/18).

La denuncia prende le mosse dall’attacco aereo che l’8 ottobre 2016 colpì il villaggio di Deir Al-Hajari, situato nello Yemen nordoccidentale, uccidendo una famiglia di sei persone, tra cui una madre incinta e quattro bambini. Sul luogo dell’attacco furono rinvenuti dei resti di bombe e un anello di sospensione prodotti dalla Rwm Italia, controllata dal produttore tedesco di armi Rheinmetall, ma con uno stabilimento in Italia, a Domusnovas (Ca). «Nonostante i numerosi allarmi che testimoniano come l’intervento armato della Coalizione saudita nello Yemen stia causando gravi perdite di vite umane nella popolazione civile e comporti violazioni del Diritto umanitario internazionale – denunciano le associazioni –, le esportazioni di bombe ed altri armamenti verso gli Stati membri della Coalizione non si sono arrestate e sono tuttora in corso. In Italia l’Uama autorizza le licenze di esportazione di sistemi d’arma ad uso militare prodotti nel Paese. Pertanto, la denuncia presentata da Ecchr, Mwatana e Rete Italiana Disarmo chiede alla Procura di indagare, tra l’altro, sulla responsabilità penale dei suddetti amministratori e funzionari per la loro complicità quanto meno a titolo di colpa cosciente per i reati di omicidio e lesioni personali e per i funzionari dell’Uama anche per il reato di abuso di ufficio».

«Le esportazioni di armi ancora in atto da parte dei Paesi europei favoriscono l’uccisione di civili, mentre società come la tedesca Rheinmetall e la sua filiale italiana Rwm Italia S.p.A. traggono vantaggio da questo business», spiega Miriam Saage-Maaß, vice Legal Director di Ecchr. «Allo stesso tempo – prosegue –, i Paesi esportatori forniscono aiuti umanitari alla medesima popolazione colpita da queste armi. L’ipocrisia è sconcertante e si protrae a causa della mancata attuazione del regime normativo europeo sul controllo delle esportazioni di armi in relazione ai diritti umani. È pertanto di fondamentale importanza avviare un’indagine sulla responsabilità penale per queste esportazioni di armi e le relative autorizzazioni».

«La coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha ucciso e ferito migliaia di civili dal 2015, e ha bombardato in Yemen anche scuole, ospedali, case, ponti, fabbriche», aggiunge Radhya Al-Mutawakel, direttrice della ong yemenita per i Diritti umani Mwatana. «È molto triste – continua – che l’Italia stia alimentando come altri Stati questa guerra, vendendo armi ad alcuni membri della coalizione guidata dall’Arabia Saudita». EFrancesco Vignarca, della Rete italiana per il disarmo: «Nonostante le violazioni segnalate in Yemen, l’Italia continua ad esportare armi verso i membri della coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita. Ciò è contrario alla legge italiana 185/90, che vieta l’esportazione di armi verso Paesi in conflitto armato. Inoltre, è in contrasto con le disposizioni vincolanti della Posizione comune dell’Unione Europea che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di attrezzature militare e contro le prescrizioni contenute nel Trattato internazionale sul Commercio delle Armi». L’Italia svolge un ruolo importante, denunciano le associazioni in un rapporto. A partire dal maggio 2015 in diverse occasioni i resti di bombe prodotte in Italia sono stati ritrovati tra le macerie dopo attacchi aerei sferrati dalla Coalizione nello Yemen. Nonostante le denunciate violazioni del Diritto umanitario, le licenze governative rilasciate per le esportazioni di armi verso l’Arabia Saudita hanno mantenuto controvalori per centinaia di milioni di euro all’anno e sono aumentate dallo scoppio del conflitto.

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