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In arrivo a Roma i vescovi cileni. Il papa sa “tutto, anzi di più”

In arrivo a Roma i vescovi cileni. Il papa sa “tutto, anzi di più”

Raggiungeranno Roma alla spicciolata - alcuni già il 10 maggio - i vescovi cileni che fra il 14 e il 17 maggio incontreranno papa Francesco per parlare della crisi della Chiesa cilena dopo che il vescovo maltese della Valletta ha consegnato il dossier con le testimonianze raccolte in Cile sugli abusi sessuali.

 Diversamente da quando gli episcopati vengono in visita ad limina, il Vaticano non coprirà le spese dell’alloggio e del viaggio dei presuli. Le date della partenza, avverte il sito della Conferenza, sono dunque tutte o in buona quantità sfalsate, «essendo state stabilite in modo individuale». Il costo totale del viaggio è altrettanto variabile, «giacché ogni vescovo ha provveduto all’acquisto del proprio biglietto aereo». E anche il costo della sistemazione in trasferta.

Il quotidiano cileno La Tercera (7/5) fa un po’ di conti in tasca ai vescovi. Il biglietto costerà loro almeno un migliaio di euro, a seconda della compagnia aerea. La maggior parte di loro si fermerà nella Casa Internazionale del Clero, dove una stanza dotata di bagno costa fra gli 80 e i 90 euro a notte. Altri alloggeranno nella Residenza di Santa Marta, la “casa” del papa, dove il costo è leggermente superiore. Pare che qui sosteranno l’arcivescovo di Santiago, card. Ricardo Ezzati, e i vescovi di Rancagua, mons. Alejandro Goic, e di Melipilla, mons. Cristián Contreras. Verranno in 31, ovvero tutti tranne il vescovo ausiliare di Santiago, mons. Andrés Arteaga, che ha problemi di salute. Arteaga, come mons. Juan Barros (di Osorno), mons. Horacio Valenzuela (di Talca) e mons. Tomislav Koljatic, sono accusati dalle vittime dell’ex sacerdote Fernando Karadima di aver presenziato agli abusi sessuali e di non aver mai denunciato l’“orco”.

Il papa, com’è noto, ha voluto incontrare prima (28 e 29 aprile) le vittime di Karadima, James Hamilton, Juan Carlos Cruz e José Andrés Murillo. I tre hanno già riferito dei loro colloqui col pontefice (v. Adista Notizie n. 17/18), ma Andrés Murillo ha voluto fornire un supplemento di informazione, parlando alla trasmissione “Hablemos en Off” di Radio Duna; per esempio, che il papa gli ha detto: «Ho sentito in Cile [durante la visita fatta a gennaio scorso] un freddo stranissimo». O ancora, quando le vittime gli hanno parlato del card. Francisco Javier Errázuriz. «Oggi il papa ha molta più informazione», ha detto Murillo, «è molto più informato di noi sull’operare di Ricardo Ezzati, Errázuriz e vari altri che nella Chiesa si sono trasformati in insabbiatori; neanche io sapevo che avevano fatto così tante pressioni perché il nostro caso e altri casi non andassero avanti». Comunque, ha ripetuto, «noi non abbiamo evitato nessun tema difficile, anche argomenti sui quali eravamo in disaccordo o abbastanza in disaccordo con il papa».

*Foto di GameOfLight tratta da Wikipedia Commons immagine originale e licenza

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