Nessun articolo nel carrello

Introduzione. Quale cielo, quale terra?

Introduzione. Quale cielo, quale terra?

Tratto da: Adista Documenti n° 19 del 26/05/2018

Un numero speciale su un anniversario è sempre impegnativo. E rischioso. Se poi il tema è il ‘68, il terreno si fa scivoloso. Perché, se da una parte c’è il rischio dell’apologia o quello di limitarsi a rintuzzare gli attacchi continui che negli ultimi decenni individuano nel ‘68 l’origine di tutti i mali della società italiana; dall’altra, anche chi individua nel ‘68 un momento centrale e progressivo della storia del ’900 corre il rischio di celebrare il “mitico” anno in maniera rituale, finendo così – paradossalmente – per neutralizzare proprio le dirompenti dinamiche di cui si vorrebbe fare memoria attiva.

Noi a fare uno speciale sul ‘68 ci proviamo lo stesso, con un taglio però leggermente diverso da quello che i nostri lettori avranno trovato su tanti altri mezzi di informazione. Oggetto di questo numero infatti, non è solo il 1968, ma tutto l’arco di tempo che va dal 1968 al 1978, poco più di un decennio che produsse in Italia una serie di trasformazioni che solo pochi anni prima sembravano inimmaginabili. Si avviò in quella stagione, infatti, il processo di democratizzazione della scuola, la liberalizzazione dell’accesso universitario; vennero raggiunte conquiste come il tempo pieno e le 150 ore, che consentivano ai lavoratori di accedere a più alti livelli di istruzione e ai giovani provenienti da famiglie economicamente più disagiate e culturalmente meno preparate di poter proseguire il proprio tempo a scuola anche nel pomeriggio. Nel mondo del lavoro le lotte degli anni ’60 sfociarono nello Statuto dei Lavoratori, varato dal Parlamento inizialmente per regolare e arginare i conflitti, ma che finì per registrare i nuovi rapporti di forza, e assicurare protezione legale e diritti fino a quel momento inconcepibili. E fare da trampolino per ulteriori, faticose, conquiste sindacali.

Nella Chiesa, la spinta avviata dal Concilio, seppure con i già evidenti segnali di normalizzazione (le dimissioni del card. Lercaro da arcivescovo di Bologna, la chiusura dell’Avvenire d’Italia, l’Humanae vitae, la condanna e l’emarginazione di tanti teologi e preti di punta del rinnovamento conciliare), proseguiva e realizzava nuovi modi di vivere la vita comunitaria, di mettere in relazione Vangelo e vita, contemplazione e azione nella società, appartenenza ecclesiale e dimensione politica. Questo processo di liberazione ecclesiale, che tendeva progressivamente a trasformare il gregge in popolo di Dio, il fedele in cristiano adulto, coinvolse anche le donne, che nella Chiesa – e nella società – reclamavano il ruolo che da secoli era stato loro negato da istituzioni patriarcali. A livello politico, questo fermento ecclesiale produsse rilevanti novità: le Acli, nel 1969, sancirono ad esempio la fine del “collateralismo” con la Dc (l’anno dopo, a Vallombrosa, faranno quella “scelta socialista” che comprometterà per lungo tempo i rapporti con la gerarchia cattolica), mentre l’Azione Cattolica di Vittorio Bachelet si preparava alla grande svolta della “scelta religiosa” (1969), la quale intendeva dare all’associazione che era stata guidata da Luigi Gedda – quella mobilitata nei comitati civici e nel collateralismo alla Dc – una maggiore indipendenza rispetto alla politica democristiana, in modo da garantire ai laici cattolici una certa autonomia nella sfera sociale e politica. Che ebbe un ruolo significativo anche sul risultato, del tutto inatteso, del referendum sul divorzio del 1974.

Fuori dall’associazionismo cattolico tradizionale, i gruppi spontanei per la nuova sinistra, assieme a piccole riviste e movimenti di base, diedero vita a un vivace e fecondo dibattito tra credenti e non. Cominciò così il percorso orizzontale, declericalizzato e desacralizzato delle Comunità Cristiane di Base, che tra fine anni ’60 e inizio anni ’70 cominciarono a fiorire in tutta Italia. Accanto ad esse, i Cristiani per il Socialismo, riviste, gruppi, circoli di riflessione politica e culturale, esperienze inedite di militanza politica, e con una significativa presenza cristiana, come l’Acpol, l’Mpl, il gruppo Manifesto, Democrazia Proletaria, la Sinistra Indipendente.

Senza dimenticare la grande spinta progressista che veniva dall’America Latina, specialmente sul fronte di una elaborazione teologica nuova, che sceglieva di incarnare il Vangelo nelle istanze di liberazione degli oppressi e che mostrava un modello di Chiesa, talvolta anche gerarchica, lontana anni luce dal centralismo e dal conservatorismo vaticano.

Fuori dal contesto ecclesiale (ma con forti ripercussioni, negli anni successivi, anche su di esso) e ancora a partire dalla fine degli anni ‘60 esplose anche la questione dell’identità di genere e dei diritti delle persone Lgbt, che reclamavano di uscire dalla marginalità e dalla cultura della rimozione e della vergogna cui la società italiana e la Chiesa li tenevano confinati.

Nel ’78 ci fu poi il caso Moro, uno spartiacque nella vita politica e civile italiana. Da allora le spinte progressive poco a poco si arrestarono, i diritti conquistati vennero tutt’al più difesi, quando possibile, il quadro politico mutò in maniera lenta ma radicale. Il 1978 fu anche l’anno dell’elezione al soglio pontificio di Giovanni Paolo II, il papa che farà dell’archiviazione dell’esperienza conciliare l’elemento centrale e qualificante del suo papato.

Tutto questo Adista, nelle pagine che seguono, cerca di raccontare, attraverso voci che quegli anni li hanno attraversati, intensamente vissuti oltre che in una dimensione personale, soprattutto in quella ecclesiale e collettiva, immersi dentro quel processo di riscatto, emancipazione, lotta, che abbiamo definito “l’assalto al cielo”. Un assalto che rendeva il “cielo” più vicino a chi, dal fango e dalla polvere, lo invocava; ma rendeva anche più vicino il “Cielo” a quei credenti che pensavano alla liberazione dal dominio del sacro, come affrancamento da quella dimensione separata, astratta, egemonizzata dalla gerarchia, dai dogmi e dai precetti che contrapponeva – lacerandole – le varie dimensioni dell’esistenza umana, l’assoluto dal relativo, il corpo e lo spirito. Insomma, appunto il cielo e la terra.  

* 1968 - I primi cortei: fonte  Centro Galmozzi, foto tratta da it.wikipedia.org, immagine originale e licenza

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.