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Fermo richiamo al papa: “si metta la mascherina!”

Fermo richiamo al papa: “si metta la mascherina!”

“Il re è nudo”, gridò il bambino della favola che, innocente, non poteva tacere che il re non indossava vestiti. “Il papa è nudo”, grida ora Manuel Vidal, al papa che si presenta in pubblico col viso “nudo” quando tutti lo copriamo con la mascherina. E dunque, la metta, sollecita il direttore di Religión Digital.

Nella “lettera” al pontefice, sotto il titolo “Per favore, Papa Francisco, indossi la mascherina e ci dia esempio e speranza”, premette che «nessuno come il Papa ha messo il dito sulla piaga della pandemia, che ritrae il mondo e ne scopre la vergogna nascosta. Nessuno come lui ha ricordato, mille volte, che siamo insieme su questa barca della casa comune», che per uscire insieme dalla pandemia serve «solidarietà e sussidiarietà» e che la «gente normale non continui a pagarne il prezzo, che "le multinazionali e le case farmaceutiche non abbiano la precedenza sulle persone" e che il vaccino sia un bene universale».

«Allora, Santità – chiede – perché non indossa la mascherina in pubblico? L’abbiamo vista con la mascherina sul viso solo una volta, poche settimane fa e in modo fugace, in una foto rubata, mentre scendeva dall'auto che lo stava portando all’udienza nel cortile di San Dámaso. Se non la mette, Papa Francesco, lo faccia. E se la indossa, perché nascondersi?».

«La indossi la mascherina – esorta –. Prima, per le persone: che vedano che lei è con loro»; «la loro speranza crescerebbe» e anche la «loro forza per continuare la loro lotta contro il virus»; e inoltre, «aiuterebbe a distruggere le teorie negazioniste e del complotto, che sono promosse e istigate dall'estrema destra politica e religiosa».

Poi perché farebbe risaltare, senza necessità di fare nomi, la differenza con i Trump, i Bolsonaro e altri leader politici mondiali che mettono l’economia e gli interessi del capitalismo al di sopra della salute e della vita delle persone. Se continua a farsi vedere senza  mascherina, si espone ad un immediato paragone con questi leader e, in più, sembrerebbe che sta contraddicendo il discorso che lei stesso fa nella Laudato si’, dove mette in evidenza che tutto è connesso e quei piccoli gesti locali e personali contano. E molto».

E ancora, proprio «non piace – aggiunge Vidal – vederla in udienza stringere la mano ai vescovi e ai funzionari della Segreteria di Stato» e, ancora «meno, baciare le mani dei preti, come ha fatto qualche settimana fa. E so che è consuetudine baciare le mani dei sacerdoti appena ordinati, perché sono unti con l'olio santo. Ma no, non in queste circostanze e davanti alle telecamere»! Con l'attuale situazione sanitaria che non ci permette di abbracciarci o toccarci, «a volte noi genitori non possiamo nemmeno abbracciare i nostri figli. Quanti baci e abbracci in serbo! Oggi dobbiamo dimostrarci affetto rispettando la distanza, evitando il contatto, salutando con la mano sul cuore o con entrambe le mani unite in quel bellissimo e antico gesto liturgico».

«È così – conclude Vidal - che possiamo prenderci cura l'uno dell'altro oggi. È così che dobbiamo dimostrare oggi che amiamo noi stessi: proteggendoci e proteggendo, soprattutto, i più vulnerabili».

*Foto di Andrea Toxiri, tratta da pixabay.com, immagine oritinale e licenza

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