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L'OSSERVATORE ROMANO

- L’ironia amara e pungente del teologo della liberazione argentino oscar Campana sui nuovi servizi internet del vaticano.

Tratto da: Adista Contesti n° 72 del 20/10/2007

Questo articolo del teologo argentino Oscar Campana è stato pubblicato sul sito internet redescristianas.net (27/9/2007).Titolo originale: “gran romano”

Ci giunge questa notizia e la vogliamo condividere con i nostri lettori, insieme ad alcuni commenti: (EFE) “Il Vaticano inaugurerà questo giovedì un nuovo portale internet dove, oltre a informazioni sullo Stato pontificio, verranno mostrati in tempo reale, attraverso webcam, alcuni angoli del Vaticano come la tomba di Giovanni Paolo II e i giardini, secondo quanto si apprende da un comunicato. Il nuovo portale si aggiungerà a quello già esistente, dove, a partire da ora, si potranno consultare le attività del papa. Questo nuovo sito web permetterà di accedere alla Città del Vaticano e ai suoi servizi, come musei, filmoteca, ufficio stampa e farmacia. Il nuovo portale mostrerà, in tempo reale attraverso cinque webcam, i bei giardini vaticani, quasi sconosciuti dato che sono chiusi al pubblico; piazza San Pietro; la cupola della Basilica e la tomba di Giovanni Paolo II. La telecamera sulla tomba di Giovanni Paolo II permetterà di guardare in qualsiasi momento le migliaia di persone che ogni giorno accedono alle grotte vaticane per rendere omaggio al pontefice. Il sito internet è suddiviso in cinque sezioni: Governo e Stato, Servizi, Altre Istituzioni, Monumenti e Negozio, dove sarà consentito agli utenti comprare prodotti numismatici, filatelici, tessere telefoniche e vari articoli dei Musei vaticani”. Bene, questo è solo l’inizio. Non diamo credito a quanti vedono qui una variante mistico-morbosa del Grande Fratello. Qui vedremo gente che prega. E gente che vede, per la prima volta, quello che era nascosto ed è stato rivelato. Mi vengono, quasi senza sforzo, alcune idee su dove porre queste webcam senza uscire da quello 0,44 kmq cui Garibaldi ridusse gli Stati pontifici nel 1870 e che oggi costituisce la Città del Vaticano. Quelli che seguono sono solo alcuni esempi.  

Congregazione per i vescovi 
Si potrà conoscere, in diretta, il meccanismo in base al quale gli organismi vaticani, in nome di una discutibile teologia, fanno strame dei diritti delle Chiese locali, ignorando il parere del popolo di Dio e riparando tutto il procedimento nel più assoluto dei segreti. Alla fine capiremo perché quattro monsignorini – in sparato romano e freschi di parrucchiere – sanno delle nostre necessità pastorali e ministeriali più di noi stessi.  

Congregazione per le Cause dei Santi 
Finalmente sapremo perché le brutte parole del padre Brochero sono un ostacolo alla sua canonizzazione più che i titoli nobiliari comprati da Escrivá de Balaguer! Perché è più vicino alla santità il lavoro con i sindacalisti polacchi del padre Popieluszko che l’impegno martiriale dei vescovi Romero ed Angelelli!Una telecamera ci mostrerà il momento in cui una équipe medica – eretta ad autorità indiscussa sulla manifestazione del divino – decide perché un miracolo è un miracolo, dopo la qual cosa le autorità della Congregazione decidono a quale santo di quelli che sono in lista d’attesa conviene attribuirlo.  

Congregazione per la Dottrina della Fede 
Le telecamere ci mostreranno una grande lavagna ricoperta di foto di noti teologi. Davanti ad esse, un gruppo di funzionari romani intenti a praticare un tirassegno con frecce dalla punta d’acciaio. Jon Sobrino è appena stato centrato fra le sopracciglia. Gli altri protestano e si lamentano, non per solidarietà con la teologia latinoamericana ma perché la loro sconfitta li obbliga a redigere una nota di condanna dell’opera del teologo in questione. “Neanche l’ho mai letto!”, protesta uno. “Bisognerebbe conoscere l’America Latina”, commenta un altro, sicuramente male influenzato da letture indebite. Ma tutti mettono mano all’opera: il dovere innanzitutto...  

Pontificia Commissione per l’America Latina 
La polemica fra Eduardo de la Serna e il cardinale Francisco Javier Errázuriz giungerà al termine: sapremo finalmente chi ha introdotto i cambiamenti alla redazione che i partecipanti alla Quinta Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano celebrata ad Aparecida consideravano definitiva, e della quale si gloriavano perché mai un documento aveva ricevuto tanto consenso. Ma sembra che “tanto consenso” non sia bene per l’ecclesiologia dominante, e che sia necessario sfumarlo con un po’ di non-senso. E che importa il dissenso!  

Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” 
Quest’area è la più difficile: è filmata in latino, e senza sottotitoli. Abbondano le parole difficili che terminano in “us” e in “um”. Nelle immagini è  difficile riconoscere i volti: quasi tutti i protagonisti sono di spalle. Non sappiamo se per vergogna, per discrezione o perché stanno aspettando, sbagliandosi, che li seguiamo...Ricordiamo ai lettori disattenti che questa commissione pontificia è stata creata per “collaborare con i vescovi, con i dicasteri della Curia Romana e con gli ambienti interessati al fine di agevolare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità, religiosi e religiose finora in vario modo legati alla Fraternità fondata dall’arcivescovo Lefebvre e che desiderano rimanere uniti al Successore di Pietro nella Chiera cattolica, conservando le proprie tradizioni spirituali e liturgiche, secondo il protocollo firmato lo scorso 5 maggio (1984) dal cardinal Ratzinger e dall’arcivescovo Lefebvre”.Chissà se entro poco tempo non verrà creata una Pontificia commissione per assistere pastoralmente e stabilire relazioni ecumeniche con quelli che ancora aspettano l’adempimento delle promesse del Concilio Vaticano II. Chissà che non ci permettano di celebrare la messa in lingua vernacolare e ci autorizzino a leggere la Gaudium et spes e la Dignitatis huma-nae...  

Vedere e udire 
Sì, il popolo di Dio vuole vedere e udire, ma vuole udire e vedere altre cose. Sono molti quelli che desiderano abitare una Chiesa lontana tanto dai patti di silenzio, sordamente rinnovati qua e là quanto dal circo, dalla messa in scena e dal culto della personalità. Per questo riaffiorano alla mia memoria le parole di Ronaldo Muñoz in “La Chiesa che amo”:  

Poche cattedrali di canti e oro,
molte cappelle di fango ed assi.
Pochi ricchi addestrati all’indifferenza,
molti poveri esperti in passione condivisa.
Pochi letterati calcolatori e prudenti,
molti semplici che sanno di fede e di speranza.
Pochi dottori molto sicuri della loro dottrina,
molti testimoni che ascoltano la verità.
Poco potere di farisei e sacerdoti di carriera,
molto servizio umile ai fratelli più piccoli.
Pochi progetti di dollari e marchi,
molti lavoretti di sudore e canto.
Poche cerimonie in palazzi e caserme,
molte feste in villaggi e quartieri marginali.
Poche benedizioni di armi, banche e governi,
molte marce per la pace, la giustizia e la libertà.
Poco timore del Dio del castigo e della morte,
molto rispetto per il Dio dell’amore e della vita.
Poco culto di spalle al popolo
al Cristo re eterno nell’alto dei cieli.
Molto amore e fedeltà al Gesù di Maria,
Compagno, Profeta, Figlio del Padre.
Poco, sempre meno, molto, sempre più.              

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