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LA BUONA NOVELLA NEL LINGUAGGIO DELLA MODERNITÀ. UN TEOLOGO BELGA "RISCRIVE" IL CATECHISMO

Tratto da: Adista Documenti n° 44 del 25/04/2009

DOC-2128. MADRID-ADISTA. Esprimere "la fede unica ed eterna in Gesù Cristo e nel suo Dio nel linguaggio della modernità", nella consapevolezza che il "monumento grandioso" della vecchia Chiesa istituzionale finirà come l'imponente statua dai piedi d'argilla sognata da Nabucodonosor: è questa l'ambiziosa impresa a cui l'85enne gesuita belga Roger Lenaers – che dal 1995, dopo il pensionamento, ha scelto di fare il parroco a Vorderhornbach, tra le montagne tirolesi - si è dedicato nel suo libro "Otro cristianismo es posible. Fe en lenguaje de modernidad" ("Un altro cristianesimo è possibile. La fede nel linguaggio della modernità", Abya Yala, Quito, 2008), scritto inizialmente in fiammingo con il titolo "Il sogno di Nabucodonosor. La fine di una Chiesa medievale", e tradotto, oltre che in spagnolo, in inglese e in tedesco. Un'impresa rilanciata in questi mesi dal portale dei cristiani progressisti spagnoli Atrio, che attorno al libro di Lenaers ha organizzato un nuovo corso, dal titolo "Un altro cristianesimo è possibile", dopo quello sul pluralismo religioso dello scorso anno (basato sul libro di José Maria Vigil, Teologia del pluralismo religioso, edito in italiano da Borla). E se il corso, partito il 14 ottobre del 2008 e conclusosi il 24 marzo scorso, era riservato agli iscritti, gruppi e singole persone, i capitoli del libro di Lenaers, pubblicati a cadenza settimanale e preceduti da una guida alla lettura (redatta da un'équipe in cui il teologo Juan Luis Herrero del Pozo ha svolto un ruolo centrale), sono accessibili a tutti, ovviamente in spagnolo, sulla home page di Atrio (www.atrio.org, procedendo a ritroso tra i documenti anteriori).

 

Una formulazione moderna della fede

Se, scrive Lenaers nella presentazione del libro, "per l'uomo occidentale del terzo millennio il linguaggio della tradizione cristiana è diventato un idioma estraneo, una lingua per iniziati accessibile solo alla porzione sempre più piccola della popolazione che ha ancora familiarità con le rappresentazioni del passato", diventa improrogabile il compito, che egli stesso si è assunto nel suo libro, di tradurre il messaggio cristiano in un linguaggio in cui l'uomo e la donna moderni possano riconoscersi. Certo, "questa formulazione moderna della fede", riconosce l'autore, "si distanzia a tal punto dalla tradizione da suscitare necessariamente il sospetto di eterodossia. Ma non lo è in nessun modo". Del resto, "molte delle rappresentazioni tradizionali non sono così antiche come per lo più si afferma e pertanto non appartengono alla ‘buona novella' originaria": "la confessione della divinità di Gesù – ricorda Lenaers – ha impiegato vari secoli per entrare a far parte del deposito della fede; tre secoli sono trascorsi prima che lo spirito di Dio venisse visto come una persona divina; ce ne sono voluti quattro per la dottrina del peccato originale ereditario; mille per riconoscere il matrimonio come sacramento; e molti di più per l'infalli-bilità papale e i dogmi mariani. Era forse impossibile essere veramente cristiani nei tempi precedenti a queste formulazioni?". E c'è poi un altro elemento determinante su cui fa leva Lenaers: "Non abbiamo ricevuto la nostra fede per tenerla sepolta nel campo del passato, ma per spargerla e seminarla". Solo se verrà tradotta nel linguaggio della modernità, la buona novella potrà continuare ad essere tale per gli uomini e le donne di oggi.

In uno stile semplice e chiaro, Lenaers si accinge dunque ad una revisione totale del catechismo cattolico, rileggendo ad uno ad uno tutti i temi della dottrina nella chiave del passaggio dall'eteronomia alla teonomia, intesa come "riconciliazione tra l'autonomia dell'essere umano e la fede in Dio". Eteronomo, secondo l'autore, è l'universo mentale delle rappresentazioni cristiane tradizionali, secondo cui il nostro mondo sarebbe completamente dipendente dall'altro mondo e dalle sue prescrizioni, da "un'istanza esterna e superiore al cosmo che tutto sa e conosce e si degna di comunicare qualcosa a un determinato numero di eletti". Un universo mentale comune a tutto l'Antico e il Nuovo Testamento, a tutta l'eredità dei Padri della Chiesa, a tutta la scolastica, ai concili, compreso il Vaticano II, alla liturgia, ai dogmi e alla loro elaborazione teologica, tutti basati sull'"assioma dei due mondi paralleli". "Gesù stesso e gli ‘apostoli e profeti' su cui si fonda il credo cristiano – precisa Lenaers – hanno pensato in forma eteronoma". Ma l'uomo moderno, secondo l'autore, ritiene impensabile che un potere esterno al mondo intervenga nei processi cosmici, convinto com'è che esista solo un mondo, il nostro, che è un mondo santo, in quanto "autorivelazione di quel mistero santo che intendiamo con la parola Dio", un Dio che "non è mai fuori ma che è stato sempre al centro", come la più profonda essenza di tutte le cose, la legge interna del cosmo e dell'umanità. Non dunque un concetto freddo e distante, ma "un Tu che solo ama, che non è descrivibile, e a cui si può dire soltanto Sì nella sua trascendenza". Un Dio che attrae a sé gli esseri umani molto prima che essi vengano a lui, "il Dio della loro salvezza", intesa come compimento delle necessità umane più profonde.

Il cosmo, nella visione teonoma, sarebbe allora "l'autoespressione limitata dell'essere inesauribile di Dio", rendendo visibile quel mistero che supera la nostra conoscenza e che mostra il suo volto "nella figura di un universo in continua gestazione, culminante nel processo umano", e in marcia verso "una configurazione sempre più intensa dell'amore". E se l'amore è la forza motrice dell'evoluzione, allora è anche "la direzione che deve prendere l'umanità come vertice dell'evoluzione cosmica", in modo che l'essere umano esca "sempre più liberamente da se stesso per volgersi verso gli altri esseri umani".

 

Un nuovo Credo

È nella prospettiva della teonomia, allora, che Lenaers rilegge le formulazioni eteronome della dottrina relativamente alle Sacre Scritture, alla Tradizione, alla gerarchia, alla cristologia, alla Trinità, a Maria madre di Dio, alla resurrezione, alla vita dopo la morte, ai sacramenti, fino, nell'ultimo capitolo del libro, al Credo, di cui egli offre una formulazione coerente con le nuove esigenze della teonomia ma in linea con "la corrente viva della tradizione cristiana".

Ed ecco il testo proposto da Lenaers: "Credo in Dio, amore infinito, / che esprime sovranamente il suo essere più profondo nell'evoluzione del cosmo e dell'umanità. / E in Gesù, nostro Messia, / immagine unica di Dio, / nato da genitori umani, / senza essere opera umana, / ma interamente frutto della grazia salvifica di Dio. / Egli percorse il cammino della sofferenza e della morte, / fu crocifisso per ordine di Ponzio Pilato, / morì e fu sepolto, / ma vive in pienezza, / perché si è aperto a Dio rimanendo interamente immerso in Lui, / diventando per questo una forza di guarigione, / in modo da poter condurre tutta l'umanità alla sua pienezza. / Credo nell'azione ispiratrice del soffio di vita di Dio / e nella comunità universale della Chiesa, / nella quale Gesù, il Cristo, continua a vivere con volto umano. / Credo nel dono di Dio, / che ci sana e fa di noi una nuova creazione, / per diventare, infine, esseri umani. / E credo nel futuro divino dell'umanità, / un futuro che significa la vita senza limiti. / Amen".

Di seguito, in una nostra traduzione dallo spagnolo, ampi stralci del capitolo 16, dal titolo "Il cammino della guarigione interiore. Il peccato e la confessione". (claudia fanti)

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