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CATTOLICI AL VOTO /1. AZIONE CATTOLICA: QUESTIONE MORALE E ATTENZIONE AGLI ULTIMI

Tratto da: Adista Notizie n° 25 del 27/03/2010

35506. ROMA-ADISTA. “Moralità della classe dirigente”, ovvero “coerenza tra parole e fatti” per chi è chiamato a presiedere le istituzioni, e “legalità nella sfera pubblica”: sono i principi non negoziabili che la Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana indica ai candidati e ai cittadini alla vigilia delle elezioni regionali del prossimo 28-29 marzo. E poi una serie di temi – “crisi occupazionale”, “federalismo solidale” e “attenzione agli ultimi” – che dovrebbero orientare gli elettori nella scelta dei programmi, e quindi degli schieramenti politici, al momento del voto.

Al primo posto la “questione morale” di berlingueriana memoria. “Non possiamo non rimarcare – si legge nella Nota della Presidenza dell’Ac – come la speranza e la fiducia degli italiani siano fortemente minate dalle recenti inchieste giudiziarie riguardanti episodi di corruzione e collusione che coinvolgerebbero imprenditori, politici, rappresentanti delle istituzioni, malavita organizzata. Nonostante tali fatti siano da verificare in sede giudiziaria, è incontestabile che le cronache e i particolari emersi hanno come risultato immediato un forte allontanamento dei cittadini dalla vita pubblica, un enorme senso di rassegnazione di fronte a fenomeni di malcostume che, per mole e frequenza, sembrano intaccare a fondo la prassi ordinaria dell’agire amministrativo”. L’Ac chiede “che la questione della moralità della classe dirigente, e della legalità nella sfera pubblica, sia finalmente affrontata con rigore”, perché “i fatti corruttivi e l’illegalità non possono essere derubricati – come pure talvolta si tenta di fare – a episodi isolati, furberie di poco conto da accettare quasi come ‘male necessario’. Essi vanno considerati per quello che sono: il più grave attentato al rapporto fiduciario tra cittadini e istituzioni, strutture di peccato che mortificano la democrazia, la concorrenza, la meritocrazia, che provincializzano sino all’inverosimile la stessa politica”.

Le ultime settimane – segnala la Nota dell’Ac – sono state caratterizzate dal “pasticcio sulla presentazione delle liste” da parte del Pdl, “un atto di sufficienza rispetto alle norme elettorali, ma anche l’amaro epilogo di un lungo periodo caratterizzato da estenuanti trattative interne ai partiti e alle coalizioni” che, fra l’altro, ha oscurato del tutto i veri temi che dovrebbero essere affrontati dalle forze politiche: la “crisi occupazionale”, un “federalismo solidale, realistico e unitario” e “l’attenzione agli ultimi al di sopra di ogni altro interesse”. L’auspicio e la speranza è che emerga una nuova “classe dirigente motivata a competente”. “Appare necessario – conclude la Nota – recuperare un reale protagonismo delle comunità locali e dei singoli cittadini, in grado di stimolare la politica ad un radicale cambio di passo e di stile. Il voto, mai come in questo momento, non può essere un mero e formale strumento di delega, ma il primo mezzo per tornare ad una partecipazione consapevole, che attivi e sostenga le idee e le motivazioni profonde, che rinneghi logiche clientelari e giochi d’interesse”. (luca kocci)

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