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IL VESCOVO DI MACERATA CRITICA IL BIBLISTA MAGGI. MA POI CI RIPENSA

Tratto da: Adista Notizie n° 66 del 11/09/2010

35741. MONTEFANO (MC)-ADISTA. Per sferrare l’attacco al Centro studi biblici “Giovanni Vannucci”, animato dai servi di Maria p. Alberto Maggi e p. Ricardo Perez Marquez, il vescovo di Macerata, mons. Claudio Giuliodori, ha scelto un’occasione solenne e un luogo simbolico: l’omelia della messa per la festa del patrono, celebrata nella chiesa collegiata intitolata a san Donato, lo scorso 7 agosto, di fronte a centinaia di fedeli. La predicazione di p. Maggi e di p. Perez Marquez - ma probabilmente Giuliodori più che alle lezioni bibliche si riferiva ad una recente apparizione di Maggi alla trasmissione televisiva Unomattina, durante la quale aveva auspicato da parte della Chiesa una dottrina più umana nei confronti degli omosessuali - è stata definita dall’ex direttore dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Cei (ai tempi della presidenza Ruini) molto personale e poco in linea con il magistero ufficiale della Chiesa cattolica: “Chiesa e Parola di Dio - ha aggiunto mons. Giuliodori - sono in sostanza una cosa sola, nessuno può avere la pretesa di separare le due cose. Attenzione quindi a ciò che si dice e a come lo si dice perché, se è vero che si è liberi di leggere e interpretare i libri, è anche vero che diventa difficile capire chi vuole dare un significato diverso a ciò che diverso non può essere”.

Le reazioni dei frequentatori del Centro studi – dove da oltre 15 anni si conducono attività di studio e di divulgazione popolare della Bibbia, anche attraverso incontri, conferenze e settimane di spiritualità in numerose città italiane, nonché decine di pubblicazioni tutte edite da case editrici cattoliche, soprattutto Cittadella di Assisi, e spesso utilizzate come testi di studio nelle facoltà teologiche – non si sono fatte attendere, come del resto già qualche mese fa quando ad attaccare p. Maggi e il Centro studi era stato un piccolo sito internet (www.pontifex.roma.it) del tradizionalismo cattolico (v. Adista n. 37/10): centinaia di messaggi di solidarietà sono arrivati al Centro, anche tramite facebook, e altrettanti sono stati indirizzati a mons. Giuliodori per difendere e sostenere le attività del centro dei Servi di Maria, tanto che il vescovo, qualche settimana dopo, in un’intervista al giornale radio della Rai regionale ha in parte rettificato le sue affermazioni, parlando del “lodevole lavoro di p. Maggi”. Segno che più che ad errori di natura teologica – totalmente assenti nelle attività del centro –, Giuliodori abbia voluto dare seguito ai mal di pancia espressi da alcuni settori del clero locale e dalle comunità neocatecumenali che non vedono di buon occhio il grande successo del Centro, a cui affluiscono migliaia di credenti da ogni parte d’Italia. Al vescovo si sono rivolti gli stessi responsabili del Centro con una lettera a cui però mons. Giuliodori non ha ancora dato risposta.

“Siamo piuttosto meravigliati per le parole del vescovo – spiega ad Adista p. Maggi – anche perché mons. Giuliodori in questi anni non è mai venuto al Centro. Riceviamo continuamente parole di incoraggiamento e di ringraziamento da tante componenti della vita ecclesiale, dai parroci ai vescovi, dai monasteri di clausura ai missionari, per questo ci sorprende un giudizio così negativo che respingiamo. L’obiettivo del Centro è essere un ponte per le persone lontane, quelle che si sono allontanate dalla Chiesa o quelle che non la conoscono. La risposta è andata in questi anni al di là delle aspettative, e tante persone ritrovano la fede, accedono ai sacramenti, cambiano stile di vita. La nuova evangelizzazione non è un mandato della Chiesa? Non conoscendoci, pensiamo che tali giudizi negativi siano frutto di malevoli dicerie, di gelosie o rancori personali”. Il Centro studi, prosegue p. Maggi, “non fa altro che annunciare la verità di sempre con il linguaggio attuale” e dispiace che dalla diocesi “non venga la comprensione ma l’ostilità. È possibile che ciò che con papa Giovanni Paolo II ho potuto dire liberamente per anni alla Radio Vaticana, ottenendo il suo entusiastico appoggio, venga ora visto ‘poco in linea con i dogmi ufficiali della Chiesa cattolica’?”. (luca kocci)

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