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IL NOSTRO DOVERE DI CRISTIANI

Tratto da: Adista Documenti n° 67 del 11/09/2010

Il nostro Paese si trova di fronte al maggiore disastro naturale della sua storia. Le inondazioni del fiume Indo hanno seminato morte e distruzione: sono state colpite più di 15 milioni di persone e migliaia di case sono state trascinate via dalle acque. Ci sentiamo solidali con quanti hanno subito questa tragedia nazionale.

Qual è la nostra risposta come cristiani di fronte a un disastro di tali dimensioni? Siamo seguaci e discepoli di Gesù Cristo. Egli ci ha indicato che l’amore è il comandamento più importante: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” (Gv 15:12). Vivere come cristiani significa difendere e promuovere attivamente l’amore, la misericordia e la compassione, soprattutto nei confronti di quanti hanno fame e vivono in estrema necessità.

In questo momento critico, è nostro dovere cristiano trovarci fianco a fianco con i nostri fratelli musulmani e indù e insieme affrontare la calamità con coraggio e determinazione. Noi, i vostri leader religiosi, vogliamo attivare le nostre limitate risorse per fare tutto il possibile per alleviare le sofferenze delle tante persone sfollate.

Noi vescovi facciamo appello a tutti i nostri membri a mobilitarsi e a prestare aiuto alle persone colpite dalle inondazioni con alimenti, tende e medicine contro il colera e contro altre malattie. Sollecitiamo anche i nostri giovani a lavorare come volontari negli campi di accoglienza.

Da ultimo, chiediamo di promuovere una giornata di preghiera il 24 agosto in tutte le chiese del Paese, includendo nelle omelie l’invito affinché “i cristiani preghino ferventemente perché il Signore Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e insuccessi e ci salvi da ulteriori danni e distruzioni”. Al tempo stesso, stiamo dando istruzione ai sacerdoti di recitare ogni giorno durante la messa la preghiera speciale “in tempi di tormente e inondazioni”. In questo momento oscuro non dobbiamo perdere la speranza, ma riporre tutta la nostra fiducia in Dio, che ci ricorda: “Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio” (Is 41:10).

Questo appello deve essere letto in tutte le chiese del Pakistan domenica 22 agosto.

Nel pronunciare infine la nostra solenne benedizione episcopale per la nostra amata patria, vi auguriamo pace, unità e prosperità. I vostri pastori in Cristo.

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