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TEOLOGI USA: PER CONDANNARE LA JOHNSON, I VESCOVI VIOLANO LE LORO STESSE REGOLE

Tratto da: Adista Notizie n° 32 del 23/04/2011

36112. NEW YORK-ADISTA. I vescovi statunitensi non hanno seguito le direttive da essi stessi stabilite, nel trattare il caso della teologa della congregazione di S. Giuseppe suor Elizabeth Johnson, rimproverata dalla Commissione dottrinale episcopale Usa per il contenuto di un suo notissimo libro (v. Adista nn. 28 e 30/11). A sottolineare la mancanza dell’indispensabile dialogo tra la teologa e i vescovi - previsto e richiesto dagli stessi prelati in un documento sul rapporto con i teologi - non è stato soltanto (in un durissimo articolo, v. Adista n. 30/11) il settimanale National Catholic Reporter, ma anche il comitato direttivo della Catholic Theological Society of America (Ctsa), che l’8 aprile scorso ha emesso un comunicato contro la Commissione dottrinale dei vescovi. «Siamo fortemente sconcertati - si legge - per il fatto che la Commissione dottrinale non abbia seguito le procedure approvate [nel documento del 1989] “Responsabilità dottrinali”, che richiede l’avvio di un dialogo informale come prima fase». La valutazione della Commissione, pertanto, è «carente» in quanto travisa la linea di pensiero della Johnson espresso nel libro Quest for the Living God (“In ricerca del Dio vivente”, ndr). Un esempio: la teologa, afferma il comunicato della Ctsa, «è criticata ripetutamente per il fatto di ritenere che Dio è “inconoscibile” perché sostiene che il nostro linguaggio umano non può cogliere completamente la realtà divina». «Questa valutazione - commenta il comunicato - assume la forma di un’attribuzione alla Johnson dell’idea che nessuna delle nostre parole su Dio può essere veritiera». Si tratta di un «sorprendente salto logico, non giustificato dall’affermazione della Johnson, umile e anche abbastanza tradizionale, secondo cui le nostre parole umane non possono cogliere in modo completo la realtà divina».

Inoltre, a costituire un problema per la Ctsa è il fatto che la critica alla Johnson «sembra riflettere una concezione molto limitata del lavoro teologico», che in realtà dovrebbe comprendere «l’avventurarsi in nuovi modi di immaginare ed esprimere il mistero di Dio e l’economia della salvezza rivelata nella Scrittura e nella Tradizione»; «suggerire che un teologo impegnato nel difficile compito di interpretare la rivelazione per le culture del proprio tempo neghi la conoscibilità della rivelazione - la Parola di Dio, che la riflessione teologica assume come propria fonte autoritativa - ci colpisce come un equivoco fondamentale sulla vocazione ecclesiale del teologo».

Il comunicato, firmato, oltre che dalla presidente  Mary Ann Hinsdale, del Boston College (Massachusetts), da altri nove membri del consiglio direttivo della Ctsa (di cui la teologa è stata presidente, in passato) si conclude con un apprezzamento sulla Johnson, «una persona di altissimo profilo, una teologa rispettata ed una docente che persegue la propria vocazione teologica come servizio alla Chiesa».

Analoghe espressioni si trovano in un accorato articolo di Tom Fox sul National Catholic Reporter: «La Johnson non è una radicale lanciafiamme. Il suo lavoro è considerato dai colleghi profondo, moderato e fedele alla teologia dominante post-conciliare. Ex presidente della Ctsa, ha ricevuto 13 dottorati onorari. È una tale colonna all’interno del mondo accademico cattolico che la valutazione negativa da parte dei vescovi sembra dire più della Commissione che della studiosa». Quanto alle critiche contenute nelle 21 pagine del comunicato della suddetta Commissione, «trovano errori praticamente in ogni capitolo del libro», osserva Fox. «Purtroppo il rapporto rivela un’ostilità nei confronti dell’opera e dell’autrice. È, a quanto sembra, un documento che gli onorevoli vescovi che formano la commissione dottrinale potrebbero un giorno desiderare di aver gestito in modo diverso». Si tratta in pratica, secondo Fox, di un «nuovo assedio alla teologia dominante postconciliare. I vescovi al Concilio incoraggiarono i teologi a esplorare il mondo moderno per cercarvi la vita dello Spirito, il Dio vivente»; ed è proprio l’esperienza umana il punto di partenza della Johnson, piena di sofferenza, gioia e mistero: «I vescovi ritengono che abbia sbagliato a non partire dalle verità postulate dalla Scrittura e dalla tradizione».

Il card. Donald Wuerl, presidente della Commissione dottrinale, ha detto, conclude Fox, che sarebbe contento di discutere con la Johnson sui suoi scritti: «Preghiamo perché ciò accada. Scommetto che più di qualche cattolico farebbe la fila per comprare i biglietti per quell’evento. L’Ncr ne fornirebbe volentieri la trascrizione completa sul proprio sito web. Che Chiesa che siamo! Tutti noi, alla ricerca del Dio vivente». (ludovica eugenio)

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