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Riscoprire le parole per trasformare la realtà. Il “dizionario alternativo” di don Aldo Antonelli

Riscoprire le parole per trasformare la realtà. Il “dizionario alternativo” di don Aldo Antonelli

Tratto da: Adista Notizie n° 21 del 30/05/2020

40277 SAN PIETRO IN CARIANO (VR)-ADISTA. L’idea che e venuta a Aldo Antonelli, prete ad Antrosano (Aq), e da decenni tra i più significativi esponenti della Chiesa conciliare e progressista (solo per citare alcune sue iniziative, il sostegno alle unioni civili, l’appello per la destinazione ai valdesi dell’8xmille dei contribuenti, l’impegno a favore dei migranti, l’opposizione tenace alla cultura leghista e al neofascismo di CasaPound) e davvero originale: quella di realizzare un dizionario, ma “alternativo”. Non quindi un vocabolario in cui si da una definizione oggettiva e neutrale dei lemmi. Ma un pot-pourri di parole cruciali della nostra contemporaneità, interpretate in una chiave che si dichiara assolutamente «di parte». La “parte” e quella per cui ha sempre militato don Aldo: quella degli esclusi, il «lato cattivo della storia», come lo definirebbe Marx, quella parte del mondo che si impegna e lotta per il riscatto e la giustizia sociale, assieme a quella parte di Chiesa impegnata per realizzare la Città di Dio nella Città dell’Uomo.

Del resto, come chiarisce l’autore in una breve nota introduttiva al testo, e Dio stesso che e “parziale”, cioè di parte. «Questa “parzialità” di Dio potrebbe anche risultare scandalosa agli occhi narcisisti dei borghesi, ma riscalda l’inverno degli abbandonati e degli sfruttati di ogni tempo».

E nato cosi il Dizionario alternativo. Le parole cruciali per il destino dell’umanità (Gabrielli editore, pp. 431, euro 20: il libro senza spese di spedizioni aggiuntive, puo essere richiesto anche ad Adista, tel. 06/6868692; email: abbonamenti@ adista.it) un testo particolarmente ricco e interessante. Perché ci si può limitare a consultarlo, cercando cioè un termine che ci interessa in un particolare frangente o contesto. Ma si può anche leggere in maniera continuativa, perché attraverso la lettura delle voci del dizionario emerge in controluce il percorso umano, ecclesiale, politico e culturale di don Aldo, simile a quello di tanta parte della Chiesa conciliare e progressista dagli anni ‘60 a oggi. Le pagine del libro sono infatti intessute di riflessioni dell’autore, che si intersecano con le sue letture di una vita, con passaggi tratti dalle opere di filosofi, artisti, scrittori, intellettuali che danno nuova luce e nuovo spessore a termini che spesso la quotidianità e il senso comune sviliscono o banalizzano. Succede cosi che padre Balducci e Marx; Panikkar e Levinas; Gramsci e Bonhoeffer; Congar e Zagrebelsky; Illich e Bauman; Terzani e Mazzolari dialoghino assieme all’autore a ogni pagina, realizzando una pluralita di voci e di punti di vista, di letture e sfumature che si armonizzano nell’unica prospettiva dell’approfondimento critico, funzionale alla presa di coscienza e all’assunzione di responsabilità in ordine al riscatto degli ultimi e della realizzazione di un sistema di relazioni improntato alla giustizia ed alla pace.

Da anni, Antonelli (chi fa parte della sua mailing list o legge le riviste per cui collabora – Adista compresa – lo sa bene), propone riflessioni su argomenti di attualità, attingendo a un repertorio di fonti che ha accuratamente selezionato e archiviato. E che non provengono solo dalla sua personale biblioteca, ma anche da giornali e riviste (tra cui spiccano molte citazioni di Adista, assieme a testate contemporanee e del passato, come Adesso o Avvenimenti). Il dizionario realizza cosi un compendio impressionante per quantità e qualità di autori, fonti, citazioni.

Il messaggio più forte che viene dalla lettura di questo dizionario e forse quello colto – nella sua prefazione al libro – da Raniero La Valle, che parla di «una raccomandazione preziosa»  che viene dal testo: «quella di non fermarsi a una fonte sola, di mettersi in ascolto delle differenze, di far risuonare voci diverse, perché nessuno può formarsi a vivere alla scuola di un solo maestro, e nella stretta di un solo tempo, sgravato dal passato, ignaro del futuro». Nel segno della continuità e della trasformazione. Nel segno anche di parole neglette, o dall’accezione comunemente negativa, come “forse” che sul dizionario di don Aldo viene definita cosi, con una espressione presa a prestito da Maria Teresa Abignente, medico e collaboratrice della comunità di Romena: «”Forse”. Parola dubitativa di quando tutto può succedere e tutto ancora farsi. “Forse” ti troverò, “forse” mi salverò, “forse” guarirò, “forse” tornerò... “Forse” si apre alla possibilità, si incanta sul futuro o, più semplicemente, sul dopo. Non chiude, non definisce una condizione, ma resta sospeso e attende. “Forse” porta in cuore un dubbio e custodisce la bellezza del rientro».

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