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Il tempo delle “scomode” figlie di Eva è giunto. Un libro a cura della Cdb di s. Paolo

Il tempo delle “scomode” figlie di Eva è giunto. Un libro a cura della Cdb di s. Paolo

Tratto da: Adista Notizie n° 32 del 19/09/2020

40379 ROMA-ADISTA. L’impegno per una piena partecipazione delle donne alla vita della Chiesa è una delle attese deluse di questo pontificato. Certo, mettere in crisi un sistema, quello della Chiesa cattolica, da secoli strutturato in senso patriarcale e maschilista non è ovviamente facile; ma da papa Francesco ci si attendeva qualche segnale in più, che gettasse almeno le premesse per avviare quel radicale cambiamento di paradigma che tanti credenti chiedono ormai da decenni e che avvicini davvero la dottrina al messaggio di Gesù.

Ma qual era davvero l’idea che Gesù aveva delle donne e del loro ruolo. Ecco allora che il tema della ricostruzione del messaggio gesuano – al di là della tradizione, delle credenze, del modo stesso con cui la Chiesa ha trasmesso (e non di rado deformato o stravolto) – è da alcuni anni al centro della riflessione delle punte più avanzate della teologia, della ricerca biblica, della riflessione di comunità di credenti; e oggi al centro di un interessante contributo della Comunità Cristiana di Base di S. Paolo. La CdB romana, per anni animata dalla presenza, dal carisma e dalla profezia di Giovanni Franzoni (le sue considerazioni sul tema femminile sono spesso citate nel testo) dopo un’ampia riflessione comunitaria ha prodotto il libro Maddalena e le altre. La Chiesa, le donne, i ministeri nel vissuto di una storia, ilmiolibro.it (pp. 88, 14€; il libro, al prezzo scontato di 10€, può essere richiesto anche ad Adista, tel. 06/6868692; email: abbonamenti@ adista.it; o acquistato presso la nostra libreria online, www.adista.it). L’opera cerca di compiere una rapida – ma rigorosa e approfondita – analisi biblica e storica su come Gesù poteva immaginare la sua comunità. Emerge un modello di comunità che non prevedeva il ministero ordinato (inteso come necessaria mediazione tra Dio e gli uomini), ma diversi “ministeri” (ossia diaconie, servizi), che includevano anche quello della celebrazione della Cena del Signore, tutti aperti a uomini e donne.

Segue poi un excursus su importanti esempi di presenza femminile nella Chiesa, dal XVI secolo ad oggi, che però sono state tollerate o favorite a condizione che non insediassero il potere maschile. Nel capitolo successivo si passa quindi all’esperienza del movimento delle Comunità di Base in Italia, e in particolare alla vicenda di S. Paolo. Lì, sin dagli anni ‘70, anche a causa del divieto di celebrare i sacramenti imposto a Franzoni, si innescò un dibattito su come celebrare. Cominciò ad emergere la volontà di proseguire l’esperienza cristiana “sacramentale” senza necessariamente un presbitero di riferimento. Una iniziativa nel solco delle aperture che avevano caratterizzato la stagione conciliare, ma che la gerarchia ecclesiastica respinse.

E infatti, a chiudere il libro, è proprio una disamina della temperie teologica ed ecclesiale che ha caratterizzato gli anni dal Concilio Vaticano II ad oggi. Il libro sottolinea come – nonostante tanti tentativi, iniziative, studi teologici e biblici – per le “scomode” figlie di Eva resti ancora nella Chiesa solo un ruolo subordinato. L’auspicio è quello dell’irrompere di una nuova Pentecoste nella Chiesa. Che implica però «un cambiamento profondo e radicale di paradigma teologico, accettando che il tempo della Chiesa maschilista vada considerato compiuto e chiuso; e che ora, per gli anni e decenni a venire, ci si dovrebbe impegnare perché si dischiuda tra le doglie del parto il tempo della Chiesa dove, come Pietro e gli altri, anche Maria Maddalena e le altre possano annunciare pure nell’ekklesia l’Evangelo e presiedere la Cena del Signore». Che resta il cuore della questione femminile nella Chiesa, perché la Chiesa gerarchia in epoca costantiniana ha imposto «la trasformazione dell’eucarestia da gesto di condivisione a rito sacrificale». Un rito che necessita di un ministro – funzionario esclusivo del sacro, quindi in posizione separata e superiore rispetto al resto della comunità; e quindi maschio – che compia il sacrificio. 

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