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Fare i conti con il “madonnismo”

Fare i conti con il “madonnismo”

Tratto da: Adista Documenti n° 27 del 17/07/2021

Chi leggesse queste righe come un pensiero irrispettoso e sprezzante riguardo ai “devoti”, sarebbe molto lontano dall'intento di queste considerazioni.

Io parlo di quel “fenomeno religioso” che chiamo madonnismo che è un vero e proprio sistema, uno dei pilastri portanti non solo della devozione popolare, ma di tutto il cattolicesimo tradizionale. Oggi questo sistema è intangibilmente protetto dalle definizioni dogmatiche di Nicea, Efeso, Calcedonia e, se la dogmatica mariana è così difesa con i denti e con le scomuniche dalla gerarchia, è perché senza di essa cade l'intero castello.

La gerarchia è consapevole che, tolta la mariologia ufficiale, il cattolicesimo va in frantumi. La sobrietà dei dati del Testamento cristiano ci permette in ogni caso (vedi Gesù di Nazareth di Barbaglio) di costruire una piccola carta d'identità della famiglia di Nazareth: Maria, Giuseppe suo sposo e i suoi figli e figlie tra cui Gesù. Una famiglia ebrea a tutti gli effetti. Solo il dogmatismo mette in dubbio queste pacifiche acquisizioni.

Il madonnismo, con tutti i suoi dogmi e le sue devozioni – apparizioni, superstizioni – ha cancellato la figura storica reale di Maria di Nazareth e ha costruito una figura asessuata, un'immagine, un simbolo, una semidea. Così la vita e la fede di Maria sono state sepolte sotto una montagna di dogmi e di leggende.

Il rischio, come sottolineava il teologo Hans Kung nel suo libro Salviamo la Chiesa (Rizzoli), sta nel perdere il centro della fede cristiana e crearci dei “castelli di carta” che compromettono la serietà e la credibilità della Chiesa e del messaggio evangelico.

Un po’ di storia

Ma andiamo a vedere un po' di storia. Per alcuni secoli Maria non fu assolutamente al centro dell'attenzione; la svolta venne con i tre Concili (nel 325 a Nicea, nel 431 a Efeso e nel 451 a Calcedonia). Il Concilio a Efeso definisce Maria “madre di Dio”. Da questo momento cristologia e mariologia diventano un intreccio di totale compenetrazione dogmatica.

Proprio da allora Maria diventa la sostituta, nel sistema culturale del tempo, delle divinità pagane. La strategia missionaria della Chiesa cattolica è stata lungimirante. Maria doveva sostituire le dee pagane con una dea cristiana, come ha documentato Mary Christine Athans nel suo libro Alla ricerca di Maria, donna ebrea (Queriniana).

L'arte fu messa a servizio della dogmatica dai committenti imperiali e gerarchici. Così Maria progressivamente viene cancellata nella sua realtà di donna ebrea e diventa l'icona di un femminismo celestiale.

Pulcheria, la moglie di Teodosio II, quando l'imperatore morì improvvisamente, sposò il vecchio senatore romano Marcione. Dopo essere ascesi al trono, predisposero nell’impero una diffusione dell’immaginario imperiale di Maria.

Lei e l'imperatore Marcione presiedettero di persona la sessione finale del Concilio di Calcedonia nel 451.

Un movimento appoggiato da Pulcheria, l'imperatrice, e da altri alla corte imperiale portò all’esaltazione di Maria come “Teo-tocos” madre di Dio. Coloro che dicevano, ed erano la maggioranza, Cristo-tocos, madre di Cristo, furono espulsi e dichiarati eretici. In seguito, quando arrivò il medioevo, il codice cavalleresco ritraeva poi lentamente Maria sempre come la signora, madonna, mea domina. Si veda il volume Maria nell'arte (Renato Pisani, Gangemi Ed.).

È incredibile come per secoli questa figura celestiale e imperiale pervada l'arte. Nell'arte medievale Maria viene isolata col bambino e celebrata nel trionfo angelico… Ma il vero sviluppo, anche nella devozione, arriva intorno all'anno 1000, quando nasce l'Ave Maria (una traduzione impropria dal greco; non c'entra niente piena di grazia, ma Dio ti ha fatto grazia, non è un privilegio ma è un dono). Nascerà poco dopo il rosario, che però non si diffonderà subito e sarà di 5 misteri e poi di 15 misteri. Anche il sommo poeta Dante darà il suo contributo in questa celebrazione mariologica.

Quando esplode la Riforma, si verificano battaglie molto interessanti. Mentre Lutero non si arrischia molto in questa discussione, Calvino comincia a opporsi. La Riforma su questa posizione darà una prevalenza a Calvino.

Intanto era in atto il periodo della grande conquista: i conquistadores non pensano tanto al Vangelo, come ben sappiamo, ma hanno due grandi segni del cristianesimo cattolico che portano per il mondo delle Americhe: la Madonna e il papa, una Madonna regina del mondo e il papa sovrano universale   della Chiesa.

Sarà appunto nel 1531 evidentemente che faranno apparire la prima madonna a Guadalupe e nel 1571 il rosario esploderà perché a Lepanto le truppe cristiane riescono a prevalere sui musulmani «per l'aiuto della Madonna».

Il papa lancerà il rosario per festeggiare la madonna delle vittorie: più preghiamo, più sconfiggiamo gli eretici. In questo tempo si diffonde anche la Salve Regina: «Vita, speranza e salvezza nostra».

Il genio funesto del cattolicesimo ha capito che, quanto più la figura di Dio si faceva severa e quella di Gesù diventava impegnativa, bisognava compensare con una Madonna ausiliatrice, soccorritrice, con i mille nomi che poi arriveranno nelle variopinte e stravaganti litanie lauretane: madonna di tutte le grazie, pronto soccorso universale, ecc. Nel 14°-15º Secolo questa espansione troverà… uno sbocco universale. La stagione dell'Illuminismo sembra offuscare per un breve periodo il trionfo devozionale e mariologico, ma poi sopraggiungono i papi dell’‘800. Pio IX nel 1854, quando fiorirono alcuni movimenti delle donne consapevoli nel nostro territorio europeo, dichiarerà il dogma della Immacolata Concezione. Pio XII nel 1950 ne inventerà un'altra, l'Assunta in cielo, raccolta dagli angeli, dai santi...

Più i papi sono reazionari, più sono mariani e quindi questo è il tempo in cui vengono lanciate le apparizioni della madonna (da Lourdes, Fatima, fino a Medjugorje). I teologi che hanno messo in dubbio queste apparizioni, queste “costruzioni” della cosiddetta pietà popolare, hanno trovato poca attenzione e poca fortuna, perché la struttura cattolica ha un assoluto bisogno di questa devozione per la sua sopravvivenza.

Intanto nel 1759 si era dichiarato il mese di Maria e poi coroncine, novene, congregazioni mariane... Si rinnovano le litanie con delle aggiunte sempre particolari, le madonne cominciano ad apparire, e poi statue della madonna, case della madonna che viaggiano (Loreto e Oropa)... Tutto il mondo si è popolato progressivamente nel secondo millennio di chiese, santuari, piloni... Quanto più la società si laicizza, tanto più la Madonna si clericalizza e diventa funzionale all'istituzione gerarchica. Con Radio Maria cresce l'oceano di affari e di devozioni. Le apparizioni sono continue: la madonna bianca, nera, meticcia (mai “arcobaleno”!), questa bambola di gesso continua a svolazzare e apparire da una parte all'altra del mondo parlando di diavoli e di diavolerie varie, lanciando un messaggio poco in linea con il messaggio del Nazareno.

Non è più tanto la grazia di Dio che conta; è Maria che fa le grazie: la Madonna dei dogmi e delle devozioni ha cancellato la Maria reale.

Liberiamo la Madonna

Passare dal mito del dogma, dal devozionalismo, dal madonnismo alla scoperta di Maria “reale” è una bella e difficile impresa di ricostruzione storica e di rinnovamento della fede. Non si tratta affatto di cancellare i miti e l'arte in una sorta di iconoclastia, ma di leggerli come prodotti storici, totalmente interni e funzionali al sistema di cristianità.

Non si tratta di dimenticare Maria, si tratta piuttosto di riscoprirla uscendo dalla prigione madonnistica dei culti, delle apparizioni, delle superstizioni. Uscire da questo stravolgimento storico di Maria di Nazareth è oggi doveroso per demolire il castello ecclesiastico e affaristico creato per l'infantilizzazione del popolo di Dio e per una deformazione della figura femminile di Maria. Questo è il passaggio oggi indispensabile: abbandonare il madonnismo per una memoria vera e dignitosa. Maria è una donna piena di fiducia, una donna forte come le madri dei profeti. Se non credesse fermamente in Dio, non potrebbe reggere alla realtà che stava vivendo.

Maria non si arrende davanti alle difficoltà, nemmeno davanti alle scelte “pazze” del figlio, nemmeno davanti alla sua crocifissione. Maria sarà presente nel Cenacolo; quindi non una figura eterea, evanescente, gloriosa, ma una donna dentro la vita, una donna dentro la fede, con una fiducia radicale in Dio.

Da madre di Gesù diventerà discepola, come ci dice la narrazione del libro degli Atti. Raccogliamo questa testimonianza, cerchiamo una fede adulta che metta di nuovo la Maria reale davanti ai nostri occhi e allora abbiamo molto da imparare dal suo cammino di fede. Ha incontrato le asperità, le difficoltà, i dubbi, lo sconcerto. Maria resta una grande testimone anche per la nostra fede. L'importante è cancellare la “mariolatria” che tiene una fede infantile ed è funzionale a esaltare una donna, farne una dea, per mettere in secondo piano le donne reali nella storia della società e della Chiesa. Questo in realtà è l'abuso di Maria che è stato fatto con grande abilità e con grande potenza dalla Chiesa ufficiale.

Si tratta di un passaggio impegnativo perché per la struttura e il castello cattolico senza la Madonna c'è solo il precipizio e il burrone. Per la mia fede e per milioni di credenti Maria è una stimolante presenza nel cammino di fedeltà al Dio della vita.    

Biblista e teologo, animatore della Comunità cristiana di Base di Pinerolo, Franco Barbero è autore dei recenti libri Senza chiedere permesso (ed. Mille) e Preghiere d’ogni giorno. Pregare e lottare: una sintesi vitale (ilmiolibro)

* Sassoferrato (Giovanni Battista Salvi), Maria in preghiera (olio su tela, 1640-'50), fonte: The National Gallery ; foto [ritagliata] tratta da it.wikipedia.org, immagine originale e licenza

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