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Derive settarie e Chiesa istituzionale. I falsari della devozione

Derive settarie e Chiesa istituzionale. I falsari della devozione

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 9 del 11/03/2023

Durante il regno di Luigi XIV, quando Molière terminò la sua famosa commedia Tartufo, questa fu attaccata dai fanatici del partito dei devoti. Molière dovette difendere la sua commedia con diverse richieste di placet al re. Il primo placet inizia con una frase che oggi tocca ogni uomo: «Maestà, essendo il dovere della commedia quello di correggere gli uomini divertendoli, ho pensato che, per il lavoro che faccio, non potevo che attaccare i vizi del mio secolo con immagini ridicole; e poiché l'ipocrisia è indubbiamente uno dei più comuni, più sconvenienti e più pericolosi vizi, ho pensato, Maestà, che avrei reso un servizio non indifferente a tutte le persone oneste del vostro regno se avessi realizzato una commedia che denunciasse gli ipocriti, e che mostrasse, come dovrebbe essere, tutte le espressioni studiate da questi buonisti tracotanti, tutti gli stratagemmi occulti di questi uomini danarosi falsi nella devozione, che vogliono catturare la gente con uno zelo contraffatto e una carità sofisticata».

Queste sono le parole che mi sono venute in mente quando alla fine di gennaio sono stati pubblicati il Rapporto di 900 pagine de L'Arche sul caso di Jean Vanier (1928-2019) e Thomas Philippe (1905-1993) e il Rapporto di 700 pagine dei Domenicani. Il Rapporto della Comunità di Saint-Jean sul fondatore MarieDominique Philippe (1912-2006) è atteso per marzo.

Ciò che vi leggiamo è il peggio del peggio. È al di là di ogni comprensione e ha l'effetto, nella Chiesa di Francia, della seconda bomba atomica su Nagasaki dopo l'effetto Hiroshima del Rapporto Ciase dell'ottobre 2021. Le conseguenze, invece, riguardano la Chiesa universale dopo l'esplosione della bomba di Rupnik a Roma nel dicembre 2022. Il modus operandi dei malfattori è lo stesso, dissimulare e infiltrarsi ed è simile alle descrizioni dell'eresia gnostica di Sant'Epifanio di Salamina (315- 403) nel capitolo 26 del suo Panarion. Ciò che queste persone hanno fatto è semplicemente indescrivibile, eppure sono questi gli orrori che hanno compiuto sotto gli occhi di tutti.

Dopo l'effetto shock, ci si interroga. La nostra Chiesa è attrezzata per individuare questi malfattori in mezzo a noi e, una volta fatto, impedire loro di fare del male ed escluderli? La descrizione meticolosa dei rapporti mostra fino a che punto i fratelli Philippe e Jean Vanier, nel corso della loro vita, abbiano giocato senza fatica con l'inadeguato sistema giuridico della Chiesa. Jean Vanier ha avuto il coraggio di rifiutare la richiesta di San Giovanni XXIII (1881- 1963), nell'ascensore del Tribunale di San Damaso, di non vedere più Thomas Philippe. Jean Vanier ha spiegato per tutta la vita, senza ridere, che questo avrebbe significato rinnegare Gesù. Ora lo stesso Jean Vanier, dovendosi giustificare alla fine della sua vita per le sue aggressioni sessuali a donne (all'epoca 5 note, oggi 25), disse che aveva cercato di rivivere con loro l'estasi che Thomas Philippe gli aveva fatto provare in gioventù. È qui che lo stesso Marchese de Sade (1740-1814) si sarebbe seduto per prendere appunti. Mentre coloro che sono alla ricerca dell'estasi erotica ricorrono a droghe pesanti per prolungare il loro stato, Jean Vanier ammette candidamente, come tutte le vittime delle pratiche “filippine”, che il suo effetto su di loro era durato per settimane, senza alcun senso di colpa.

Da qui la nozione di "segreto mistico", mescolata ad articoli della Summa di San Tommaso d'Aquino (1225-1274) e a una devozione mariana esacerbata, che i membri della setta tengono tra loro perché, dicono, la Chiesa non è ancora in grado di comprenderla. Come in tutte le sette, non esiste la menzogna quando si tratta di difendere la causa. Da qui la creazione di un paravento straordinario da parte di Thomas Philippe, la Comunità de l'Arche, per camuffare le attività "mistiche", e la Comunità Saint-Jean per MarieDominique. La dottrina fu trasmessa agli iniziati, uno dei più famosi dei quali fu l'ex sacerdote scomunicato Thierry de Roucy, che fondò il paravento PointsCoeur. Purtroppo la diffusione non si ferma qui e attualmente nella Chiesa esistono diverse cosiddette nuove comunità che funzionano su questo modello.

Il metodo è semplice: dissimulare, infiltrarsi. Poiché la Chiesa è totalmente impreparata a resistere a questa peste, è sufficiente mettere un vescovo contro l'altro per cavarsela. Attualmente, ad esempio, i sacerdoti "iniziati" di PointsCoeur, ferventi discepoli di Thomas Philippe, si stanno ricostituendo in diverse parti della Chiesa perché hanno trovato vescovi (tra cui quello di Buenos Aires) che vogliono vedere solo il paravento (l'opera per i bambini) senza guardare a ciò che avviene dietro (la pratica e la diffusione del "segreto mistico"). La Chiesa universale è organizzata per difendere i sacerdoti più che le vittime. Nel tempo che ci vuole per un processo davanti al Dicastero per la Dottrina della Fede, i criminali hanno tutte le possibilità di dare sfogo a tutte le loro turpitudini. E quando arriva la sanzione, spesso è così misurata, così medicinale, così dolce, che diventa un incoraggiamento a continuare. Perché rinunciare a un'istituzione i cui ministri possono essere spostati così facilmente!

Per tornare al caso PhilippeVanier, è indispensabile una riflessione sulla nozione di segreto e di rispetto delle persone nella Chiesa. Possiamo vedere chiaramente in questo caso, ormai da manuale, in che misura il segreto pontificio abbia favorito i criminali più di quanto abbia protetto le loro vittime. E qui, l'esame del ruolo dei domenicani deve essere condotto a fondo. I fratelli Philippe avrebbero dovuto essere dichiarati eretici e allontanati dallo stato clericale e religioso senza tanti complimenti.

Ma i due fratelli hanno fatto gli interessi degli uni e degli altri. Poiché l'ordine domenicano, prima del Concilio Vaticano II, non voleva perdere la sua influenza sul Sant'Uffizio, si decise consapevolmente e freddamente di far dichiarare pazzo Thomas Philippe per non doverlo condannare. Il motivo era semplice. I fratelli Philippe erano i rappresentanti del neotomismo antimodernista di fronte all'apertura della teologia. Era necessario opporsi a una teologia viva nella Chiesa per mantenere le posizioni di una metafisica senza tempo. Oggi ne sperimentiamo le tristi conseguenze.

I casi Vanier, Philippe e Rupnik sono segni dei tempi. Dio non ci mostra solo realtà destinate a soddisfarci. Ci mostra anche le piaghe incancrenite che stanno corrodendo la Chiesa. Se ci rifiutiamo di prenderle in considerazione, in nome di un illuminismo così frequente tra i cattolici, continueremo a vedere la nave della Chiesa affondare. C'è ancora tempo, con il Sinodo sulla sinodalità, per iniziare a riformare quella che io chiamo la parte feudale e monarchica dell'episcopato. L'episcopato è necessario per la costituzione della Chiesa, ma le usanze che i nostri vescovi hanno conservato dai tempi feudali e monarchici devono essere completamente riviste. In gran parte devono essere abolite, affinché un nuovo esercizio della loro missione possa corrispondere maggiormente ai nostri tempi. Quale uomo ragionevole oggi può accettare di diventare vescovo con il blasone e il copricapo con le nappine, che non corrispondono più a nulla? Eppure conosco molti che preferirebbero morire piuttosto che rinunciarvi.

Una volta diagnosticata la presenza e il pericolo dei falsari nella devozione, il ruolo dei vescovi è chiaramente quello di sopprimere questi cosiddetti laboratori spirituali in cui viene trasmessa la dottrina dei tanti "segreti mistici". L'unica moneta che conta nella Chiesa è quella che apre il cielo, la Fede. Tutte le contraffazioni, con il pretesto di una "carità sofisticata" e di "stratagemmi di copertura", nonostante le "espressioni studiate" degli ipocriti, "buonisti tracotanti", devono essere sradicate dal corpo della Chiesa per il bene di tutti. Questo è il ruolo dei vescovi come protettori del Vangelo e custodi della vera Fede. Perché la gerarchia cattolica non dovrebbe fare per le realtà spirituali ciò che accetta per quelle temporali: la moneta cattiva scaccia quella buona.

Siamo a questo punto nella nostra Chiesa. Dio ci avverte con la rivelazione degli affari Vanier, Philippe, Rupnik. Come proclama il Salmo 94,7, sapremo ascoltare la voce del Signore attraverso i segni dei tempi?

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