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Schlein: senza deleghe, ma senza pregiudizi

Schlein: senza deleghe, ma senza pregiudizi

Tratto da: Adista Notizie n° 9 del 11/03/2023

È certamente di rilievo, per la democrazia italiana, che centinaia di migliaia di persone abbiano scelto, come segreteria del Pd, Elly Schlein, una donna giovane, bisessuale, ecologista. Votata, peraltro, più che dagli iscritti al partito (che gli avevano preferito Stefano Bonaccini), dagli "esterni", elettrici ed elettori del Pd, ma anche simpatizzanti o esterni al partito. Una anomalia di queste primarie. Vedremo se sarà governabile o meno, ma è un'anomalia che configura certamente una critica materiale, aspra al ruolo avuto dal Pd come "centrista" sul piano istituzionale, appiattito sulle imprese sul piano strutturale, supinamente atlantista sul terreno internazionale. Mi pongo di conseguenza il tema, per me fondamentale, della “fragilità” di Elly Schlein. Perché non mi interessa il “meno peggio”; come insegnava Antonio Gramsci nei suoi Quaderni dal carcere, dal “meno peggio” scaturisce sempre il “peggio”. Cambieranno radicalmente, in un brevissimo lasso di tempo, le posizioni di fondo del Pd, che ne costituiscono il sistema partitico? O cambia solo il marketing?

Sono convinto che vi sarà un avanzamento sul terreno dei “diritti civili”, recuperando una iniziativa che nel Pd era diventata evanescente, retorica. Molte persone, deluse, che si erano rifugiate nel rifiuto del voto, torneranno probabilmente a votare. Ma va subito affrontato, in connessione dialettica, il tema dello Stato sociale, dei diritti sociali, delle migrazioni. Non credo alla ricostruzione di un rapporto con il Movimento 5 Stelle in cui venga appaltato a Conte il tema della giustizia sociale, del reddito, soprattutto al Sud. Siffatte divisioni dei compiti, senza profondi mutamenti strategici e senza spessore progettuale alternativo, non funzioneranno. Soprattutto in un contesto in cui larga parte di masse impoverite cercano nelle destre sezioni di rappresentanza elettorale.

Esiste, insomma, una società, spesso rimossa, che può essere coinvolta nella partecipazione democratica solo da un saldo intreccio tra diritti sociali e diritti politici. Le persone, nella politica seria, certo contano. Ma solo in parte. Sono decisive le nature delle forze in campo, i rapporti di classe. Saprà il Pd velocemente riconvertirsi in partito socialdemocratico? Tra l'altro nel contesto delle attuali crisi delle socialdemocrazie europee? Il Pd è diventato “partito di Stato”, molto proiettato alla costruzione di governi “tecnici”, subalterni al pensiero unico del mercato. Questo partito riuscirà ad assumere in sé l'esperienza movimentista della Schlein? La incanalerà? La consumerà pian piano? Vi sarà una scissione? O la farà propria e la valorizzerà? Vivremo queste contraddizioni. Intanto la nuova segretaria ha già innanzi due montagne da scalare. Innanzitutto, la guerra in Europa, sulla quale finora la Schlein è apparsa evanescente rispetto alle domande generose, ai progetti di pace, alle istanze diplomatiche orientate anche dalle profonde e sofferte parole di papa Francesco. In secondo luogo ha davanti l'opposizione alla proposta governativa di Autonomia Differenziata, una vera e propria eversione costituzionale, contro gli articoli 2, 3, 5 della nostra Costituzione. Finora la Schlein ha sempre votato il pessimo progetto, con grande disappunto della stragrande maggioranza dei costituzionalisti e dei sindacati. Insomma, la Schlein non è Alexandria Ocasio-Cortez. Presto comprenderemo di più. Senza deleghe, ma senza pregiudizi.

Giovanni Russo Spena è stato membro dei Cristiani per il Socialismo, segretario di Democrazia Proletaria e senatore di Rifondazione Comunista 

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