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Giri a vuoto

- Scarsi i risultati dell'indagine condotta da una delegazione della commissione europea sulle violenze anti-cristiane in India

Tratto da: Adista Contesti n° 16 del 20/02/2010

TRATTO DALLA RIVISTA FRANCO-BELGA DI INFORMAZIONE RELIGIOSA “GOLIAS” (5/02/2010). TITOLO ORIGINALE: “INDE : MISSION EUROPÉENNE INACHEVÉE SUR LES PERSÉCUTIONS ANTI-CHRÉTIENNES”

La sera di venerdì 5 febbraio la delegazione europea incaricata di svolgere un’inchiesta nell’Orissa sulla situazione conseguente alle violenze anticristiane del 2008, poneva fine alla sua breve visita nel distretto del Kandhamal, ottenuta dopo una lotta intensa con le autorità. Essa, però, non è riuscita a controllare il funzionamento delle corti di giustizia, come inizialmente le era stato concesso.

Il gruppo diplomatico guidato da Christophe Manet, della Commissione Europea a Bruxelles, si è detto molto “deluso” per il fatto di non aver potuto assistere ai processi in corso nei tribunali speciali istituiti per giudicare i responsabili delle violenze anticristiane, dato che la verifica del sistema giudiziario nel distretto era uno degli obiettivi primari della missione. Le autorità del Kandhamal hanno informato all’ultimo minuto i diplomatici dell’annullamento della visita prevista nelle corti di giustizia, “per ragioni di sicurezza”.

I rappresentanti dell’Unione Europea sono riusciti, tuttavia, ad incontrare un gruppo di otto avvocati a Phulbani, capoluogo del Kandhamal, prima di lasciare, in serata, il distretto per recarsi a Bhubaneswar, capitale dello Stato di Orissa, e di recarsi poi in aereo a New Delhi.

Uno degli avvocati presenti a questo incontro ha raccontato all’agenzia Ucanews che aveva avvertito la delegazione del cattivo funzionamento della giustizia, alle prese con “inchieste di polizia inesatte” e “una perenne intimidazione dei testimoni”. L’amministrazione “avrebbe potuto sistemare i problemi di sicurezza se avesse voluto [ma] forse aveva dei motivi per impedire alla delegazione di penetrare nei tribunali”, aggiunge ancora l’avvocato, che ha preferito mantenere l’anonimato.

Gli avvocati hanno spiegato ai delegati che gli induisti minacciavano le persone chiamate a testimoniare davanti alla corte, e che c’erano gruppi che si riunivano presso i banchi del pubblico nei tribunali allo scopo di sostenere gli accusati e di intimidire le vittime. Hanno anche confermato ai diplomatici che numerose persone accusate di aver partecipato alle violenze non erano mai state arrestate, e continuavano a far regnare il terrore tra i cristiani. Analogamente accade, hanno detto, che i giudici convochino i testimoni all’ultimo momento, cosa che impedisce a questi di arrivare in tempo al tribunale per essere ascoltati.

I delegati dell’Unione Europea aveva in precedenza visitato alcuni campi di rifugiati, malgrado l’opposizione degli attivisti induisti che non aveva cessato di manifestarsi durante la visita dei diplomatici nel Kandhamal, ridotta, alla fine, a due giorni (4 e 5 febbraio). Presso il campo di Nandagiri i delegati hanno ascoltato diverse vittime che hanno mostrato loro le rovine dei loro villaggi e che hanno raccontato loro le atrocità commesse e le minacce che ogni giorno ricevono da parte degli induisti.

Il 3 febbraio, vigilia del loro trasferimento nel Kandhamal, la delegazione europea ha incontrato mons. Raphael Cheenath, arcivescovo cattolico di Cuttack-Bhubaneswar, che ha confermato loro che “la situazione non era ancora tornata alla normalità” nel distretto che fu l’epicentro delle violenze del 2008. “Circa 10mila persone continuano a vivere fuori dal Kandhamal”, poiché sono troppo sconvolte per tornare nei loro villaggi, ha dichiarato loro il prelato. Egli ha anche citato il problema della ricostruzione delle abitazioni e dei luoghi di culto, promessa dalle autorità, spiegando che i diversi gruppi cristiani erano riusciti a raccogliere denaro sufficiente per ricostruire circa 2mila abitazioni ma che mancavano loro i fondi per le restanti 3mila. L’arcivescovo ha anche denunciato la cattiva volontà dell’amministrazione locale che ha fallito nella sua missione di garantire la sicurezza della popolazione, lasciando perdurare un clima di paura e di intimidazione che impedisce “che sia fatta giustizia”, e abbandonando gli abitanti, obbligati a vivere nella massima privazione.

La delegazione dell’Unione europea ha assicurato a mons. Cheenath che avrebbe trasmesso alle nazioni europee le gravi preoccupazioni che persistevano riguardo alla situazione del Kandhamal, aggiungendo che le violenze che avevano luogo nello stato di Orissa avevano straziato l’Europa che le considerava violazioni dei diritti dell’uomo e della libertà religiosa.

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