Nessun articolo nel carrello

SOLO NELLA LAICITÀ SI PUÒ INCONTRARE IL DIO DI GESÙ. SULL’INCOMPATIBILITÀ TRA CRISTIANESIMO E RELIGIONE

Tratto da: Adista Documenti n° 38 del 08/05/2010

DOC-2259. MADRID-ADISTA. Si può comprendere e vivere il cristianesimo solo nella - e a partire dalla - laicità. Ovvero, “se Gesù è vissuto come sappiamo ed è morto per quello che sappiamo, abbiamo il diritto e il dovere di chiederci come sia possibile, a partire dalla Religione, comprendere un uomo (Gesù) che è stato rifiutato e assassinato dalla Religione. E pertanto come possiamo, a partire dalla nostra identificazione con la Religione, vivere e praticare un progetto e un messaggio respinto così brutalmente dalla Religione”. È esattamente tale questione, secondo il teologo spagnolo José María Castillo, a dare il senso della gravità e della complessità del problema religioso che oggi stiamo vivendo: il fatto, cioè, che la “memoria sovversiva” di Gesù “sia stata conservata da un'istituzione (la Chiesa) che, con il passare degli anni e per virtù di un lento processo, ha finito per costituirsi in una Religione, che è, di fatto, la Religione dell'Occidente”, figlia della cultura greco-romana che ha configurato l'Impero, con i suoi grandi lasciti della filosofia ellenista (da cui è rimasto fortemente condizionato il “Credo” della Chiesa) e del diritto romano (da cui essa ha ereditato per esempio l’idea e la prassi del potere e dell’autorità).

Nel suo intervento (pubblicato su Redes Cristianas il 19 marzo), Castillo mostra l’incompatibilità del messaggio di Gesù con la Religione, come egli “poteva vederla e viverla nel suo popolo e nel suo tempo”: escludente, nazionalista e centrata sui pilastri della legge - che egli ha voluto assai più esigente in ciò che riguarda le relazioni umani e di cui invece ha violato insistentemente le norme rituali -, del tempio - che definisce “una spelonca di ladri” e di cui annuncia la distruzione, ponendo al suo posto l’adorazione “in spirito e verità” - e dei sacerdoti - con i quali ha stabilito una relazione “di chiaro e durissimo scontro”. Il Vangelo, evidenzia Castillo, è “il grande racconto di un conflitto”, quello tra Gesù e la religione, o tra il progetto di Gesù e quello dei sacerdoti, che si è aggravato fino a diventare mortale. Un conflitto in cui la Chiesa ha finito per schierarsi con la religione, costituendosi in religione, per il semplice motivo che “il Vangelo è una ‘memoria pericolosa’, mentre la Religione è una ‘pratica privilegiata’”. E, cioè, “il Vangelo conduce la Chiesa a situazioni di conflitto, come è avvenuto a Gesù, mentre la Religione pone i suoi dirigenti in posizioni di privilegio, di potere, di dignità e di sicurezza”. Così, spiega il teologo spagnolo, è proprio la Religione la maggiore difficoltà che incontrano i cristiani per comprendere il cristianesimo. E anche per comprendere la croce: “Ci è sempre stato detto che un crocifisso è un'‘immagine religiosa’, quando, in realtà, Gesù appeso ad una croce, fuori dalle porte della ‘città santa’, storicamente è qualcosa che non ha assolutamente nulla a che vedere con la Religione”.

E, prosegue Castillo, se non abbiamo compreso la croce è perché non abbiamo compreso il Vangelo e pertanto il Dio del Vangelo, il Padre di Gesù, il “Dio kenotico, svuotato di se stesso”, che “ha rinunciato a ogni grandezza, a ogni maestà, a ogni espressione di potere” e che possiamo incontrare solo “nella forma di vita di chi si svuota di ogni pretesa di grandezza, di maestà o di potere e dominazione”. Un Dio, dunque, che non può essere presentato “a partire dal clamore, dal lusso, dalla grandiosità e dal potere con cui il clero pretende ‘rappresentare’ e ‘rendere presente’ il Dio di Gesù nel mondo”, ma, “prima di tutto e al di sopra di tutto”, nella laicità: nella società laica, nello Stato laico, nelle istituzioni laiche. Perché questo modello di società, di Stato, di istituzioni non ci separa, non ci divide, non ci pone gli uni contro gli altri, ma riconosce a tutti la stessa dignità, gli stessi diritti, ponendoci nella stessa categoria: la categoria uscita dalle mani di Dio, la categoria umana”.

Di seguito ampi stralci dell’intervento di José María Castillo, in una nostra traduzione dallo spagnolo. (claudia fanti)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.