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LA VISITA APOSTOLICA ALLE SUORE USA ENTRA NELLA “FASE 2”: INIZIANO LE ISPEZIONI IN LOCO

Tratto da: Adista Notizie n° 46 del 05/06/2010

35628. DETROIT-ADISTA. Ci siamo: la visita apostolica delle congregazioni religiose femminili statunitensi, voluta dal Vaticano ufficialmente per saggiare “la qualità della vita” delle comunità (v. Adista nn. 35, 43, 64, 86, 96, 106, 117 e 126/09), è entrata nella sua fase più indigesta: almeno 19, su un totale di 340, sarebbero infatti quelle soggette ad una visita in loco da parte dei team coordinati dalla visitatrice suor Mary Clare Millea, ossia quelle giudicate più “pericolosamente” impegnate nell’apostolato e a contatto con il “mondo” (spesso senza un abito religioso, con attività in strutture pubbliche e residenze fuori dai conventi). Tra di esse, la congregazione delle Suore Domenicane della Congregazione del Santo Rosario, dette “di Adrian” dal nome della città del Michigan (a una settantina di chilometri da Detroit) in cui ha sede la casa generalizia, una delle più progressiste nonché fiorenti degli Stati Uniti, con circa 850 membri, molto nota per le attività a favore dei bisognosi, ma anche per le prese di posizione coraggiose e le pressioni riguardo alla responsabilità sociale di grandi industrie del Paese.

Dal 25 al 29 aprile scorso, il team di visitatori le ha messe sotto la lente d’ingrandimento nella casa madre di Lenawee County, presso Adrian. Secondo quanto riporta il Detroit Free Press (24/5), sono stati ascoltati numerosi testimoni dell’apostolato delle suore, tra cui anche alcuni outsider, come il vescovo di Lansing, mons. Earl Boyea e il vescovo di Prince George, nella British Columbia, mons. Gerald Wiesner.  “Ho detto cose molto positive riguardo alla loro vita comunitaria, che è uno degli aspetti, a quanto pare, in discussione”, ha affermato Wiesner in un’intervista al Detroit Free Press, spiegando di aver descritto il lavoro, in particolare, di quattro religiose della congregazione, attive rispettivamente come cappellana ospedaliera, ministro pastorale, consulente e direttore spirituale. “Vivono i loro voti in maniera ideale. Sono esemplari”, ha dichiarato: “Ciò che vorrei sottolineare del loro lavoro è l’attenzione ai poveri e alla giustizia sociale”. Quanto allo “stile” della visita apostolica, mons. Wiesner ha usato un’espressione piuttosto forte: durante l’incontro con il team, infatti, ha avuto l’impressione di trovarsi “in un tribunale, cercando di difendere un amico”.

A testimoniare a favore della congregazione, anche un giudice circoscrizionale, Margaret Noe, amministratore della Siena Heights University, gestita dalle domenicane: “La mia opinione personale – ha affermato – è che con tutte le cose importanti in gioco nelle comunità ecclesiali, in particolare in quelle cattoliche, concentrarsi su questi aspetti sia una scelta perdente”.

Le domenicane di Adrian hanno preferito non commentare, ma la notizia della visita è stata confermata: “Non riteniamo appropriato né utile per noi o per la visita apostolica dare valutazioni in questo momento”, ha detto uno dei vertici, suor Kathleen Nolan.

La visita apostolica delle congregazioni femminili ha già creato tensioni e sicuramente altre ne procurerà nel corso di questa fase, in buona parte per il tono investigativo che la contraddistingue: “Penso che ciò che ha irritato molta gente – ha detto suor Nancy Schreck, alla guida delle 310 suore di san Francesco di Dubuque, Iowa, per le quali non è per ora prevista una visita in loco – sia il modo in cui viene condotta, e i commenti che vengono fatti che suonano come un verdetto sul nostro stile di vita, la nostra vocazione e il nostro ruolo nella Chiesa”; “è più una preoccupazione nei nostri confronti che l’esplorazione delle nostre vite. Se non avesse avuto questo tono così manipolatorio, penso che le persone non avrebbero nutrito tanti sospetti”. (ludovica eugenio)

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