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LA LUNGA GUERRA ALLA “CATTOLICA” PER CONTENDERE A RUINI LA SOVRANITÀ SULL’ATENEO

Tratto da: Adista Notizie n° 71 del 25/09/2010

35768. MILANO-ADISTA. Sia Cicchetti che Ornaghi fanno parte di quel sistema di potere che aveva portato, negli ultimi dieci anni (v. notizia precedente), il Toniolo e l’Università Cattolica a gravitare nell’orbita della Conferenza episcopale italiana a presidenza Camillo Ruini. A scapito della Segreteria di Stato vaticana, cui il Toniolo ed il suo Comitato per-manente dovrebbero dipendere. Eppure, nell’ultimo decennio, lo strapotere ruiniano all’in-terno della Chiesa ha fatto sì che l’Università Cattolica passasse, di fatto, sotto il controllo della presidenza della Cei.

Lo scontro prese il via nel 2002, quando il rettore uscente, Sergio Zaninelli, si candidò per un secondo mandato, con la benedizione del card. Angelo Sodano, allora segretario di Stato vaticano; Zaninelli fu costretto a farsi da parte per le pressioni del presidente della Cei Ruini e della potente lobby di Comunione e Liberazione che puntavano su Ornaghi, vicinissimo al cardinale e suo consigliere sui temi politici (oltre che ex allievo di Gianfranco Miglio, ideologo della prima Lega). Un colpo di mano che provocò una levata di scudi da parte dell’ala degli ex democristiani legati al Vaticano, che faceva capo al presidente dell’Istituto, Emilio Colombo (che fu al vertice del Toniolo dal 1986 al 2003), all’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, all’ex ministro della Pubblica istruzione, Giancarlo Lombardi, a Siro Lombardini e, in Cattolica, al direttore amministrativo, Carlo Balestrero. La cordata di Colombo faceva capo alla Segreteria di Stato vaticana. Ma divenne sempre più debole, anche per il coinvolgimento (novembre 2003) di Colombo nell’ “operazione Cleopatra”, un’indagine della squadra mobile di Roma su un vasto giro di co-caina e squillo di alto bordo che fanno capo ai fratelli Giuseppe e Marco Martello, tra i cui numerosi clienti spunta anche quello del senatore Colombo. Colombo uscì di scena (poco dopo lasciarono anche Scalfaro e Lombardi) e, con il placet di Ruini, ai vertici del Toniolo arrivò Tettamanzi. Poi (aprile 2004) ad entrare nel Comitato permanente fu il fedelissimo Dino Boffo. A rapporti di forza notevolmente mutati, nel novembre 2004 Chicchetti sostituì nel ruolo di direttore amministrativo Balestrero; così, nel 2006, Ornaghi (che è anche, non a caso, vicepresidente di Avvenire) ottenne una facile riconferma. Il 31 ottobre prossimo scadrà però il suo secondo mandato. E si apriranno i giochi per una sua (eventuale) sostituzione. Sulla quale, oltre alle polemiche su Ornaghi e Cicchetti, continua a pesare il caso-Boffo. Più volte abbiamo infatti rilevato come anche dietro il caso-Boffo, vittima di “fuoco amico”, più che degli articoli de il Giornale di Vittorio Feltri, si giocasse una partita tutta interna alla gerarchia cattolica. Lo scontro tra i vertici della Cei e la Segreteria di Stato, certo, ma so-prattutto la contrapposizione tra diverse fazioni che si contendono e egemonia e potere all’interno degli organismi, dei mezzi di informazione e delle strutture economico-finanziarie gestite direttamente o indirettamente dalla Chiesa. E non è un caso che Boffo, pur avendo abbandonato tutti gli incarichi nei media cattolici (complice anche la crisi economica in cui versano Avvenire e, in particolare, Sat 2000), dopo le rivelazioni fatte dal Giornale nell’agosto del 2009, sia rimasto in sella proprio al Toniolo.

Attualmente, il Comitato permanente del Toniolo è presieduto dal card. Dionigi Tettamanzi ed è formato da 11 membri, in carica per 5 anni, rinnovabili. Il Toniolo nomina la maggioranza dei membri del consiglio d’amministrazione della Cattolica (10 su 18) al quale spetta, a sua volta, la nomina del rettore. Nel Comitato, oltre a Tettamanzi, siedono Paola Bignardi (ex presidente di Azione Cattolica), Dino Boffo, Giuseppe Camadini (presidente della Cattolica Assicurazioni), Felice Martinelli (docente dell’ateneo, vicino al card. Tettamanzi), Roberto Mazzotta (ex presidente della Banca Popolare di Milano e attualmente presidente dell'Istituto Sturzo), Piero Melazzini (presidente della Banca Popolare di Sondrio, già in lizza, nel 2009, per succedere ad Angelo Caloia ai vertici dello Ior, nel ruolo nel quale fu poi nominato Ettore Gotti Tedeschi), Cesare Mirabelli (Consigliere Generale presso lo Stato della Città del Vaticano, la carica più alta che un laico può ricoprire in Vaticano), Alberto Quadrio Curzio (docente di Economia alla Cattolica, molto vicino a Tremonti), Anna Maria Tarantola (vice direttore Generale della Banca d’Italia) e il rettore della Cattolica, Ornaghi. (valerio gigante)

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