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Cultura politica I nuovi barbari e il riposo del guerriero

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 91 del 27/11/2010

Berlusconi è “sceso in campo” come un “uomo nuovo”, ha promesso all’Italia, disgustata dalla corruzione della prima Repubblica e tramortita dalla caduta dei miti novecenteschi, che avrebbe risollevato il Paese dalla crisi, restituendo fiducia e speranza nel futuro. È vero, il Paese aveva bisogno di rinnovarsi e con Berlusconi le novità non sono mancate. A partire dal governo con  la Lega, ovvero con una formazione che esprime le “istanze antipolitiche del microcapitalismo territoriale, ostile ad ogni civiltà giuridica a tutela del lavoro” (Michele Prospero). E presentandosi nell’immaginario collettivo come colui che agli occhi degli italiani interpreta, ma insieme assolve, i loro antichi vizi: familismo, clientelismo, servilismo verso i potenti. Vizi da cui avrebbe dovuto liberarci la realizzazione – mancata – dei valori che hanno ispirato la Carta Costituzionale. Vizi che, premiati dal successo e dall’impunità, hanno corrotto la fibra morale di un Paese che non ha saputo reagire, pur essendo la culla del cattolicesimo, a chi ne solleticava la pancia. E gran parte degli italiani glieli hanno perdonati perché, riverniciati di politichese e giustificati dalla retorica, sono stati anche confessati pubblicamente.

A cominciare dal modo di guardare la donna, un modo che conferma il maschilismo, la volgarità e l’arretratezza culturale dei nuovi barbari. Che vanno all’assalto della donna reificandola, facendone cioè una res, una cosa, un oggetto consumistico, ovvero la donna come corpo giovane e seducente che appaga e, nel bisogno, risveglia il desiderio del maschio. Perché, nonostante i baciamano ai potenti di Oltretevere, il loro modello non appartiene a quello della “vergine-madre”, ma a quello del “riposo del guerriero”. Perché lo scambio fra i due generi non avviene alla pari, disinteressatamente come in tante coppie, ma colei che dispensa riposo mentale, svago e magari piacere, viene ripagata con favori, quando non in moneta. Se guardiamo da vicino queste giovani donne colpisce il fatto che appartengano tutte ad un tipo di bellezza monocorde, quel tipo di bellezza che è stato lanciato dalle televisioni private del Biscione: forme abbondanti, a partire dalle labbra, capelli lunghi (mai un caschetto sbarazzino), abiti aderenti e scollati, pose provocanti, sguardi invitanti e così via. E pare che il nostro premier le scelga sfogliando i books, come quello che gli ha portato Fede con le foto di Noemi discinta, procace e stuzzicante. Ma dalle intercettazioni apprendiamo che, ciononostante, l’attempato cavaliere si è rivolto alla ragazza dicendole che era rimasto colpito dalla sua purezza e dal viso d’angelo; espressioni che tradiscono la forma mentis del maschio anziano, educato ad apprezzare la purezza delle giovani donne così come comanda la morale cattolica. E se ieri i maschi, per carpire la verginità delle fanciulle promettevano il matrimonio, oggi Berlusconi e i suoi accoliti sfoderano altre armi: la carriera politica o la partecipazione ad un programma tv. Infatti, anche se digiuno di sociologia, il padre di Ruby ha detto che la figlia era malata di televisione. Ovvero: molte ragazze delle ultime generazioni, prive di punti di riferimento alternativi, cresciute all’interno dell’orizzonte catodico, sono state educate al mito del successo facile, dell’apparire, della vita come una festa; e illudendosi di interpretare il desiderio femminile di essere padrone di sé e della propria vita, cercano di farsi strada velocemente e senza fatica attraverso l’ostentazione del corpo mercificato. Perché in Italia non solo la sinistra è stata incapace di leggere il fenomeno Berlusconi, ma anche la Chiesa, o meglio gli alti vertici della Chiesa cattolica, si sono illusi di poterne contrastare l’influenza culturale. Ed infatti, in cambio di fette di potere, hanno permesso al berlusconismo di influenzare attraverso lo schermo il modo di sentire e di pensare degli italiani, facendone un Paese pagano che, e qui Ratzinger ha ragione, è ridiventato terra di missione.

 

* Insegnante in pensione, dell’associazione Iniziativa laica di Reggio Emilia

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