Nessun articolo nel carrello

MILANO: UN NUOVO VESCOVO CALATO “DAL BASSO”. CONVEGNO DI CATTOLICI DI BASE

Tratto da: Adista Notizie n° 95 del 11/12/2010

35897. MILANO-ADISTA. Scadrà a marzo 2011 la proroga di due anni concessa dal papa al card Dionigi Tettamanzi, dimessosi nel 2009 per raggiunti limiti di età. Difficile, anche se non impossibile, una ulteriore proroga del suo ministero episcopale. Il problema della successione all’arcivescovo di Milano è stato così posto in un incontro tenutosi sabato 27 novembre presso i frati minori di S. Angelo dal titolo “Per un cammino comunitario verso il nuovo vescovo della diocesi ambrosiana”. A promuovere il convegno, condotto e coordinato da Mira Bozzini, del gruppo Pace di S. Angelo, associazioni che, da anni, periodicamente sollevano problemi ecclesiali di cui raramente si discute, accettando per esaurienti le risposte ufficiali della gerarchia: il Gruppo Promozione Donna, “Noi Siamo Chiesa”, il gruppo Pace di S. Angelo, il Graal, il Guado e i preti operai della Lombardia. Lo scopo dell’incontro, sintetizzato in un documento conclusivo, è stato quello di smuovere la diocesi e di sollecitarla ad occuparsi per tempo, ed in maniera collegiale, di un problema di cui molto si discute nei corridoi dei palazzi ecclesiastici, ma poco o nulla nelle comunità dei credenti.

Le stesse associazioni già nel marzo del 2002 organizzarono una riflessione collettiva a conclusione dell’episcopato del card. Carlo Maria Martini. Come allora, anche in questa occasione, il tentativo è stato quello di invitare la comunità diocesana a riprendere la parola, in una dimensione “conciliare” che non accetti di essere subalterna alla prassi clericale che vuole la scelta del vescovo come scelta di “Palazzo”, che avviene con logiche curiali, con criteri non trasparenti ed escludendo nella scelta qualsiasi coinvolgimento della base.

Nella sua ampia relazione, Teresa Ciccolini, del Gruppo Promozione Donna, ha detto che parlare del nuovo vescovo di Milano significa discutere a fondo dei problemi della diocesi (“nuovo vescovo, ma di quale Chiesa?”). Dato atto a Tettamanzi del suo impegno sulle questioni sociali e della libertà religiosa (ad esempio per la sua difesa del diritto degli islamici a costruire moschee), la Ciccolini ha sostenuto però che sono tante le questioni ecclesiali ancora aperte e rispetto alle quali c’è stato un sostanziale immobilismo della Curia. La prima e più importante è quella della mancanza di dialogo, di relazioni, di spirito di laicità nell’affrontare temi come sessualità, omosessualità, famiglia, testamento biologico, rapporto Chiesa-politica, gestione delle risorse economiche. Alla richiesta di confronto venuta dalle realtà ecclesiali di base in questi anni le risposte della Curia sono sempre state quelle dell’istituzione che non accetta di mettersi in ascolto delle comunità dei credenti: a contare, per i vertici diocesani, sembrano solo gli “eventi”, i numeri, le relazioni e gli incontri istituzionali. E poi, ha spiegato la Ciccolini, la diocesi tende ad essere un arcipelago di tante isole che non comunicano. Senza contare il silenzio nella Chiesa sul fenomeno delle violenze sulle donne, l’assenza dello specifico femminile nel dibattito intraecclesiale, la mancanza di una pastorale attenta alla sessualità, soprattutto quella maschile. Anche la riforma liturgica del rito ambrosiano, ha sottolineato la Ciccolini, è stata realizzata nell’assoluta estraneità dei fedeli, così come finora le realtà locali non sono state affatto coinvolte nella preparazione dell’incontro mondiale delle famiglie, convocato a Milano per il giugno 2012.

Marco Politi, vaticanista prima di Repubblica, oggi del Fatto Quotidiano, ha fatto una panoramica generale sulla situazione del Vaticano sotto i pontificati di Wojtyla e Ratzinger. Benedetto XVI, ad alcune aperture verbali come l’iniziale impegno a una maggiore collegialità o l’ipotesi di dare una qualche soluzione al problema dei divorziati risposati, non ha fatto seguire alcuna decisione coerente. Il Sinodo dei vescovi continua a essere inefficace, l’opinione contraria della maggioranza dei cardinali a riaccogliere i lefebvriani non è stata accolta, il documento di Ravenna, firmato con gli ortodossi per il riconoscimento del primato d’onore al Papa, non è stato usato. Il Papa ha deciso da solo, in modo peraltro ambiguo ed assai prudente, sul preservativo; nell’ultimo Concistoro ha creato cardinali che potenziano soprattutto la Curia, elevando alla porpora personalità di secondo piano. Per quanto riguarda le nomine dei vescovi, Politi ha ricordato gli incidenti relativi alle nomine a Varsavia e a Linz (entrambe revocate), quella di Groer a Vienna negli anni ’80 e soprattutto la nessuna considerazione della terna (Tettamanzi, Scola, Corti) uscita da una consultazione dell’episcopato italiano per la nomina del successore alla presidenza della Cei del card. camillo Ruini. L’interessante dibattito ha arricchito le relazioni e ha condiviso la proposta di cercare di coinvolgere la diocesi su tutte le tematiche proposte.

Durante l’incontro è stata diffusa la lettera con cui il 14 settembre le stesse associazioni avevano invitato il card. Tettamanzi a istituire nella diocesi un’autorità indipendente che facesse da punto di riferimento per le vittime dei preti pedofili (il fenomeno è presente anche a Milano). Questa proposta si richiamava al tipo di intervento messo già in atto dai vescovi austriaci e tedeschi e, in Italia, dal vescovo di Bolzano. La lettera non ha ricevuto risposta.

È stato anche diffuso un impegnativo documento di “Noi Siamo Chiesa” sulla nomina del nuovo vescovo che si rifà alla storia dei primi secoli e alla quarta delle “Cinque piaghe” della Chiesa cattolica evidenziate a metà del XIX secolo nell’opera di Antonio Rosmini, nella quale si auspicava che la designazione del vescovo avvenisse con il concorso del clero e del popolo diocesano.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.