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VI ATTENDE UN "ENTUSIASMANTE FUTURO". DI OBBEDIENZA. MONS. CREPALDI SCRIVE ALL'AC DI TRIESTE

Tratto da: Adista Notizie n° 1 del 08/01/2011

35935. TRIESTE-ADISTA. "Sono grato a questa associazione di laici cattolici per quanto ha fatto in passato per la Chiesa italiana e per la Chiesa di Trieste. Ritengo che essa abbia ancora davanti a sé un entusiasmante futuro di azione, di sacrificio, di preghiera". È una missiva che ha riservato qualche sorpresa e provocato una levata di scudi, quella inviata dal vescovo di Trieste mons. Giampaolo Crepaldi ai membri dell'Azione Cattolica diocesana, in occasione della Solennità dell'Immacolata, che è anche la giornata annuale in cui l'associazione promuove il tesseramento.
A stupire sono alcuni passaggi: "Sento il dovere di richiamare alcuni punti riguardanti l'identità dell'Azione Cattolica", si legge nella lettera: "Il primo di questi punti riguarda l'Azione cattolica e il suo rapporto con la Gerarchia ecclesiastica", fondato, per come emerge da questa lettera, sul totale ossequio alla Curia: "L'Azione cattolica non ha un proprio programma", ribadisce mons. Crepaldi, "ha il programma pastorale della Chiesa, di cui si pone a servizio", nella "umile, docile, vitale, fattiva collaborazione" con le gerarchie ecclesiastiche. E a quanti questo appaia come un umiliante richiamo alla cieca obbedienza, il vescovo chiarisce: "L'Autorità, nella Chiesa, è un servizio all'unità, ossia alla costruzione del Corpo di Cristo; l'obbedienza edifica la comunione ecclesiale; la pluralità e il pluralismo che non trovino nel Vescovo una sintesi efficace e feconda finiscono per lacerare la comunità diocesana. Un'Azione cattolica per la quale gli orientamenti, non solo dottrinali ma anche pastorali, del Vescovo fossero considerati un'opinione o una generica indicazione da interpretarsi soggettivamente, non potrebbe assolvere adeguatamente al proprio compito".
Scorrendo poi la lettera – pubblicata il 2 dicembre scorso sul settimanale diocesano Vita Nuova – anche l'appunto sulla "Laicità dei cristiani adulti" può essere interpretata come un richiamo all'obbedienza. "Il cristiano ‘adulto' – ribadisce mons. Crepaldi – è il cristiano maturo, che si è fatto invadere da Cristo e dal suo Spirito santo e abbracciare dalla Chiesa", una Chiesa che "annuncia il Dio ‘absconditus', che tutti gli uomini cercano senza possederlo perché non ne hanno ancora visto il Volto". Insomma, sembra ricordare la missiva, non c'è fede senza Chiesa e non c'è Chiesa senza autorità.
La confusione che le parole di mons. Crepaldi hanno provocato tra i membri dell'Ac triestina è percepibile sul profilo facebook dell'associazione. "Perché questo ennesimo richiamo all'obbedienza?", si chiede Duilio Mariani, vicepresidente dell'associazione, che così stigmatizza l'iniziativa dell'arcivescovo: "Una strigliata pubblica, coram populo, per la gioia (lasciatemi malignare) di ciellini e neocat. Una strigliata che, in piena coscienza, mi sembra completamente destituita di fondamento. Se vi sono motivi di preoccupazione per lui, li comunichi in privato, alle singole persone, non con la gogna". E conclude: "Da vicepresidente, da membro del consiglio e da semplice aderente sono personalmente ferito e umiliato".
"A me sembra che la sua idea di Ac sia quella di Pio XI", denuncia un membro dell'associazione. Il vescovo appare "disfattista" e il suo atteggiamento "umiliante", fanno eco altri sullo stesso sito. "Una lettera piena di pregiudizi ed errata", un "atto grave", sono poi i commenti più condivisi dai partecipanti alla discussione. Non "una lettera inopportuna", non una svista, ma "un messaggio voluto". E infine – è uno degli ultimi interventi – se il vescovo si aspettava "una sottomissione acritica, beh questo spero non accada mai". (giampaolo petrucci)

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