Nessun articolo nel carrello

ASCOLTA, SI FA SERA! A BAGNASCO, L’APPELLO DI PRETI E PARROCI DA TUTTA ITALIA

Tratto da: Adista Notizie n° 10 del 12/02/2011

35978. ROMA-ADISTA. Il card. Angelo Bagnasco all’ultimo Consiglio Permanente della Cei non ha voluto che la sua prolusione – un discorso cauto sia nella scelta dei termini che nella attribuzione delle responsabilità dell’attuale crisi politica – potesse essere interpretata come il de profundis della gerarchia ecclesiastica all’attuale governo. Allo stesso modo, il segretario della Cei, mons. Mariano Crociata, pur parlando di “disastro antropologico” in atto nel Paese, ha però ricordato che “la questione morale riguarda tutti” e che la ricerca del bene comune non deve essere “piegata, strumentalizzata”, altrimenti “rimane tacciabile di essere una difesa di parte”. Serve invece “uno sforzo a superare il clima di rissa e faziosità per affrontare i problemi che riguardano tutti”.

Tutti colpevoli, insomma, e quindi tutti innocenti. Così, dai vertici della Chiesa la presa di distanza da Berlusconi (che peraltro non viene mai nemmeno nominato nei discorsi ufficiali) è talmente flebile da non aver ottenuto altro risultato che quello di suscitare reazioni sgomente ed indignate da parte di una base, quella cattolica, che ormai da tempo ha assunto nelle sue componenti maggioritarie un atteggiamento fortemente critico rispetto al sistema di potere berlusconiano, che però non trova voce e rappresentanza nelle istituzioni e nei media ufficiali della Chiesa, se non nella voce isolata di qualche vescovo o negli editoriali di Famiglia Cristiana. Ma che la misura sia ormai colma, lo dimostrano le dure dichiarazioni, del tutto dissonanti da quelle pronunciate con labbra imburrate dei vertici ecclesiastici, di associazioni, movimenti, gruppi del laicato cattolico, sia a livello diocesano che nazionale; le parole scandalizzate di intellettuali ed esponenti del mondo ecclesiale; gli editoriali della stampa diocesana (v. Adista n. 08/11); le lettere di protesta pubblicate da tante testate cattoliche. Anche alla redazione di Adista, dopo la nuova esplosione del “Ruby-gate”, sono arrivate molte lettere ed interventi di credenti, critici in particolare rispetto alla posizione “terzista” assunta dalla loro Chiesa nei confronti di fatti gravissimi. Tra le tante, vi proponiamo quelle inviate da parroci e preti da tutta Italia; tutte esprimono profonda preoccupazione e chiedono con urgenza alla Cei un deciso cambio di rotta.  (valerio gigante)

 

Don Ferdinando Sudati - vicario parrocchiale a Paullo (Mi):
«Le gerarchie ecclesiastiche (vaticane e italiane), di fronte a un presidente del Consiglio che va mandato a casa con ignominia, hanno preso posizione dandogli un buffetto accompagnato dalla raccomandazione: “Biricchino, non farlo più!”. I rappresentanti della Cei, per una tragica par condicio, hanno dato lo stesso buffetto anche alla magistratura. Che, date le circostanze, è risultato piuttosto uno scapaccione, con effetti disastrosi. Potevano tacere del tutto, se ritenevano di non dover entrare in politica, ma siccome non tacciono e in politica ci entrano abitualmente, tanto valeva che facessero sentire qualcosa che avesse minimamente il sapore evangelico della parresìa, della chiarezza e dell’integrità».

Don Romeo Vio – parroco a Titignano (Pi):
«La cosa che più mi è dispiaciuta in questi anni è stato l’atteggiamento di coloro che di Berlusconi sono stati i sostenitori. Ad esempio l’on. Casini, che ha consentito al presidente del Consiglio di arrivare al potere anche se poi per i suoi interessi l’ha mollato. Ma soprattutto è l’atteggiamento tenuto da gran parte della Chiesa “ufficiale” che mi ha messo in “crisi di amore” per la Chiesa. Se facciamo una analisi, sono state veramente poche le voci critiche: tolta la vostra e quella di Famiglia Cristiana e di qualche altra rivista della sinistra cattolica la maggioranza dei vescovi e della stampa cattolica o ha taciuto o addirittura ha in certo senso giustificato e coperto le malefatte del premier “contestualizzando” perfino le sue bestemmie. Ora che sta per affondare, speriamolo veramente, finalmente la Cei, dopo aver rischiato di perdere la sua credibilità, sembra uscire dal compromesso; ma viene da pensare che è tardiva la testimonianza di chi pugnala un politico ormai – speriamo – al tramonto».

Don Giorgio Rigoni - parroco a Patronà (Cz):
«Troppo facile oggi infierire su un uomo finito, un politico fallito che con tanta impudenza ma "intelligenza" ha trattato un popolo sovrano da servi cretini! Un uomo ormai solo, perché circondato da ruffiani che come cani si contendono l'osso, avrebbe avuto il diritto ad una voce diversa da quella dei suoi cortigiani, un pastore che lo ammonisse... come sarebbe dovuto avvenire, all'aeroporto di Ciampino, il 26 settembre 2009, quando il papa volle incontrare Berlusconi. E invece venne fuori un colloquio solo patetico!
La Chiesa "alta" anche in questo caso si è dimostrata piccina, calcolatrice e accattona, pronta a virare rotta ad ogni spirar di vento che le possa portare un pur minimo vantaggio (economico). “Vedete quanto è pericoloso tacere? Muore quell'empio e giustamente subisce la morte. Muore per la sua iniquità e per il suo peccato. È ucciso infatti dalla sua negligenza. Egli avrebbe potuto ben trovare il Pastore vivente che dice: ‘Io vivo, dice il Signore’. Ma non lo ha fatto, anche perché non ammonito da chi era stato costituito capo e sentinella proprio a questo fine. Perciò giustamente morirà, ma anche chi ha trascurato di ammonirlo sarà giustamente condannato”.
Dal Discorso sui pastori di sant'Agostino, vescovo (Disc. 46, 20-21; CCL 41, 564-548)»

Don Silvano Nistri - Sesto Fiorentino:
«È un momento di grande sofferenza per chi ama la Chiesa.
Io prego:
- perché i Vescovi abbandonino il sogno di una nuova cristianità. Il beato Ozanam, impegnato a liberare la Chiesa di Francia dalle nostalgie della restaurazione, diceva: «Si sogna un Costantino che tutto d’un colpo riconduca i popoli all’ovile. No, no… le conversioni non si fanno con le leggi, ma con le coscienze…»;
- perché sia ridotta al minimo la Roma curiale, oltretutto oggi di così scarso valore. Un Casaroli o un Cicognani non sarebbero andati a cena da Vespa, né ci sarebbe stato un Fisichella a discettare da leguleio di terza categoria sulla bestemmia o sulla comunione ai divorziati…
- perché i nostri vescovi, impegnati nella pastorale, in genere migliori di quelli che stanno a Roma, parlino alle riunioni della Cei e magari esigano, nel caso lo facessero, che le loro voci arrivino anche a noi… Ci farebbe piacere».

Don Mario Piantelli – parroco di San Michele Arcangelo e Castelnuovo, Crema:
«Mi associo volentieri alle richieste che da molte parti d’Italia (e non solo) vengono indirizzate ai vertici ecclesiastici di alzare forte la voce e di compiere azioni profetiche nei confronti dell’attuale governo Berlusconi. È necessario un supplemento di libertà evangelica per sganciarsi decisamente da un sistema di governo che, attraverso benefici e privilegi, sembra avvantaggiare il “mondo ecclesiastico”, in realtà aliena e impoverisce sia a livello culturale sia a livello socio-economico i credenti che ripongono fiducia non nell’amore al potere ma nel potere dell’amore».

Don Giovanni Barbareschi - Milano:
«Sono un sacerdote milanese di 89 anni, medaglia d'argento della Resistenza.
Ho partecipato alla redazione e diffusione del giornale clandestino Il Ribelle e per questo ho sofferto il carcere. Non è certo questa l'Italia che noi, "ribelli per amore", sognavamo e per la quale abbiamo lottato.
In questi giorni ho aderito all'Associazione Libertà e Giustizia (uno dei promotori è l'amico Gustavo Zagrebelsky) firmando l'appello "per esigere le dimissioni e liberarci dal potere corrotto e corruttore di Silvio Berlusconi"».

Don Michele Ruggieri - parroco a Bucaletto (Pz):
«Siamo al colmo di ogni misura! Sono parroco in una realtà periferica di Potenza, dove non si riesce ad eliminare, ancora dopo 30 anni, una vera e propria ’baraccopoli’ fatta di prefabbricati leggeri insediati per dare alloggio provvisorio ai terremotati del 1980 e che avrebbero dovuto avere la durata di 10 anni, al massimo. Invece, pur essendo per buona parte fatiscenti, continuano ad essere alloggi provvisori per famiglie in difficoltà, per anziani soli, per immigrati, per persone con gravi disagi sociali e psicologi. Avere a che fare ogni giorno con problemi del genere ed assistere impotenti a questo scenario di uomini politici - che, con l’ostentazione del potere, della “iniqua ricchezza”, come la definisce il Vangelo, quotidianamente umiliano e schiaffeggiano la povertà, la debolezza, la fragilità sempre crescente di tanta gente che non ha il necessario per sopravvivere - non può che suscitare indignazione. Nessun motivo di opportunità politica potrebbe ancora giustificare il silenzio della Chiesa nelle sue diverse espressioni e nei suoi diversi livelli, e neanche l’atteggiamento diplomaticistico della gerarchia, formalmente equidistante, di fatto poco chiaro per i tanti cittadini non abituati al linguaggio specialistico della politica».

Don Luciano Locatelli, parroco di Stabello di Zogno (Bg):
«Non voglio dire: «Ma io ve l'avevo detto che tutto sarebbe andato a puttane!» (con tutto il mio rispetto per chi è costretto a fare questa attività), però questo è quello che succede quando anche noi, Chiesa  (tutti, dai "pezzi da novanta" ai piccoli parroci di montagna come me), ci mostriamo più preoccupati  per la salvezza dell'economia che per l'economia della salvezza.  Ricordo anche che a chi ha ricevuto tanto, sarà richiesto molto di più».

P. Candido Poli, missionario a a Piaui - Brasile:
Sono venuto nel Nord del Brasile nel 1952, prete da tre anni. In Italia ho fatto solo ferie, ogni tre, 4, 5 e anche 8 anni, ma da alcuni anni (ne ho 87!) mi tengo in contatto attraverso i siti internet dei giornali. L´Italia va male. Ma ci sono ancora tante famiglie sane. In politica troppi vogliono solo essere galli. La Chiesa per essere missionaria deve essere carismatica. Dove é il carisma della Chiesa oggi? Interviene per tutto e per niente, e all´ora necessaria si salva con frasi ambigue, allusive, che non incidono.

 

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.