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UNA RADICALE CONVERSIONE A GESÙ. PER UN CRISTIANESIMO CAPACE DI SORPRENDERE

Tratto da: Adista Documenti n° 11 del 12/02/2011

DOC-2325. SANTANDER-ADISTA. Non c'è compito più urgente per la Chiesa che operare una radicale conversione a Gesù: dopo essersi soffermato - nella prima delle due conferenze tenute il 3 e 4 novembre passato al corso annuale dell'Aula de Teología della Universidad de Cantabria, in collaborazione con la diocesi di Santander (v. Adista n. 6/11) - sull'«alternativa di Gesù» rappresentata dal Regno di Dio come «anima del mondo», José Antonio Pagola, autore del libro di successo Jesús. Aproximación historica (disponibile anche in italiano con il titolo Gesù. Un approccio storico (2009, ed. Borla, euro 40), ha centrato la sua seconda conferenza sul tema del profondo bisogno della Chiesa di «tornare a Gesù».

Quanto sia urgente tale compito non lo dice solo il moltiplicarsi degli studi e delle inchieste sulla crisi delle Chiese cristiane in Occidente: come indica Pagola nel suo intervento, a mostrare la possibilità e la necessità di una conversione della Chiesa al Vangelo è tutta una serie di «comportamenti generati spesso più dall'istinto di conservazione» che dallo Spirito profetico e creativo di Gesù, a cominciare dall'atteggiamento difensivo nei riguardi della società moderna - considerata il grande avversario della Chiesa, deciso a distruggere il cristianesimo alla radice - così distante dall'invito rivolto da Gesù ai suoi discepoli di andare nel mondo a «curare la vita». Come si può annunciare - si chiede Pagola - il Dio di Gesù come il miglior amico di ogni essere umano, se la fede è ridotta a una contro-cultura e la Chiesa a una contro-società? Eppure, proprio nel momento in cui andrebbero promossi cambiamenti di grande portata, i settori più influenti della Chiesa cedono al contrario alla tentazione della restaurazione, con il rischio di fare del cristianesimo «una religione sempre più anacronistica e sempre meno significativa per le generazioni future». Con buona pace dell'esortazione di Gesù a porre vino nuovo in otri nuove, oggi la tendenza è, piuttosto, quella di vigilare sulla stretta osservanza della norma, senza alcuna concessione alla creatività. Tendenza enormemente facilitata, secondo Pagola, dall'accentuata, e dominante, passività dei credenti, educati per secoli alla sottomissione, alla docilità, al silenzio: «milioni e milioni di fedeli sottomessi a una gerarchia tentata dalla restaurazione». Da qui la necessità impellente di tornare a Gesù Cristo, concentrandosi «con più autenticità e con più fedeltà sulla persona di Gesù Cristo e sul suo progetto del Regno di Dio». «Credo - afferma Pagola - che questa conversione sia la cosa più urgente e più importante che possa avvenire nella Chiesa nei prossimi anni. Molte cose bisognerà fare in tutti i campi - liturgico, pastorale... - ma nulla è più decisivo di questa conversione». Conversione radicale e non solo un semplice, per quanto necessario, "aggiornamento", né solo una qualche riforma ecclesiale: quello che serve è «attualizzare l'esperienza fondante», tornando «a quello che Gesù ha vissuto e trasmesso, perché noi non stiamo né vivendo né trasmettendo, in buona parte, quello che Gesù viveva e trasmetteva». Una sfida certamente non facile, ma animata da una grande speranza: «Dio è insondabile, Dio è una grande sorpresa; sono convinto che il cristianesimo sia atteso ancora da grandi sorprese. Gesù non ha dato ancora il meglio; io non lo vedrò, ma lo intuisco».

Di seguito, in una nostra traduzione dallo spagnolo, ampi stralci della seconda conferenza di José Antonio Pagola, tratta anch'essa, come la prima, dal portale dei cristiani progressisti spagnoli Atrio (www.atrio.org). (claudia fanti)

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