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UNA PROPOSTA CHE PARTA DA PRESUPPOSTI NUOVI

- Intervista a José María Vigil

Tratto da: Adista Documenti n° 20 del 12/03/2011

È stato raggiunto a Dakar un consenso attorno ai punti centrali di un'agenda planetaria per la teologia in prospettiva liberatrice? Si sono fatti passi avanti in questa direzione?

Sì, è stata messa in comune - ma senza molta elaborazione, per ragioni tempo - una serie di principi generali, di indicazioni metodologiche, di suggerimenti tematici condivisi quasi spontaneamente. Il Segretariato Permanente del Forum cercherà di riassumere e di elaborare tutto questo materiale e lo metterà in rete, come frutto del Forum (non come  conclusioni). Ma nel FMTL non è stata messa a punto – come molti pensavamo che si volesse fare – un’“agenda teologica” a livello planetario, per i prossimi anni, con compiti concreti, progetti di ricerca e di riflessione e pubblicazione. Questo compito resta da fare. Forse gli organizzatori neppure lo pretendevano.

 

Sono già abbastanza maturi, all'interno del FMTL, i tempi per l'assunzione di quella coscienza di assialità su cui ti sei soffermato nel tuo intervento? A tuo giudizio, il FMTL è già pronto per accompagnare e favorire tutte le trasformazioni e le rotture richieste dalla nuova configurazione religiosa e culturale dell'umanità?

Credo di sì, che sia il momento di affrontare sistematicamente l’«assialità». È da vari decenni che parliamo del fatto che «non è un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca»... però è anche di più, è un cambiamento «assiale» di tempo: l’orizzonte si sta curvando in una direzione che non era mai stata presa, abbandonando posizioni che per millenni hanno costituito i nostri fondamenti cognitivi, e offre in maniera incessante possibilità inedite, prospettive nuove, finora considerate impossibili. Da tutte le parti, tutti stiamo cogliendo in una maniera o nell’altra questa assialità, senza rendercene conto. Quello di cui ora c’è bisogno è di affrontarla in un modo teologico-sistematico. Credo che questo, che può essere motivo di spavento, sia oggi il compito più urgente della teologia: ricreare se stessa a partire dai nuovi presupposti. Non una nuova proposta a partire dai presupposti di sempre, ma una proposta che parta da presupposti nuovi, dalla nuova assialità. Il FMTL, come molti altri organismi, è ormai pronto per assumere questo accompagnamento teologico che favorisca le trasformazioni e le rotture rese necessarie dalla nuova configurazione religiosa e culturale di questo cambiamento assiale. Ma, per svolgere questo compito, dovrà cambiare fortemente i propri obiettivi e la propria metodologia. La metodologia del “forum”, così come sembra essere intesa in senso stretto, non è chiaro se possa portarci molto più in là.

 

È stato segnalato più volte in questi anni un deficit della Teologia della Liberazione in relazione all'accompagnamento dei processi di trasformazione in corso nel continente latinoamericano. Ci sono segnali che questo ritardo possa iniziare ad essere colmato, soprattutto in un momento in cui tali processi mostrano evidenti segnali di logoramento, se non di involuzione?

Per quanto mi è dato sapere, credo che si stia preparando il terreno e che vi siano gruppi pronti ad assumere questo compito di accompagnamento teologico dei processi latinoamericani popolari. È vero che registriamo un ritardo in questo campo, ma, come ho detto, le acque si stanno muovendo...

 

Dieci anni sono passati dal primo FSM e c'è chi pensa che questo ciclo si sia ormai esaurito. È possibile, di fronte alle enormi sfide dinanzi a cui si trova l'umanità, continuare a limitarsi oggi appena ad uno scambio di idee e di esperienze? In che direzione dovrebbe evolvere il FSM?

A mio modo di vedere, penso che, sì, questo modello si stia esaurendo. Ha compiuto la sua funzione e ci ha fatto del bene, e siamo grati di questo. Se verrà ripetuto lo stesso formato, troverà ancora eco in molte persone, ma sono ormai tante anche quelle che preferirebbero muovere passi concreti, collaborare, stringere alleanze: nel caso del FMTL, condividere un’agenda programmatica teologica (flessibile e plurale quanto si voglia)... E per questo bisognerebbe mettere tra parentesi la metodologia di “forum”.

 

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