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LO “ZAMPINO” DEL DIAVOLO SUL SETTIMANALE DIOCESANO DI RIETI

Tratto da: Adista Notizie n° 35 del 30/04/2011

36120. RIETI-ADISTA. Una volta era il “mostro” che si sbatteva in prima pagina per lanciare campagne mediatiche che scuotessero (e orientassero) l’opinione pubblica. Ma il settimanale diocesano di Rieti Frontiera ha deciso di fare di più: in prima pagina ci ha sbattuto direttamente il diavolo. E non in senso metaforico: il diavolo quello vero, con tanto di corna e anello al naso. Il numero 11 del diocesano si apre così, con una foto a tutta pagina che ritrae Lucifero a mezzobusto (e stranamente somigliante all’orco Shrek della Dreamworks) su uno sfondo fiammeggiante, corredato dal titolo “Vade retro Satana”. Sì, perché la testata reatina, prendendo spunto dall’uscita del film “Il rito”, che occhieggia alla celebre pellicola del 1973 “L’esorcista”, ha deciso di pubblicare un ampio dossier su possessioni, esorcismi, diavoli, sette, inferno. E i toni, in alcuni passaggi, sono decisamente splatter: «La presenza del male è inquietante, ma più ancora l’idea che un essere spirituale come il diavolo possa insinuarsi nella vita delle persone, addirittura entrare nel loro corpo, straziarlo con la possessione, stremarlo con la vessazione, prostrarlo e usarlo per insultare Dio e l’uomo», scrive  Massimo Casciani (non un redattore qualunque, ma il portavoce del vescovo, nonché direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Rieti). Che conclude apocalittico: «Il principe di questo mondo è all’opera, e trova nell’uomo un prezioso alleato; entrambi sembrano avere un obiettivo comune: distruggere il mondo, sradicare il bene ed eclissare Dio».

A corredo dell’ampio dossier, in cui si alternano storie di santi, leggende, folklore popolare e un pizzico di antropologia culturale, anche una scheda sul De casu diaboli di Anselmo di Aosta, trattato scritto tra il 1080 ed il 1085 per spiegare le ragioni per cui Dio avrebbe precipitato Lucifero nelle profondità della Terra. Infine, un’intervista con padre C., un anziano frate che chiede (ma non si capisce bene perché) di restare anonimo e che afferma di avere svolto diversi esorcismi. Alla domanda su come si capisce se una persona sia posseduta o abbia invece problemi psicofisici, il religioso ammette di essere andato sempre per le spicce: «La cosa che in genere viene fatta è l’esorcismo, che comunque è utile a chi ti trovi davanti». Ora però, ammette, le cose sono più difficili: «Il nuovo rituale proibisce l’esorcismo se prima non si è appurata la presenza reale del demonio. Quindi ora si recitano delle preghiere». Poi, aggiunge senza ulteriori chiarimenti: «Se mi accorgo che ce n’è bisogno termino con un esorcismo».

Quello del dossier su Satana è solo l’ultimo episodio di una serie di articoli e servizi che evidenziano il deciso cambio della linea editoriale e dei contenuti di Frontiera. All’inizio del 2009, il vescovo di Rieti, mons. Delio Lucarelli, volle infatti un completo restyiling della testata, cui diede nuova periodicità (fino ad allora infatti era quindicinale), nuovo formato (tabloid), nuova grafica e nuovo staff redazionale. A dirigerlo, Carlo Cammoranesi, un volto del tutto nuovo nella diocesi di Rieti. Viene infatti da Fabriano, dove è direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali. E direttore del settimanale diocesano locale, L’Azione. Causa i molteplici impegni nella sua diocesi, a Rieti si vede raramente. E i suoi articoli sono spesso gli stessi pubblicati sull’Azione. Strano quindi che Lucarelli abbia scelto proprio lui per un rilancio in grande stile di Frontiera: sarebbe stato forse più logico servirsi di risorse locali. A partire dalla precedente direttora, la giovane Alessandra Lancia, arrivata nel 2007, che in poco tempo aveva messo in piedi un gruppo redazionale giovane, vivace e dinamico ed un giornale dal profilo “laico”, che dava molta attenzione al territorio ed ai temi sociali. Un’impostazione che aveva sollevato qualche malumore in Curia, ma che aveva dato una certa visibilità alla testata. E garantito una crescente diffusione.

Forse è stato proprio la crescente autonomia del giornale e l’aura progressista che si stava guadagnando ad infastidire mons. Lucarelli, che da anni viene accusato di gestione verticistica della diocesi e che è anche tra i vescovi più decisamente schierati a destra: nel corso delle ultime elezioni regionali, ad esempio, volle essere presente di persona all’apertura della campagna elettorale nella provincia di Rieti della candidata del PdL alla presidenza della regione Lazio Renata Polverini. L’ex segretaria dell’Ugl, accompagnata da Maurizio Gasparri, fu infatti ricevuta in episcopio da mons. Lucarelli e da lui stesso accompagnata, dopo il colloquio, in cattedrale, per una preghiera pubblica che rendesse altrettanto pubblica anche la sponsorizzazione ecclesiastica della sua candidatura.

Così, all’inizio del 2009, Alessandra Lancia fu licenziata in tronco e senza alcuna spiegazione (è tuttora in piedi una vertenza tra il sindacato dei giornalisti del Lazio, che ha impugnato il licenziamento, e la cooperativa editoriale emanazione della Curia che dal 1991 è proprietaria del giornale). E al suo posto venne chiamato Cammoranesi. Il quale, e forse non è un dettaglio secondario, a Fabriano ha anche l’incarico di responsabile della Fraternità di Comunione e Liberazione. (valerio gigante)

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