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Contro la cultura violenta del sacro, la resistenza sotterranea dei valori religiosi

Tratto da: Adista Documenti n° 52 del 02/07/2011

DOC-2362. FIRENZE-ADISTA. Contro «il dominio delle istituzioni costituite, dei dogmatismi, dei fondamentalismi, degli ordinamenti di appartenenza totalitari», è possibile riprendere la via «della resistenza sotterranea dei valori religiosi, in collegamento con i movimenti attuali di liberazione»: è questa la strada scelta, tra altre minoranze, dalla Comunità dell’Isolotto di Firenze, che, «fra i due atteggiamenti di massa, cioè l’adeguamento passivo alla religione di chiesa e il rifiuto totale di ogni senso di religiosità», ha deciso di provare a ridare attualità alle religioni attraverso «un profondo processo di trasformazione». Un processo che, se richiede idee nuove e parole nuove, ha bisogno tuttavia anche di incarnarle in tutti gli aspetti della vita pratica, a cominciare dal rapporto educativo, dal momento che, «se c’è una vittima della cultura violenta del sacro, è l’educazione o meglio sono i bambini»: «La lezione di religione o di catechismo separata dalla vita, impastata di sensi di colpa, di peccato, di sacrificio, di paura, è una delle più grandi violenze che si possono fare alle coscienze in formazione. Si grida, e giustamente, contro la pedofilia del clero e si ignora e si tace su questa specie di “pedofilia strutturale del sacro”». Ed ecco allora l’esperienza condotta dalla Comunità dell’Isolotto nel campo dell’educazione olistica, cioè di «un’educazione di sintesi fra la tradizione e l’innovazione», «fra il Vangelo e la scienza, fra la dimensione spirituale e quella intellettuale-fantastica-materiale-corporea, fra il mondo simbolico e rituale religioso e la simbologia laica». Una sperimentazione, quella osata dalla Comunità, finalizzata ad «elaborare insieme ai ragazzi/e il bisogno di orientare positivamente la propria esistenza, partendo da interrogativi, intuizioni, angosce, paure, e alimentandosi al patrimonio di spiritualità e di sapienza prodotto dall’umanità».

Di seguito, preceduto da una premessa teorica, il racconto dell’esperienza pratica condotta all’interno del percorso della Comunità dell’Isolotto. (c. f.)

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