UN ATTO ILLEGITTIMO

Comunità cattoliche ignaziane 16/07/2012, 10:52

Tratto da: Adista Documenti n° 28 del 21/07/2012

«Essi trasformano il diritto in veleno e gettano a terra la giustizia». «Essi odiano chi ammonisce alla porta e hanno in abominio chi parla secondo verità» (Amos 5,7 e 10).

Come parte della Chiesa impegnata a favore di quella pace che germoglia dalla giustizia, ci siamo riuniti in preghiera, in rappresentanza di differenti comunità cattoliche di ispirazione ignaziana e affini, alla luce della nostra fede in Gesù Cristo, per comprendere gli ultimi eventi del nostro Paese. La domanda incalzante rispetto a cosa ci voglia dire Gesù attraverso questi avvenimenti ci porta a esprimere quanto segue:

1. Ci anima la nostra fede in Cristo Gesù, Dio incarnato, che richiede da noi un aiuto nei confronti di tanta gente che vive oggi senza lavoro, senza salute, senza educazione… Gesù soffre nella povertà di quasi due milioni di paraguayani.

2. Riflettendo sulla legalità o meno dell’impeachment cui è stato sottoposto il presidente costituzionale della Repubblica del Paraguay, Fernando Armindo Lugo Méndez, abbiamo concluso che tale atto può anche essere legale, ma non è né legittimo né giusto. I contenuti (accuse generiche fondate su opinioni confutabili) sfuggono alla base e alla ragion d’essere di un giudizio politico, con conseguente esecuzione di una sentenza predeterminata, in violazione di precetti costituzionali e di diritti universalmente riconosciuti.

3. Ci indigna la manipolazione operata dai mezzi di comunicazione commerciali, che continuano a ingannare con mezze verità e falsità, piegando l’informazione ai grandi interessi economici dei gruppi che accaparrano le ricchezze e le terre del nostro Paese. Noi non ci lasciamo ingannare. Rifiutiamo la manipolazione delle mezze verità. E cerchiamo di discernere i segni dei tempi nella congiuntura attuale.

4. Il tragico massacro di Curuguaty è stato solo la scintilla che serviva per mettere in moto la tensione sociale e politica alla quale le autorità continuano a esporre il Paese. Malgrado sia in corso di accertamento da parte delle autorità giudiziarie, riteniamo questo fatto una strategia programmata per scatenare una tragedia. Non si tratta solo della sostituzione di un presidente, ma soprattutto della riaffermazione e del rafforzamento di un sistema crescente di accaparramento egoistico, pagato con la miseria di milioni di persone e la perdita delle nostre risorse.

5. Crediamo che la terra sia un dono di Dio per tutte le sue figlie e i suoi figli. Tutti i cittadini hanno diritto a un pezzo di terra in cui vivere e, se sono contadini, del quale vivere. Riteniamo che il diritto di proprietà sia subordinato ad altri diritti, a partire dal diritto alla Vita, e all’uso solidale dei beni, in modo da assicurare a tutti e a tutte prosperità e vita degna. Per questo è fondamentale una Riforma agraria che permetta di ridistribuire i latifondi in maniera equa e con la dovuta preparazione.

6. Non siamo disposti ad arretrare in questo processo che, con le sue luci e le sue ombre, ha ampliato le politiche sociali a beneficio dei più poveri. Vogliamo continuare a lottare per la dignità di tutte le persone, affinché ci sia lavoro per tutti, la proprietà venga suddivisa equamente, il processo di democratizzazione continui a consolidarsi, e sia garantito il pieno rispetto delle idee e delle organizzazioni di tutti.

7. Rivolgiamo il nostro invito a continuare a manifestare con tutti i mezzi pacifici a nostra disposizione, per far ascoltare le voci che questo sistema cerca di mettere a tacere, le voci dei più piccoli e degli esclusi del sistema nei quali scorgiamo i prediletti di Cristo.